Abbiamo voluto aspettare un po’ per omaggiare Lucio Dalla… volevamo che a parlare fosse qualcuno che lo ha conosciuto e a cui il grande artista ha cambiato in qualche modo la vita.
Poi è arrivata Roberta Giallo e ci siamo detti “Chi meglio di una cantautrice emergente può raccontarci cosa rappresenta Dalla per la musica italiana?“… quel Dalla che, nonostante il grande successo, non ha mai perso di vista l’operato dei giovani, delle nuove leve, e che per molti di loro è stato un Pigmalione, un consigliere, un punto di riferimento.
E allora lasciamo la parola proprio a lei, Roberta Giallo…
Se qualcuno mi chiedesse chi è il tuo cantante/artista preferito, risponderei senza esitazione, proprio come Eleonora Giorgi in Borotalco di Carlo Verdone: Lucio Dalla, Lucio Dalla, Lucio Dalla.
Lucio è Lucio! Come poterlo spiegare? Come poter esitare per un solo istante? Musicista, cantante, autore, regista, attore, showman, poeta, jazzista e potrei continuare a lungo… Lucio, “il divino”, come amava lui stesso definirsi, giocando, ma anche con una certa serietà.
Ed è vero! La sua musica è divina, un patrimonio prezioso, è già storia. Porta con sé l’eternità, gronda di umanità, di spiritualità, di cultura, di riferimenti.
Davvero non saprei trovare una personalità così spiccata, tanto sfaccettata, e così magnificamente “contraddittoria” nella sua perfezione.
Considero Lucio un grande esempio, l’Artista maiuscolo. Già da bimbo era sul palco (recitava e cantava in alcuni spettacolini) e fino alla morte, senza mai fermarsi, una vita, la sua, dedita all’arte e agli altri.
Sono stata esageratamente fortunata a poter conoscere e frequentare sia il Lucio artista che il Lucio uomo. In un certo senso da allora qualcosa in me è “mutato” per sempre: per me lui è “Oz”, il mago che ha risvegliato in me tante capacità nascoste, sopite, o sedate dalla paura…
Ringrazio il Destino e le congiunzioni astrali per il tocco taumaturgo di Lucio, una specie di benedizione!
Lo Conobbi grazie a Mauro Malavasi, straordinario musicista e suo storico arrangiatore. Gli portò un mio album da ascoltare e un romanzo che avevo scritto: Lucio, colpito dal mio modo di scrivere e cantare volle conoscermi, e ci incontrammo.
Avvenne in un ristorante a lui caro in via Farini, “Cesari”.
Non nascondo la mia soggezione folle; sebbene io non sia mai stata una persona “che si lascia soggezionare”, anche da grandi personalità, nei suoi confronti avvertivo una specie di rispetto reverenziale, che mi impediva di parlare con libertà, anche perché lo stesso Mauro, poco prima di entrare nel ristorante mi aveva intimato di scegliere bene e con “parsimonia” le parole da usare con Lucio… di non parlare troppo!
Ricordo che Dalla ad un certo punto disse una cosa del genere: “ma tu non parli? Perché mi sento in difficoltà se non parli!”
Ecco, aveva capito tutto: mi sbloccò subito, mi mise a mio agio, e cominciò il nostro lungo e vivace dialogo…
E così, dal tavolo di Cesari, passammo ad incontrarci in giro, a casa sua o di Mauro, oppure a teatro, per mettere a punto il mio spettacolo costruito sull’album che Lucio aveva ascoltato… vi rendete conto?
Collaborare con Lucio, che mi invitava persino in studio da lui per collaborare su diversi progetti.
Guardarlo, ascoltarlo, apprendevo sempre qualcosa. La sua libertà rispetto alle situazioni traboccava, anche per via della sua sfrontata irriverenza!
E devo ringraziarlo, perché proprio questa sua esagerata libertà mi ha reso “un’artista libera”, senza preconcetti, senza vergogna!
Ecco, mi ha liberata dai miei limiti e persino dalla paura di sbagliare, anzi, ogni tanto mi invitava a sbagliare “di proposito”!
Devo a lui anche la conoscenza di artisti straordinari con cui collaboro al momento, per esempio i fratelli Marcello e Valentino Corvino: fu Lucio a portarmi in teatro a vedere un loro spettacolo… già, il teatro, altro capitolo importante, Lucio era il teatro! Teatrale nella vita, continuamente!
E così, a catena, Valentino fece ascoltare delle mie cose a Samuele Bersani, che volle conoscermi e con cui poi ho persino collaborato…
Ecco, vedete? Così, a catena. Lucio era, anzi è, un artista così radicato, così capillare che è per me è diventato una specie di chiave magica con cui aprire “tutte le porte”.
La sua morte improvvisa per me è stata così destabilizzante, ho davvero fatto molta fatica ad accettarla… è stato come perdere una persona della mia famiglia.
Ecco perché ogni anno dal primo marzo (giorno della sua dipartita) al 4 marzo (giorno della sua nascita), sento il dovere e il piacere di ricordarlo sempre, attraverso le sue canzoni, o rivolgendogli dei pensieri. Quest’anno avrò l’onore di ricordarlo al Teatro Comunale di Bologna, alle ore 11, cantando alcune canzoni del suo repertorio scritte insieme al poeta Roberto Roversi, suo grande amico e collaboratore.
Tra l’altro sul palco con me ci sarà Antonio Bagnoli, nipote di Roversi, che leggerà alcuni versi…
Come vedete, Lucio è un magico collante, ha il potere di unire le persone. Io gli ho dedicato il mio album, L’Oscurità di Guillaume, perché anche se lui non ha potuto vederlo mai compiutamente realizzato, la sua anima sicuramente vi è confluita dentro, portandomi tanta fortuna…
Grazie Lucio per tutto quello che mi hai donato.
Ps. è ormai da un po’ che non ci vediamo più. Fortunatamente ti ritrovo nelle tue canzoni, la tua Musica fa capolino un po’ da tutte le parti, e questa è una bellissima cosa, una specie di consolazione e di incoraggiamento. Il mondo quaggiù è un po’ “malato”, molto incazzato: ma voglio essere ottimista, magari qualcosa cambierà. Forse l’Amore ci salverà… Io, per quel che mi riguarda, posso dirti che sto continuando la mia impresa eccezionale… forse sto a buon punto, chissà?