20 Novembre 2017
di Caporedattore
Condividi su:
20 Novembre 2017

INTERVISTA a DJ JAD: “Il concetto di Articolo 31 per me è un valore di vita, io non ho mai mollato”

Prima del concerto di Milano, abbiamo incontrato DJ Jad per un'intervista: "Articolo 31 non è né Ax, né Jad, per me è un valore di vita.

Dj Jad
Condividi su:

Prima del concerto di sabato 18 novembre all’Alcatraz di Milano (leggi qui), abbiamo incontrato DJ JAD per un’intervista.

Durante la chiacchierata, il leader degli Articolo 31 2.0 ci ha parlato del passato della band, del presente (i suo rapporto con l’attuale mondo rap, i talent, la band di oggi) e del futuro con nuovi progetti. Un libro, un nuovo doppio album e un nuovo tour.

A proposito di nuovo album, durante il live è salito sul palco il padre di Primo Brown, il rapper romano morto il 1° gennaio 2016. Nel nuovo album degli Articolo 31 2.0 ci sarà anche un brano a cui ha collaborato proprio Primo Brown. Il titolo sarà Frusta perché è proprio una frustata.

Ecco cosa ci ha raccontato DJ JAD prima del concerto.


INTERVISTA A DJ JAD

Dopo 14 anni tornano gli Articolo 31 in versione secondo millennio. 2.0.
Qual è il tuo legame con la vecchia (e storica per noi ragazzi degli anni 90) band e cosa ti ha spinto a riproporre la loro musica (che è anche la tua)?

Iniziamo da un’esigenza che ho sempre avuto ancora prima degli Articolo 31. Io non ho mai mollato la preda, non ho mai mollato il concetto Articolo 31 e quello che è la mia vita. Articolo 31 non è né Ax, né Jad, per me è un valore di vita che va oltre ad Ax Jad.

Io il 1° maggio ho iniziato questo tour dove ho voluto riproporre i miei classici riarrangiati in una chiave particolare, insieme a Pino Pepsee che è uno dei cantanti del progetto. Nel progetto ci sono varie situazioni che poi vi racconterò. Erano 11/12 anni che non cavalcavo un palco e quando ho fatto il 1° maggio a piazza Maggiore a Bologna ho capito che la gente aveva voglia di riascoltare i miei classici. In quel momento la gente non si chiedeva se c’era Ax o c’era Jad. La gente aveva voglia di riascoltare quella vibrazione positiva, quel messaggio, quello stare bene insieme.

Ho voluto riarrangiare questo progetto live perché sarebbe stato triste e scontato usare le stesse basi che ho con un rapper. Sarebbe stato veramente triste. Invece questa rinfrescata che ho voluto dare insieme a tutti i collaboratori che sono con me sul palco, da Pino Pepsee a tutti i musicisti è aver dato questa rinfrescata perché per me era importante, sarebbe stato triste aver fatto la stessa cosa che avevo fatto con il mio ex socio.
Il fatto di essere andato avanti, aver ripreso le redini in mano, per me è importante perché io non ho mai abbandonato gli Articolo 31. Il mio ex socio ha abbandonato gli Articolo 31, non io. Perciò gli Articolo 31 sono sempre vivi, perché sono un valore.

A proposito delle vibrazioni positive di cui parlavi, l’evento di stasera (nda il concerto all’Alcatraz del 18/11/2017) ricorda quello che avevi organizzato il 24 maggio 1998 a Garbagnate Milanese “a casa tua” con tanti amici sul palco.

Corriere della Sera - 24 maggio 1998

Corriere della Sera – 24 maggio 1998

Che emozione che è stato per me quel periodo. Io venivo da un quartiere e per me era importante dare qualcosa alla mia gente. Io non posso dimenticare, cancellare quello che sono, da dove vengo e chi sono, altrimenti non esisterebbero gli Articolo 31 2.0.
Stasera ho tanti amici sul palco, il palco è di tutti. Il palco è di tutti, per me è sempre stato importante, ancora prima degli Articolo 31. È sempre stato importante che la gente che ruotava intorno a noi stesse bene. Va oltre soldi, fama e successo che la gente stia bene con quello che faccio.

Hai scelto di continuare ad utilizzare il nome Articolo 31. Non ti spaventano i paragoni col passato e la nostalgia dei fan storici?

Il passato non si potrà mai cancellare. Il passato è storia ed io questa storia la sto riportando. Per qualcuno era morta, ma per me non è mai morta.

Quando ci sarà un disco, la gente capirà l’evoluzione di Articolo 31 2.0. Io non andrò mai a rifare quello che ho già fatto, perché io già negli Articolo 31 non facevo la stessa cosa. Per me è sempre stata una una sfida fare quella cosa, quell’altra cosa. Non ripetermi. E questa è ancora un’altra sfida, non ripetermi, dare qualcosa di fresco, di nuovo, di valori, dato che stiamo vivendo in un periodo triste, di superficialità, di usa e getta, dove le nuove generazioni non hanno dei punti forti di riferimento. Non è colpa delle nuove generazioni, ma del meccanismo.

Negli ultimi anni tutti fanno e ascoltano rap. Cosa è successo da quando hai iniziato tu, quando rap e hip hop erano generi di nicchia?

Esatto, era un genere di nicchia. Faccio un esempio. Il rock and roll non faceva parte della nostra cultura musicale. Chi sono stati gli importatori di questo genere? I vari Celentano… poi c’erano anche i gruppi più underground.
Io ho avuto la fortuna nel ’90 di avere successo e di importare a livello nazional popolare questo genere. Adesso è la musica più ascoltata dai giovani.

Però c’è sempre una grande confusione. C’è sempre stata confusione e superficialità, perché l’hip hop è una cultura ben solida in Italia e si fa sempre confusione tra rap e hip hop. L’hip hop è una cultura, il rap lo possono fare tutti. Il rap è come quando canti, devi saper cantare, devi saperlo fare. Devi avere una tua identità, devi avere un tuo stile. Adesso tutti fanno il rap, è la musica più ascoltata. Ben venga, sono felicissimo! Ma bisogna portare un po’ di equilibrio in questo paese, ma non solo sul rap, su tutto. Dalla politica alle televisioni che stanno distruggendo la mente delle persone. Si prendono gioco dei sentimenti delle persone.
VAFFANCULO!

Io sono sempre stato contro i talent, ma non contro chi ci partecipa, contro il ragazzo che va lì e canta perché quello dice Io ci provo. È il sistema che ha messo da parte grandi artisti. Mi incazzo veramente perché questo meccanismo ha messo da parte grandi artisti. Noi abbiamo grandi artisti che hanno fatto storia in Italia. Sono tutti messi da parte e questa cosa mi fa incazzare, mi irrita. Non tanto per me, ma per loro.
Noi siamo il paese dell’arte, della cultura, di mille cose. Dove stiamo finendo?

Proprio per questo i giovani artisti dopo uno o due dischi spariscono. Secondo te cosa dovrebbero fare per resistere?

Si impiccano dopo e mi dispiace per loro perché vengono traumatizzati. Vengono messi in questo star system plasticoso e finto. Poverini loro, poverini.
Invece ce ne sono pochi che riescono ad avere un continuo, ma la maggior parte non escono dai talent. Qualcuno che si fa veramente quella gavetta che si faceva tempo fa. Dalle cantine alla strada suonavi e riuscivi ad arrivare.
Le nuove generazioni, non solo nella musica, non hanno dei punti forti di riferimento, con cui possono combattere, possono reagire a questo meccanismo che li sta appiattendo, ma è il potere che vuole appiattire tutto.

Tra tutti i tuoi brani, quale secondo te ha avuto un successo inaspettato?

Del passato mio, come ho scritto nel libro che sto scrivendo…
Erano le 3 di notte in studio di registrazione, finiamo il mixaggio di questa canzone che si intitolava Maria Maria.
Dopo aver sentito il mixaggio, ci guardiamo in faccia io, Ax e il nostro fonico di sempre, Umberto Zappa e diciamo: Sto pezzo non ce lo passeranno mai!.

Perché io la musica la vivo a stato d’animo. La vivo visceralmente, non sto a cercare il successo, la fama. Adesso tutti vogliono apparire, vogliono essere e arrivare. Oh, ma ragazzo, tu arrivi e dopo? È il dopo…
Un artista se non si crea una propria identità e uno spessore forte, non va avanti più di tanto. Ce n’è un altro e un altro ancora. La musica è arte, è comunicazione. La musica è la più grande forma di comunicazione che il Signore ci ha dato.

Oggi non ci sono contenuti. C’è tanta superficialità.
Io vedo dei ragazzini che fanno rap che fanno vedere Louis Vuitton, i macchinoni, ma non è la realtà che stiamo vivendo, ragazzi! Perché il ragazzino così lo illudi. Il messaggio è sbagliato, è contorto.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in programma un disco e un tour? Puoi anticiparci qualcosa?

Sì, sto scrivendo un libro e sto lavorando all’album.
Sarà un doppio album. Il primo CD o vinile sarà con quello che presentiamo sul palco coi miei collaboratori, Pino PepseeDanny Losito e sarà quello che porteremo live nel prossimo tour. Il secondo CD sarà strettamente hip hop con dei pionieri dell’hip hop italiano.

Con chi ti piacerebbe collaborare? Sia live, sia in studio.

Live con la mia fantastica band. Sono ragazzi che hanno voglia di suonare, mettersi in gioco, esprimere la propria arte.
Le collaborazioni le sto piano piano coinvolgendo. Ci sono degli artisti italiani non del mondo rap con cui mi piacerebbe molto collaborare. Vedremo, li contatterò e se sarà, ben venga.
Per me la collaborazione non deve essere una cosa costruita tavolino. Ci dobbiamo mettere assieme perché tu sei più famoso, quello ha bisogno di te. NO. Io se chiedo ad esempio di Tiziano Ferro, ci incontriamo e nasce artisticamente un brano, bene, io sono felice. Ho già vinto, vada come vada.
Cito Tiziano Ferro ad esempio perché di lui ho una grande stima, come artista e come persona. L’ho conosciuto prima che diventasse il Tiziano Ferro che è oggi.


CONCERTO ARTICOLO 31 2.0 (di Alessandro Genovese)

All’Alcatraz di Milano DJ Jad presenta la sua nuova band, gli Articolo 31 2.0, in una serata che rifà il percorso artistico del gruppo dagli anni ’90 fino ad oggi. Rivisitazioni a testi e arrangiamenti per dare nuova linfa a brani storici che hanno segnato l’inizio del rap e del funky in Italia.

Dj Jad ed i suoi tanti amici sono saliti sul palco e hanno trascinato il pubblico sui ritmi dei successi degli Articolo 31.

Articolo 31 2.0 è il nuovo corso.

Ohi MariaTranqi FunkyVolumeFunky tarroDomani e molte altri sono brani fissate nella mente del pubblico. Hanno segnato un’epoca.

Le rivisitazioni inizialmente potrebbero spiazzare un po’, ma fanno capire che la musica è in continua evoluzione. Di suoni, parole ed emozioni.

Emozioni che dal palco arrivano al pubblico, grazie alla grinta e alla forza artistica di Dj Jad. Il concerto degli Articolo 31 2.0 non è revival, ma musica nuova.