Molte volte è accaduto che nel corso dei suoi 68 anni di storia, i vincitori del Festival di Sanremo abbiano fatto discutere; mai nessuno però più dei Jalisse !
Alessandra Drusian e Fabio Ricci, coniugi nella vita oggi ma non ancora all’epoca, arrivarono alla ribalta dello scalino più alto del podio nel 1997, dopo essere stati assorti a Big grazie al meccanismo di quelle edizioni che voleva che i partecipanti alla sezione giovani dell’anno prima, concorressero per 4 posti da occupare come big l’anno successivo. Una gara nella gara e quell’anno oltre al duo passarono il turno Silvia Salemi, Marina Rei e gli O.R.O, che si unirono a Syria che invece era vincitrice uscente di categoria e pertanto big di diritto.
Ed in quel vistissimo Sanremo i Jalisse sbaragliarono non solo i “loro pari”, ma anche big di grande carriera, quali Anna Oxa, Patty Pravo e Loredana Bertè su tutti. La loro Fiumi di Parole diverrà un classico dell’easy pop elettronico, strappando larghi applausi in sala, soprattutto per il cantato perfetto e cristallino della brava Drusian; inoltre i due sul palco si guardano, si sorridono, qualcosa si cerca di cogliere tra loro. L’Italia sembra avere bisogno del rimpiazzare Albano e Romina e così premia quella canzone carina ed orecchiabile oltremodo… ma la cosa viene vista esagerata e pertanto non perdonata. La stampa li bacchetterà da subito, accusando di plagio la canzone per la somiglianza con Listen To Your Heart dei Roxette, stroncando il loro album dalle influenze celtiche e declinandoli ad un oblio quasi costretto, forzato.
Da allora per Alessandra e Fabio è diventato più che complicato riuscire a riagguantare non il successo, ma finanche l’occasione per potersi esibire in qualunque contesto che avesse a che fare come minimo con la tv e la radio, salvo per situazione revival sempre con la stessa canzone, quella Fiumi di Parole ormai, si suppone, andata a noia al duo stesso, gioia e dolore di una carriera tutta. Inoltre il loro nome è tirato fuori ad ogni esempio negativo da fare, manco fossero il male della musica italiana da respingere armati d’aglio e crocefissi.
Questo fino ad oggi, periodo in cui i Jalisse si giocano la loro nuova carta nello show di RaiUno Ora O Mai Più…
Siamo felicissimi di questo ritorno, di avere la possibilità di potersi nuovamente esporre ad un pubblico mediatico importante, quello della rete ammiraglia Rai.
Ma quando vi è arrivata la proposta, cosa vi siete detti tu e Fabio? Avete pensato di accettare subito?
No. Siamo stati invitati la settimana prima di Pasqua a fare un provino. Una volta li, ci hanno spiegato esattamente di cosa si trattasse e che il programma si sarebbe intitolato Ora o Mai Più. Lì ci siam guardati ed abbiamo risposto: “State scherzando?” Il titolo è forte, però se la prendi positivamente, come una possibilità di potersi raccontare di nuovo.
Raccontarsi era importante per voi?
Ha fatto la differenza. Nel corso degli anni si sono dette tante cose su di noi, ma non siamo stati noi a dirle. Stavolta oltre a fare musica potevamo anche spiegare un po’ chi sono davvero i Jalisse.
Perché i Jalisse non si sono fermati al 1997, lo vogliamo dire?
Assolutamente no! Non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato ad avere una produzione di cose nuove abbastanza costante. Siamo anche quelli di Fiumi Di Parole ma anche tanto altro.
Non vi ha spaventato l’idea di essere messi al cospetto, al giudizio, di maestri che alla fine sono colleghi che in alcune circostanze, compreso quel Sanremo, avete persino battuto?
Ecco! Quando abbiamo saputo chi erano i maestri, qualche piccolo pensiero lo abbiamo avuto. E’ vero, tre di loro, in particolare, li abbiamo sconfitti proprio in quel Sanremo, ma alla fine il Festival mica lo abbiamo rubato? Ci ha votato la gente, ci hanno scelti, mica possiamo pagare per sempre perché piacemmo al pubblico e non alla stampa?
E subito dopo aver ricantato la vostra hit in trasmissione, la rete l’ha riscoperta commentandola molto positivamente…
Tutti i commenti che abbiamo ricevuto e letto effettivamente erano positivi. Certo non è mancata qualche critica ma era più pretestuosa che motivata. Non avremmo mai immaginato.
Non è mancata la polemica live comunque durante la prima puntata quando i maestri Bertè, Leali e Pravo non hanno avuto parole buone per voi. Loredana, in particolare, ha persino definito il tuo un falsetto brutto…
La cosa ha fatto gran notizia però devo dire che non c’è stato bisogno di rispondere granché! Ha risposto Orietta Berti per noi. Non c’era bisogno di aggiungere oltre, sarebbe stata solo legna sul fuoco. E poi io non canto in falsetto, semmai come ha detto Orietta, io canto un lirico leggero. E comunque accettiamo le opinioni.
Lavorate con Michele Zarrillo come maestro, come è lavorare con lui?
Avrei lavorato con tutti, mi sarebbe proprio piaciuto poter intercambiare i giudici di puntata in puntata…
Inizialmente sembrava dovesse essere così o sbaglio?
Si, inizialmente si, poi alcune cose si sono modificate. Avere avuto però Michele, che conoscevamo già, ci ha fatto davvero piacere. E’un grandissimo professionista, pignolo, preciso ma con una caratteristica fondamentale: ha un grande cuore, una grande umanità. E’ molto istintivo tra le altre cose e questo è bello perché ti permette di lasciarti trascinare dall’emozione, emozionandosi lui per primo. Siamo fieri di lavorare con tale maestro e speriamo che anche lui sia orgoglioso dei suoi allievi.
Cosa ti piacerebbe cantare tra le cover da fare nel corso delle puntate?
Ho lanciato la possibilità anche di qualche brano straniero; mi piacerebbe cantare molto Annie Lennox ad esempio. Però loro scelgono brani strafamosi, che siano riconoscibili dalla prima nota.
Invece trai brani della sterminata carriera del vostro coach, quale vi piacerebbe cantare?
La mia preferita delle sue ho già avuto la fortuna di cantarla e cioè Cinque Giorni.
Durante l’ultima serata avrete l’occasione di esibirvi nel vostro inedito…
Si abbiamo un brano pronto e non vediamo l’ora di farlo ascoltare alla vasta platea che per fortuna ci sta seguendo.