Cara Arisa,
visitando abitualmente tutte le pagine degli artisti italiani, abbiamo letto il tuo post indirizzato probabilmente ad All Music Italia (i riferimenti sono abbastanza palesi). Non siamo espressamente citati, il che ci dispiace, dato che siamo un portale dedicato alla musica italiana, che ha come scopo principale quello di promuovere la musica nostrana, conosciuta e non. Anche quando ci troviamo a dover scrivere articoli sconvenienti (per tutti).
Non ci piace mettere la testa sotto la sabbia, per questo abbiamo scelto di rispondere apertamente al tuo post, siccome siamo convinti che dal confronto possa nascere sempre del buono.
Il motivo per cui te la sei presa pare essere la parola “flop” contenuta in questo articolo: Vendite Album 1° Semestre 2014: il flop di ARISA, NOEMI, FERRERI e MORENO.
La parola flop deriva dal verbo inglese “to flop” (buttare giù) e si usa in italiano con il significato di “insuccesso rispetto alle aspettative”, soprattutto in riferimento a “un prodotto commerciale e alle reazioni del pubblico” (Fonte: Sapere.it), ed è da sempre utilizzata in campo musicale, come in quello cinematografico, dell’editoria, del teatro ecc., per indicare un prodotto le cui vendite sono state inferiori alle aspettative. Prendiamo ad esempio il caso di ARTPOP, ultimo disco di Lady Gaga, che ha venduto a oggi la bellezza di 2.300.000 copie in tutto il mondo. Nonostante questo la stampa lo ha etichettato ovunque come un flop, al punto da soprannominarlo ARTFLOP.
Cifre di questo tipo si definiscono flop relazionate alla popolarità dell’artista, alla promozione ricevuta e al parallelo con il disco precedente. E in ogni caso, almeno per quel che ci riguarda, la parola flop è sempre riferita ai numeri del disco non certo all’artista in sé. Non è un discorso qualitativo, bensì quantitativo.
Sappiamo che il mercato discografico è in crisi e le vendite non sono più quelle di un tempo, tuttavia c’è da considerare che, dopo la vittoria a Sanremo e i grandi numeri di Controvento (brano italiano più venduto del primo semestre 2014), oltre che gli ottimi risultati dei precedenti Amami e Amami Tour, che ricevette il disco di platino, sicuramente c’erano i presupposti per bissarne il successo.
Qualsiasi artista nella sua carriera ha “floppato” con dei dischi, anzi, purtroppo spesso sono proprio i dischi con una maggiore qualità a non essere capiti, apprezzati e comprati dal pubblico (puoi andare a leggere la nostra recensione positiva di Se vedo te QUI, e ti diamo la possibilità di leggere anche le buone recensioni degli altri tre colleghi da te citati: Noemi, Giusy Ferreri e Moreno).
Nonostante ci capiti di parlare anche di insuccessi, non inventati da noi, ma basati su dati reali FIMI (certificazioni che arrivano, o, in caso, non arrivano) e non stime di vendita, siamo i primi a cercare di sostenere in ogni modo la musica italiana (e non solo voi big già conosciuti, ma anche gli emergenti di cui pochi o nessuno parla), inserendo nei nostri articoli una finestra diretta sulla pagina iTunes e Amazon dell’artista, con la speranza che il lettore, invogliato dall’articolo, trovando i link disponibili, acquisti il prodotto. Operazione che quasi nessun sito musicale fa in Italia.
Capiamo che vedere associare la parola “flop” al lavoro lungo, duro e dispendioso (artisticamente ed economicamente) di un disco, non faccia piacere, ma la musica è piena di questi casi, e non vengono risparmiati nemmeno i dischi più belli: il grande Lucio Dalla, per esempio, pubblicò i suoi primi sette album andando sempre in perdita (erano altri tempi e venivano concesse molte più possibilità); Gianluca Grignani ha inciso un cd, La fabbrica di plastica, che i lettori di Rolling Stones, in un recente sondaggio, hanno decretato essere il più bel disco rock italiano. Eppure quando uscì nel 1996, con le sue 120.000 copie vendute, fu decretato un “flop” da pubblico, stampa e discografici. Persino Jovanotti ha all’attivo un disco flop, Autobiografia di una festa del 2000, riconosciuto come tale per sua stessa ammissione. Dichiarò infatti: “Sapevo che non avrebbe avuto successo“.
Detto questo, ti auguriamo, ed è un augurio sincero (visto che parte dello staff di All Music Italia lavora nella musica, chi producendo dischi, chi conducendo programmi radiofonici ecc., e quindi conosce i costi e i rischi di questo mestiere), che i successivi singoli di Se vedo te trovino ampio riscontro anche nelle vendite.
Se lo riterrai opportuno siamo disponibili a pubblicare una tua replica.
Lo Staff di All Music Italia
P.S. C’è solo una cosa che abbiamo trovato fuori luogo nel tuo post, soprattutto se scritta da una persona che si è sempre definita schietta e sincera: “Ah.. Che dire! Vorrei dire tante cose!“. Sono un po’ troppi ormai in Italia quelli che gettano il sasso, tramite insinuazioni, e poi nascondono la mano, non dicendo niente e lasciando intendere chissà cosa… “Arisa, dai parla! Ca**o” (semi-citazione di Arisa a X Factor) 🙂
AGGIORNAMENTO
Arisa, tramite il suo account Twitter (@ARISA_OFFICIAL) ha risposto alla nostra lettera, citando la Mosca Tzé Tzé, la protagonista della rubrica “pungente” di All Music Italia (QUI per scoprire chi è):
“ciao ciao.. Non me la sono presa per quello che avete scritto. È vero che le vendite non vanno come negli anni 80′.. nè 90′.. La parola “flop” è pertinente, ma altrettanto spiacevole per chi la subisce.. E Noi ” siamo #fragili perchè tutti ci toccano” comunque era un modo per dire che gli artisti italiani, la musica italiana ,la musica tutta ..e l’arte in genere necessitano di sostegno.. Altrimenti è un casino! Comunque.. È troppo presto per i discorsi sensati. Buona estate a tutti <3″.
Ed ecco la replica dal nostro account Twitter (@AllMusicItalia):
“Cara Arisa, capiamo tutto e anche il tuo post di sfogo. Non ci piace vedere un panorama musicale dove ormai è più facile floppare che vendere cd al di là di chi sia l’artista. Ribadiamo nel nostro piccolo il massimo sostegno a tutta la musica italiana. Speriamo di aver chiarito il nostro punto di vista nella lettera a te indirizzata. Dal confronto può nascere conoscenza, speriamo che questo abbia portato a Se vedo te, disco di qualità, anche solo qualche persona curiosa di ascoltarlo in più. Sarebbe già una vittoria per noi“.
AGGIORNAMENTO
Per quel che ci riguarda, con la nostra lettera e la risposta di Arisa la questione è chiarita: nessuno vuole sminuire il lavoro altrui né tanto meno “fare del male alla musica”, e nessuno se l’è presa.
Come vedete nello screenshot la notizia in questi giorni è stata riportata da diversi siti (solo uno citandoci esplicitamente).
Un sito in particolare ha denigrato il nostro lavoro definendo ciò che abbiamo scritto nell’articolo come “assurde insinuazioni” dando un proprio concetto, assolutamente soggettivo, della differenza tra flop e successo.
Teniamo a far presente che lo staff di All Music Italia lavora con impegno e passione per sostenere la musica italiana e che dietro ad ogni articolo c’è un lavoro di ricerca e approfondimento e, come nel caso di quello “incriminato”, in cui si parla di dati, ci affidiamo solo a certificazioni certe (in questo caso quelle FIMI) e non a voci di corridoio.
Questo appunto ci sembrava doveroso per difendere il lavoro di tutti quelli che scrivono su All Music Italia che, imperterrita, continuerà ad analizzare il panorama discografico italiano con l’entusiasmo di sempre.
Il direttore