24 Aprile 2018
di Direttore Editoriale
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24 Aprile 2018

Biondo: autotune si o no. L’opinione di artisti e addetti ai lavori sull’ #autotunegate

#AutotuneGate Abbiamo chiesto a 5 persone che lavorano nel mondo della musica cosa pensano dell'utilizzo dell'autotune da parte di Biondo

Biondo
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Questa nuova edizione del serale di Amici di Maria De Filippi sembra proprio essere iniziata all’insegna delle polemiche e, la maggior parte di esse, ruotano attorno al ragazzo che più di ogni altro divide professori e commissione… Biondo. Dopo aver parlato qui di quella meno musicale (ma forse più didattica) che lo ha visto scontrarsi con Heather Parisi (con tanto di intervento della madre, come potete leggere qui), ora ci soffermiamo sulla discussione che sta catalizzando i commenti del web… l’autotune.

Come ormai saprete tutti a partire dall’ultima serale di Amici 17 Biondo ha chiesto di poter utilizzare l’autotune per poter far uscire al meglio la propria musica, argomentando che, sicuramente ha delle lacune nel canto, ma che questo strumento è parte integrante della sua musica. Rudy Zerbi ha difeso la sua scelta la Parisi ed Ermal Meta vi sono andati contro con il cantautore che ha affermato: “usare l’autotune in una gara è come un atleta che usa il doping…”

Noi di All Music Italia abbiamo deciso di approfondire meglio l’argomento chiedendo a cinque persone che lavorano nel mondo della musica, ma tutte in ruoli diversi, quale fosse la propria opinione sulla questione. GionnyScandal, il Vocal coach Michele Fischietti, la discografica Monica Landro, il Deejay radiofonico Pietro Spallone e la giornalista musicale Francesca Binfarè.

Ma prima di scoprire la loro opinione su quello che abbiamo ribattezzato come #AutotuneGate abbiamo voluto chiedere qualche spiegazione in più sull’autotune al noto produttore (nonché arrangiatore, musicista e compositore, Giulio Nenna.

COS’E´L’AUTOTUNE?

L’autotune è un plug-in audio che – data una determinata tonalità – fa ricadere all’interno delle note della scala impostata qualsiasi tono musicale venga emesso dal cantante. In questo senso, l’autotune, usato in maniera assoluta, “impedisce” di stonare.

E’ spesso adoperato in studio di registrazione per “piallare” l’intonazione delle voci che, solitamente, sono prima lavorate con Melodyne, un altro plug-in audio. Ma auto-tune è anche live, e accompagna diversi artisti nelle loro esibizioni dal vivo.

Negli ultimi anni diverse correnti musicali, dall’hip-hop alla trap, usano auto-tune come vero e proprio strumento di modulazione della voce. Infatti, impostando un attacco molto rapido del plug-in, si ottiene quel famoso suono “a scatti”, un po’ robotico se vogliamo, che contraddistingue ad esempio la musica di Ghali, ma prima di lui diversi brani di Fedez e molti altri; per andare sull’internazionale: da Drake a Postmalone.

#AUTOTUNEGATE: Biondo, autotune giusto o sbagliato?

Monica Landro – Discografica New Music International

L’autotune è uno strumento di manipolazione dell’ audio che permette di migliorare l’intonazione o correggere piccoli errori o imperfezioni della voce. Normalmente viene utilizzato in studio di registrazione con gli artisti che stonano, in modo da confezionare un disco che suoni bene. Questo per dire che è sicuramente un ottimo strumento ma… in studio di registrazione!

Trovo che in una gara canora dal vivo non debba essere utilizzato.
Non sai cantare bene? prima di partecipare ad una gara di canto, vai a scuola di canto! Amici lo è? Perfetto: approfitta dell’opportunità e correggi le tue imperfezioni ma non utilizzare uno strumento che lo faccia al posto tuo, non quando devi essere giudicato per le tue capacità canore.

Non accetto neanche che venga detto che l’autotune è la cifra stilistica del rap o del trap. Viene utilizzato da molti anni anche nella dance e nel pop. O forse i giovani rapper pensano di averlo scoperto e valorizzato loro? Ascoltassero Believe di Cher per rendersi conto degli spettacolari effetti di distorsione che può creare e poi ne riparliamo.


Pietro Spallone – Station Manager di ClusterFm

Secondo il mio personale parere era inevitabile, sotto alcuni punti di vista che Biondo, in quanto esponente di un certo genere musicale, ricorresse anche durante la gara all’autotune, poichè lo stesso è un must del settore.

Per quanto mi riguarda, a questo punto, non è ammissibile però che Biondo venga giudicato alla pari di un qualsiasi cantante pop in gara che, non potendo utilizzare lo stesso strumento, va incontro a maggiori “rischi vocali”. Si potrebbe pensare nelle edizioni successive, per ovviare al problema, di creare una gara a parte per gli esponenti del genere trap e similare. Certo, mancherebbe del pepe nelle discussioni, ma qui entriamo in un discorso molto più spinoso.

Detto questo, da uomo di radio quale sono, andrebbe anche spiegato a Biondo così come in realtà a tanti esponenti del genere, che un conto è il disco dove la perfezione con tutte le tecnologie che il 2018 ci permette di avere è sempre dietro l’angolo, un conto è l’emozione di un live dove essere “dirty” può risultare piacevole al pubblico perché anche l’imperfezione, a parer mio, è un arte e rende l’artista più vero, genuino e terreno.


Francesca Binfarè – Giornalista musicale

Autotune alla ribalta. L’esibizione di sabato scorso di Biondo ad Amici ha aperto la questione, e ha messo questo software al centro del dibattito social dopo aver infiammato la trasmissione.
L’autotune non esiste da oggi e se ne fa spesso uso. Ci sta. La questione non è auto-tune sì o no, ma auto-tune in una gara di canto sì o no?

Io direi di no. Heather Parisi ed Ermal Meta, sintetizzando, hanno detto a Biondo che usarlo mentre i suoi compagni ne fanno a meno è come correre dopati. Però qualcuno a Biondo ha permesso di avere l’auto-tune. Immagino che sarebbe stato concesso anche agli altri ragazzi, se lo avessero voluto. Io comunque sarei stata su questa posizione: sì per tutti, no per tutti, proprio perché è una gara.

Se Biondo vorrà usarlo per realizzare le sue canzoni, sarà una scelta più che lecita. L’auto-tune non è il male assoluto della musica, cosa che sembra essere diventato in questi giorni. Però nel contesto di una sfida se ne potrebbe fare a meno. Anche perché non è l’imprecisione nel canto che rende meno artista una persona che artista lo è per altre caratteristiche, che di certo non possono essere “intonate” da un software. Mi piacerebbe che Biondo puntasse su queste, almeno finché parteciperà ad Amici.


Michele Fischietti – Vocal coach, musicista e compositore

Se io fossi il coach o il caposquadra di Biondo, gli farei usare l’autotune per i suoi pezzi, e solo per i suoi.
Biondo è chiaramente, almeno a mio parere, un ragazzo abbastanza stonato se paragonato ai, chiamiamoli, “cantanti veri“, ma non credo abbia le pretesa di diventare il nuovo Stevie Wonder.

Dico che glielo farei usare solo per i suoi brani perchè quando canta “l’errenmbi” (come gli ho sentito pronunciare con un velato accento romano) per me non è assolutamente credibile in inglese.

Primo, perchè posso immaginare non mastichi la lingua così bene, e se devi cantare in un’ altra lingua, la devi sentire, non basta pronunciarla correttamente. Secondo perchè l’ho sentito andare fuori tempo persino in un brano semplice, bianco, come quello di Jovanotti. Terzo, semplicemente, perché è bianco, e non nero, e l’R&B è musica nera. Che poi la facciano anche persone bianche come Justin Timberlake, beh ci sta, visto che gli amici di Timberlake, che comprendono alcuni tra i piu grossi nomi del rap e dell’r&B originale (non le imitazioni italiane) ed i suoi produttori sono in gran parte neri, quindi mastica pane e soul tutti i giorni. Biondo immagino mastichi cacio e pepe, al massimo, ma non in senso negativo, solo per dire che è come chiedere a Drake di cantare un pezzo di De Andrè.

Biondo farà parte di tutto quel genere musicale che sta esplodendo ora, insieme all’Indie dei vari Calcutta, Coez, Cosmo e Irama stesso, dove non devi essere neanche perfettamente intonato, perché ciò che conta è essere sincero (ovviamente, un minimo intonato lo devi essere). Quando io ho allenato Irama per il suo disco, poi per Sanremo, poi per il Coca Cola Summer Festival, e ora per il provino di Amici, ho cercato di intonarlo il giusto ma senza MAI fargli perdere la spontaneità.

Vi ricordo che sta scrivendo uno che ascolta e suona Jazz da anni, e che ascolta Sting, Giorgia, Elton John, gente che come intonazione non gli puoi dire niente. Però capisco il genere, e secondo me usare l’autotune per quel tipo di pezzi come il suo inedito (che sono diversi dalle ballate alla Pesto di Calcutta), per me non solo ha senso, ma aggiunge il giusto sapore al pezzo come un tocco di liquirizia su un buon risotto alla milanese, e dovrebbe essere una cosa normale nel 2018 come era normale per i rappers qualche anno fa (e credo ancora oggi) andare ai Grammy o a spettacoli di tale importanza e cantare sopra il loro disco. Neanche usavano la base, cantavano direttamente sopra di loro, così avevano il doppio della voce e l’effetto era figo.

Se fosse un mio studente, farei la stessa cosa che ho fatto per Irama: cercherei di allenarlo per fare in modo che quando vocalizza per lavorare sulla sua voce sia il più intonato e rilassato possibile, per poi poter avere la libertà di esprimersi come si sente. Come ho postato recentemente su facebook : “Giovani cantautori emergenti, date retta : PRIMA imparate a cantare bene, così DOPO potrete cantare male molto bene.“.

Alla fine, ciò che deve vincere è la musica ed il testo. Certo, se si presentasse per diventare il nuovo Eros Ramazzotti o il nuovo Claudio Baglioni, gli direi “Ah bello, ‘nnamo a fa’ du vocalizzi in piu , va.“. Ma, mi sembra di capire da ciò che ho visto dai video, che non è così.


GionnyScandal – Emo

Facciamo una premessa, l’autotune può essere utilizzato per 2 scopi: il primo è al fine di intonare e rendere “dritte” tutte le noti calanti, il secondo è quello di usarlo come “effetto”, come surplus, come “tocco personale”.
Se l’artista in questione ha ammesso di usarlo per il primo scopo, in una gara VOCALE, credo che Ermal Meta non stia dicendo eresie, io per esempio uso l’autotune, come altri colleghi, perché è il mio marchio, un po’ come i Daft Punk usano il Vocoder, si sente subito che sono loro.

Qui credo che si debba semplicemente dividere la questione “gara” dalla questione “artistica personale”, io sinceramente non avevo mai sentito parlare di Biondo, ma per capire la veritá basta semplicemente andare a sentire se l’autotune è sempre stato utilizzato nei suoi pezzi anche prima dell’entrata ad Amici o meno, se così fosse, doveva darsi una svegliata e pretenderlo dall’inizio del programma in quanto FA PARTE DEL SUO MOOD, altrimenti svegliarsi ora sembra più una scusa. In ogni caso, viva la musica, l’importante è trasmettere qualcosa, con autotune o senza.


Massimiliano Longo – Direttore di All Music Italia

Piccola premessa. Credo che Biondo abbia tutte le carte in regola per percorrere la strada musicale che ha scelto. Una faccia che buca lo schermo e che fa impazzire le ragazzine, simpatia unita a quel tanto che basta di sfrontatezza per risultare sempre divertente (a parte quando sfocia della troppa sicurezza di sé) e una scrittura pulita, fatta di slogan, giovanile… insomma adatta al proprio pubblico anche se, il margine di miglioramento, è ancora elevato e, soprattutto, necessario; al di là di quante views ottengano le sue canzoni in questo momento. Oggi è oggi, ma un artista deve anche piantare i semi da raccogliere domani.

Detto questo rimane il fatto che Biondo è decisamente stonato il che, unito al fatto che al momento non è Ghali, che non detiene la sua capacità di scrittura e non ha il suo vissuto da raccontare in rima, può essere un problema… a meno che il suo sogno non sia diventare un oggetto di marketing per le discografiche per essere gettato via al momento in cui smetterà di funzionare.
Biondo è stonato e deve studiare, deve applicarsi se vuole fare della musica il suo lavoro. Perché i bei faccini non durano per sempre.

Detto questo è vero l’autotune è parte integrante della sua musica, dei dischi che verranno e dei concerti che farà ma l’autotune deve essere un effetto, un rafforzativo, un qualcosa in più che si posa su delle basi che riconducono sempre lì, allo studio… per aver la capacità di adattarsi ad ogni imprevisto che questo assurdo lavoro gli porrà davanti.

Per questo non penso sia giusto che lo utilizzi nel programma, in una gara. La gara deve essere pulita e mettere tutti sullo stesso piano, e se Biondo non crede di essere all’altezza allora, a sbagliare, sono stati quelli che hanno scelto di portarlo avanti nel programma, forse puntando troppo sulla faccia e la simpatia. Irama viene da un genere musicale che è più vicino a quello di Biondo che al pop italiano, eppure sta studiando, ci sta provando, stecche ed errori compresi nel prezzo. Irama sta portando avanti un percorso pulito e “sincero”.

Allo stesso modo anche gli altri cantanti del programma, quelli orientati verso il pop, perché dovrebbero risultare svantaggiati alle orecchie del pubblico a causa del genere musicale che fanno, perché dovrebbero rischiare di prendere una nota sbagliata, calante o crescente per poi essere paragonati ad un’esibizione perfetta di Biondo grazie alle correzioni dell’autotune?
Certo potrebbero chiedere di usare l’autotune anch’essi, ma perché? Perché un artista con una carriera alle spalle può salire sul palco del Festival di Sanremo giocandosi tutto e pagando ogni minimo errore e dei giovani ragazzi ad inizio carriera non possono correre questo rischio?

Allora forse è vera la frase di Christina Aguilera ripetuta dalla ParisiAutotune is for pussies“, frase intesa come “l’autotune è per chi non ha gli attributi, non ha coraggio…”. E per rimanere in piedi nel mondo della musica il coraggio non è un optional, ma una dote necessaria. Meglio impararlo da giovani…

E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nel sondaggio qui sotto!

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