Arriva in sala Stampa Lucio Dalla Ultimo, in gara tra le nuove proposte con il brano Il ballo delle incertezze.
Ad Ultimo è stato selezionato come vincitore del Premio Lunezia per il valore letterario del brano che gli viene consegnato in sala stampa.
Inizia a parlare il cantautore.
L’album Peter Pan uscirà il 9 febbraio. È un album introspettivo con un sound cantautorale. A ottobre è uscito Pianeti, ma fare un repack sarebbe stato riduttivo. Nel frattempo ho scritto altri 16 brani, li abbiamo registrati ed esce Peter Pan. Sono basati sulla fantasia e sulle cose che la gente vorrebbe avere e non ha.
Ti definisci un cantautorap. Serve per arrivare sia ai giovani, sia ai meno giovani?
Ho fatto uno studio classico della musica, partendo dal Conservatorio. Poi sono arrivato ad ascoltare l’hip hop. I più grandi lo considerano un genere inferiore, invece merita rispetto. Ho cercato di fare un cocktail tra la musica cantautorale e l’hip hop. Questo non vuol dire che in ogni brano ci siano entrambi, anzi, in Peter Pan ci saranno più brani cantautorali.
Questo album l’hai scritto in 4 mesi. Come si fa a scrivere con tanta facilità dei pezzi che lasciano la pelle d’oca?
Grazie. Non so, lo faccio scegliere a chi ascolta, perché c’è anche chi mi commenta in modo negativo. Cerco di instaurare empatia con chi mi ascolta, pur essendo partito da un percorso classico, non amo i tecnicismi. Lascio interpretare le cose. L’artista deve creare un abito che possa essere indossato da più persone possibile.
Questo album ha 16 brani…
Ho cercato di mettere la mia parte cantautorale. Ci sono anche brani fatti in presa diretta, per riportare la parte naturale della musica. Naturalmente ci sono delle imperfezioni vocali, ma l’istinto musicale deve stare al primo posto.
Sia il tuo nome, sia i titoli delle canzoni, mostrano una voglia di evadere.
La fantasia è spesso sottovalutata e, come dice Fabrizio Moro, l’immaginazione è l’unica cosa che ci rimane.
Il nome Ultimo è una condizione che vivo al di fuori del palco. Ora mi sento molto sicuro, poi arrivo a casa e mi guardo allo specchio e crollo.
Sui social hai un bel rapporto con Fabrizio Moro. Cosa ne pensi della polemica di oggi?
Sono un grande amico di Fabrizio e anche un fan. Questa vicenda non mi tocca, perché riguarda lui ed Ermal. So quello che sapete voi e non l’ho ancora sentito.
Nel tuo video, è corretto pensare che il protagonista possa godersi il momento di piccola gloria? In un’intervista hai detto: “Scrivo per quelli che non hanno paura di sentirsi persi”.
Io tendo sempre a preoccuparmi di chi ho intorno, di chi si sente perso come nel brano Il ballo delle incertezze. Quel video rappresenta il ragazzo insicuro che si innamora della ragazza che, però, al ballo di fine anno balla con un altro. Poi lui si rende conto che ama ballare e si mette a farlo da solo.
Questo è un brano a chi guarda la partita senza giocare. A volte siamo noi che ci autoescludiamo.
Quanti strumenti hai suonato?
Quando vai ad arrangiare un brano, ci sono dei programmi da usare ed io coi computer sono un perfetto idiota. Mi è capitato di usare i plug in per fare i violini con la tastiera, ecco di solito li faccio io, le cose vanno fatte come dico io.
Gli ultimi saranno i primi…
Dalla parte degli ultimi per sentirsi primi. L’ultimo non è solo quello che non c’ha lavoro o il clochard. Anzi, a me non è mai mancato niente, sono nato in una famiglia economicamente stabile. Ultimo è una condizione che parte da dentro, non è solo economico-sociale.
Io quasi sempre non riesco a mettermi in gioco, tranne quando si parla di musica.
Con quale artista ti piacerebbe duettare?
Cesare Cremonini, è uno degli artisti italiani moderni più grandi.
Sono un fan di Lucio Dalla, ma Cremonini, nel suo piccolo, è riuscito a portare l’odore della musica di Lucio Dalla.
Se dovessi regalare un pezzo ad un cantante, chi vedresti bene a cantarlo?
Mi piacerebbe scrivere per una figura femminile. Però non lo so… ascolto più i vecchietti… De Gregori, Venditti, Dalla, Zero.
Mi troverei in difficoltà ad essere autore, perché sono geloso di quello che scrivo.
Se potessi scrivere un pezzo per Cesare Cremonini, verrebbe una bella cosa.
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