“Avevo deciso di non suonare più. Che idiota! Mi laureo… e smetto di suonare… poi ho messo le mani sul pianoforte…” in queste parole che Ermal Meta ha pronunciato ieri al suo concerto sold out al Mediolanum Forum di Assago per aprire il momento dedicato alla sua vecchia band, La Fame di Camilla, si racchiude tanto di una storia che ha in “perseveranza” la sua parola chiave.
La gavetta di Ermal Meta è stata lunga; dagli esordi come chitarrista degli Ameba 4 passando per il periodo con La Fame di Camilla arrivando infine alla decisione di essere un solista. Una carriera partita nel 2006 che lo ha visto, nel 2012, scegliere di diventare un autore per altri artisti. In pochi anni la sua è diventata una delle penne più apprezzate e ricercate dai cantanti italiani. Ma questo non poteva bastare…
Ermal aveva delle storie nel petto da raccontare e doveva farlo con la sua voce, con quel timbro particolare che ad alcuni discografici non piaceva. Perché ci sono storie che possono essere regalate ed altre che puoi cantare solo se le hai vissute.
C’è stato un periodo in cui, se eri uno che bazzicava nell’ambiente discografico, poteva capitarti facilmente di incappare in discorsi su di lui e sentire una frase che, cambiando nelle parole a seconda della persona, non cambiava di una virgola nel senso: “è un bravissimo autore, ma come cantautore, come solista non ce la può fare…“. Tutto questo, questa storia, non fa altro che rendere ancora più importante la conquista del Forum di ieri sera.
Sì, perché Ermal ieri ha chiuso un cerchio partito poco più di tre anni fa quando alcuni discografici, quelli della Mescal, hanno deciso di credere in lui e così, come loro sono stati la sua fortuna, lui è stata la loro. Uno scambio reciproco fatto di arte ancor prima che di business. Probabilmente se a quel primo Sanremo del 2016 Ermal fosse andato con una major la storia sarebbe cambiata, il talento per arrivare avrebbe dovuto fare nuovi ed ulteriori giri perché, se non vinci il Festival e non vendi cifre esorbitanti con il primo disco, raramente una major continua a credere e investire in te. Per fortuna Meta ha trovato la Mescal e la Mescal ha trovato Meta. Il resto è storia tre Festival in tre anni migliorando di volta in volta il piazzamento in classifica, conquistando uno zoccolo duro di fans sempre più ampio in cui spiccano i suoi Lupi di Ermal e passando dai live a La Salumeria della Musica a quello all’Alcatraz per finire per l’appunto a ieri sera davanti a più di 10.000 persone nel tempio della musica milanese, Il Mediolanum Forum di Assago.
“Questa serata me la ricorderò per tutta la vita, vi dedico questa canzone perché senza di voi io non sono un cazzo…” ha detto Ermal per chiudere un live durato circa tre ore, uno spettacolo in cui non potevi non fermarti ad osservare il pubblico perché è proprio in quel momento, guardando le facce della gente che canta all’unisono con l’artista che capisci che niente sarà più come prima. Ragazzine, mamme, padri, ragazzi che intonano ogni singola canzone, famiglie intere… il pubblico di Meta non è collocabile, la musica di Ermal in barba ai discografici non lo è perché è arte ed ha poco a che vedere con il business e con gli studi di settore, sfida ogni regola e ricorda quando un artista conquistava il tuo cuore piuttosto che i tuoi like.
Quando la scaletta parte capisci subito che ti emozionerai e così è stato, canzone dopo canzone. Il filo conduttore della musica del cantautore è uno soltanto, l’anima. Mentre lo ascolti capisci che ogni singola canzone è stata scritta passandoci attraverso, probabilmente spesso con le lacrime agli occhi. Lo senti su Le Luci di Roma, in 9 primavere o Ragazza paradiso. Sono canzoni che hanno qualcosa da dire e che non ti vengono a cercare, sei tu che le trovi.
Il concerto inizia a con Non abbiamo armi e, contrariamente a qualsiasi logica che imporrebbe di lasciare il palco con un pezzo carico con la gente che ancora salta, termina con A Parte te, delicata ballata che racchiude la quintessenza stessa della musica di Ermal Meta. Ma prima di lasciare il palco Erma regala a sorpresa un’altra canzone non in scaletta, Schegge.
Nelle quasi tre di concerto l’artista ha voluto con sé diversi ospiti, molti di essi non annunciati… perché il suo sold out è stato puro, senza artefici al punto che ci si è potuti permettere di ospitare sul palco grandi nomi della musica italiana e non, senza proclami. Così succede che subito dopo Caro Antonello, la canzone d’amore nata come lettera ad Antonello Venditti il cantautore romano sale sul palco per cantare con lui Che fantastica storia è la vita. Jarabe De Palo è arrivato in Italia per duettare sulle note di Voodoo Love ed infine la voce angelica, cristallina e sempre perfetta di Elisa si è fusa con quella di Meta sulle note della loro Piccola anima.
Sul palco è arrivato poi anche il piccolo Giuseppe, il ragazzino che Ermal ha visto suonare e cantare Non mi avete fatto niente sul web e che ha invitato a cantare con lui “Giuseppe ha 8 anni e ha le palle di stare con la chitarra davanti a 10.000 persone… questo è coraggio!” ha detto Ermal prima di cantare con lui per poi commuoversi sul finale e abbracciarlo. Perché chi nell’infanzia ha visto cose più grandi di sé non può che amare, stupirsi e credere nella forza dei bambini.
Subito dopo la canzone ha ripreso a girare, questa volta con l’arrangiamento, e sul palco è arrivato Fabrizio Moro, compagno di vittoria al Festival di Sanremo, riunendo così i MetaMoro come li chiamano i fan. La loro forza sul palco, il perfetto incastro tra le note prese dalla voce di Ermal e la rabbia che Fabrizio riesce a grattarti via da dentro ha fornito un’anticipazione di quello che sarà l’Eurovision 2018 per noi italiani uno spettacolo, al di là del risultato in classifica forte, dirompente e commovente. Un grido di speranza senza nani e ballerini.
Con i suoi vecchi compagni di avventura, La Fame di Camilla, Ermal ha condiviso il palco per quattro canzoni dimostrando che alcune canzoni rimangono belle col tempo, semplicemente hanno bisogno di più tempo farsi amare e, per dimostrarlo, Ermal tiene fuori dalla scaletta proprio quella forse più famosa, Buio e luce.
Ora potrei anche parlarvi delle luci perfette su ogni brano, di un palco a forma di “E” che avvolgeva il pubblico e lo scrivo, per rispetto a chi ha lavorato dietro le quinte per rendere tutto questo possibile, per fare in modo che Ermal avesse la sua festa, il suo punto (felice) di non ritorno. Perché da oggi nulla sarà più come prima eppure, conoscendo il cantautore, tutto rimarrà Lo stesso nell’essenza.
Potrei parlarvi di tante cose a livello tecnico, di qualche problema nell’audio ma, come ho detto ieri sera a qualcuno, di fronte ad un’anima così, io del lato tecnico me ne fotto, ci sarà sicuramente qualcuno più bravo di me a parlarne, io in quel momento ero troppo dentro alle canzoni per rendermene conto… vi assicuro che in mezzo alla gente, nel parterre, arrivavano solo emozioni e note perfette.
SCALETTA CONCERTO FORUM ERMAL META
1. Non abbiamo armi
2. Gravita con me
3. Ragazza paradiso
4. Le Luci di Roma
5. Caro Antonello
6. Che fantastica storia è la vita con Antonello Venditti
7. Il Vento della vita
8. Amore alcolico
9. 9 Primavere
10. Voodoo Love con Jarabe De Palo
11. Volevo dirti
12. Molto bene molto male
13. Vietato morire
14. Storia di una favola con La Fame di Camilla
15. Niente che ti assomigli con La Fame di Camilla
16. Come il sole a mezzanotte con La Fame di Camilla
17. Piccole cose con La Fame di Camilla
18. Non mi avete fatto niente con il piccolo Giuseppe
19. Non mi avete fatto niente con Fabrizio Moro
20. Quello che ci resta
21. Dall’Alba al tramonto
22. Io mi innamoro ancora
23. Piccola anima feat. Elisa
24. Mi salvi chi può
25. New york
26. Odio le favole
27. Straordinario
28. A Parte te
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