E dopo i presentatori… e dopo i superospiti…. Il festival è finito?
NO! Finalmente lasciamo anche un po’ di spazio alla musica… perché infondo è il festival della canzone italiana, quindi la canzone, in qualche modo, ce la dobbiamo mettere dentro, tra uno stacco di coscia, un’intervista e la televendita.
Vediamo chi c’è… questa volta la mia fonte preferita è il sito ufficiale, vu vu vu punto sanremo punto rai punto it. Ogni cantante presenta due pezzi (come l’anno scorso). Ah… in pratica complichiamoci la vita.
Antonella Ruggiero si presenta con “Quando balliamo” e “Da lontano”. Ero convinta si fosse ritirata dalle scene… in effetti non pubblica un disco dal 2008. Cosa avrà fatto in questi anni? Mistero! Purtroppo io non sono mai riuscita ad apprezzare la sua musica perché la sua voce raggiunge delle note talmente alte che le mie orecchie, e poi il mio cervello, si rifiuta di elaborare correttamente. Avete presente quanto, al mare, senza alcuna attrezzatura, fate a gara con gli amici a chi riesce ad andare sottacqua di testa più giù possibile, fino a toccare con la fronte ad un paio di metri? Ecco, quando lei canta (soprattutto dal vivo) io sento quello stesso, fastidiosissimo, rumore! Quindi, sig.ra Ruggiero, mi perdoni ma, per la mia salute fisica, sarò costretta anche questa volta a togliere il volume della TV.
Arisa, “Lentamente” e “Controvento”. Ma Arisa ci è o ci fa? L’abbiamo conosciuta come personaggio saltato fuori da una puntata di Peppa Pig, coi suoi occhialoni e l’aria stralunata, per poi ritrovarcela in TV fasciata in vestiti super aderenti e tacchi alti. Qual è la vera Arisa? A me piaceva di più quella strana, quella che ti faceva subito sottolineare la differenza tra l’intensità della sua voce e delle sue canzoni ed il personaggio infantile, quasi surreale.
Cristiano De Andrè, “Invisibili” e “Il cielo è vuoto”. Lo ammetto, di lui so solo che è il figlio di Fabrizio e che sua figlia Francesca è andata all’isola dei famosi. Ah, no, ricordo anche un progetto “De Andrè canta De Andrè”, ma, per quanta fatica possa fare e impegno metterci, resterà sempre “il figlio di De Andrè”. Una condanna.
Francesco Renga, “A un isolato da te” e “Vivendo adesso”. Diciamo subito che le foto al mare dell’ultima estate mi hanno fatto passare la poesia: le maniglie dell’amore e la pancia poco tonica NO! E poi questa barba!!! Ce la vogliamo tagliare?!?!? Le sue interpretazioni sono spesso impeccabili, così perfette da farmi chiedere “ma non è che hanno messo su il CD?”.
Francesco Sarcina, “Nel tuo sorriso” e “In questa città”. Almeno lui la barba pare se la sia tagliata, spero solo non sia una foto promozionale quella messa sul sito della rai! Wikipedia mi dice che è il frontman del gruppo Le Vibrazioni… quindi ora mi chiedo: che fine hanno fatto Le Vibrazioni?
Frankie hi-nrg mc, all’anagrafe Francesco di Gesù. Presenta “Pedala” e “Un uomo è vivo”. Per me rimarrà sempre quello di “Quelli che benpensano”.
Giuliano Palma… senza Bluebeaters. Non so quanti anni siano passati da quando alla registrazione di un programma TV, mi hanno fatto salire sul palco e mi hanno fatto una domanda su “Giuliano Palma e i Bluebeaters” che io non avevo mai sentito nominare prima di allora! Premio di consolazione: un bacio al conduttore (Marco Maccarini in versione rasta), ma io avrei preferito lo zainetto. Comunque, orfano di qualsiasi accompagnatore, Giuliano Palma si presenta al festival con “Così lontano” e “Un bacio crudele”.
Giusy Ferreri, “L’amore possiede il bene” e “Ti porto a cena con me”, così non vado neanche all’Esselunga a fare la spesa. Un prezzo alla cinque! No, non ce la farà mai ai miei occhi, a non essere più la “cassiera del supermercato”.
Noemi, “Bagnati dal sole” e “Un uomo è un albero”. “E raccontano che lui si trasformò in albero e che fu per scelta sua…” ah, no, questa l’ha già cantata Ramazzotti! Ne dico solo una… anzi, due: spero abbia reciso quella liana che le scendeva dai capelli durante The Voice e che, per una buona volta, si metta un bel top sotto la giacca perché ci siamo stancati di vedere il suo petto!
Perturbazione, “L’unica” e “L’Italia vista dal bar”. Se non fosse per l’ideatore di questo sito, io questo gruppo, che conosco praticamente solo di nome, non l’avrei neanche mai sentito. Ma mi incuriosisce, spero solo non si siano fatti impacchettare dallo spirito sanremese.
Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots. “Liberi o no” “Tanto ci sei”. Che dire? Boh!!! Se non… che roba è “The bloody Beetroots”? Le sanguinose radici di barbabietola? Il nome è tutto un programma, spero siano all’altezza dell’appellativo che si sono dati!
Renzo Rubino, “Ora” e “Per sempre e poi basta”. Chi!?!??!?!!? Chi è Sergio… no, ho sbagliato, Renzo Rubino?!?!? Io metterei una nuova regola al festival, molto più facile: tra i campioni partecipano i cantanti conosciuti e tra le nuove proposte quelli sconosciuti. Ma con “conosciuti” non deve essere conosciuti dal panettiere del suo quartiere, sua mamma e una manciata di persone che vive di musica anche quando lo stipendio glielo passa un’azienda di recupero crediti! Invoco la grande forza di WIKIPEDIA. WIKIPEDIA vieni a me! Iniziamo a dire che Renzo, in realtà, si chiama Oronzo, è nato a Taranto nel 1988 e ha partecipato l’anno scorso tra le nuove proposte. Non me lo ricordo.
Riccardo Sinigallia, “Prima di andare via” e “Una rigenerazione”. Sul sito del festival gli hanno messo una foto che sembra Massimo di Cataldo e, infatti, la prima cosa che mi sono chiesta è stata: “Non sapevo che di Cataldo ci provasse un’altra volta”. Invece no, è Riccardo Sinigallia che ha visto l’apice della sua carriera verso la fine degli anni ’90, tra l’altro cantando il ritornello di Quelli che Benpensano di Franchie Hi NRG MC (ditegli che deve trovarsi un nome più facile da dattilografare!!!), oltre alle note collaborazioni coi Tiromancino.
Ron, “Un abbraccio unico” e “Sing in the rain”. Secondo me quando un artista vince una manifestazione come il festival di Sanremo, non ci deve più tornare, perché c’ha solo da perdere. Ecco, questa è la mia opinione. Se sei arrivato primo già una volta, nella migliore delle ipotesi potrai pareggiare il risultato, non certo migliorarlo! Ma Ron, che google mi informa che 1 Leu rumeno = 0,223675201 Euro (provate a mettere “ron” nel motore di ricerca e vedrete la quotazione in tempo reale), insiste e, a 18 anni da “Vorrei incontrarti fra cent’anni” che ormai potremmo chiamare “Vorrei incontrarti tra ottantadue anni”, torna a cavalcare il palco dell’Ariston.
Buona visione!