12 Gennaio 2018
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12 Gennaio 2018

Non abbiamo armi ERMAL META svela la copertina del nuovo disco: “Non abbiamo porte o scudi. Abbiamo solo quello che proviamo e io dico che ci basta.”

Non abbiamo armi Ermal Meta svela la copertina del nuovo album, raccontando i pensieri che possono celarsi dietro un "semplice" scatto

Non abbiamo armi Ermal Meta
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Manca meno di un mese al momento in cui potremo ascoltare le nuove canzoni di Ermal Meta, quelle che faranno parte del terzo disco da solista del cantautore.

Non abbiamo armi, questo il titolo del nuovo disco, uscirà il 9 febbraio e sarà il terzo progetto discografico di inediti ad essere pubblicato in tre anni, seguirà infatti Umano del 2016 e Vietato morire del 2017.

L’album arriverà in concomitanza con l’attesissima partecipazione di Meta al Festival di Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro sulle note di Non mi avete fatto niente, brano scritto da Ermal insieme allo stesso Moro e ad Andrea Febo.

Nell’attesa Ermal Meta ha deciso di svelare a tutti i suoi estimatori, i Lupi di Ermal, come si sono soprannominati, in anteprima la copertina del nuovo album. Per farlo il cantautore non si è accontentato di una semplice didascalia ma ha voluto rendere partecipi i fan di un pensiero molto profondo scaturitogli durante il servizio fotografico per la copertina.

Lo potete leggere qui a seguire…

Non abbiamo armi ermal meta

– Ho un idea, non riesco ad esprimerla

– Ermal, iniziamo a scattare?

– Forse devo scrivere, leggere i miei stessi pensieri mi aiuta a capirli

– Proverei prima questo outfit

– Questa luce non mi fa concentrare

– Ancora cinque minuti e siamo pronti

– Ho come la sensazione di aver dimenticato qualcosa..ah si! Adesso ricordo! Era una mattina come tutte le altre in apparenza, ma mi svegliai con una sensazione da identificare. Che poi a pensarci bene è come cercare di correre in un sogno, quasi impossibile. Ma nonostante tutto riuscii a spiegarmi quella sensazione.

Pensai “è una vita che sto correndo”. Il vento, come per i marinai, è il mio miglior amico e il mio peggior nemico, ma è solo una questione di prospettive e angolazioni. Siamo vele che si gonfiano e si sgonfiano, navi che stanno in un porto, al sicuro, ma mai del tutto ferme. “Siamo così” pensai e di colpo mi venne voglia di ricominciare a correre. Verso dove non so, con chi ancora meno.

“Bisogna prepararsi” pensai, “casomai succedesse qualcosa, casomai il caso si facesse corsaro”. Ma poi incominciai a ridere immaginando a quanto facciamo per evitare ciò che non va evitato. Il fiato corto misura lo sforzo, la sofferenza misura la gioia, la tristezza misura la felicità e quello che lasci andare misura l’amore. Pensai che fosse una cosa ridicola, che anche se questa vita ci viene data a metà la paghiamo intera e lo faremmo anche per mille anni, perché anche mille anni per qualcosa che ha una fine sono pochi.

Come si può combattere tutto questo? Come si può evitare il male e prendere solo il bene? È semplice, non si può. Non puoi camminare senza prima cadere, non puoi correre senza prima camminare e non puoi volare senza dopo cadere. È un cerchio. Non ci sono armi contro questo. Non abbiamo porte o scudi. Abbiamo solo quello che proviamo e io dico che ci basta.

– Click! Credo di aver fatto una bella foto

– Non quanto quella che ho fatto io con la mente.”

 

Foto articolo: Claudia D’Acunzo