“Raige è cantante, autore e scrittore.
Raige è troppo Rap per essere Pop e troppo Pop per essere Rap.
Raige sa solo ciò che non è.”
Questo è lo slogan che accompagna il ritorno di Raige con un nuovo singolo in uscita in radio, nei digital store e sulle piattaforme streaming domani, 24 agosto. Un brano che rappresenta il primo capitolo di una nuova avventura discografica che lo vede passare da Warner Music Italia ad Artist First, e di cui oggi vi presentiamo in anteprima il testo, lucido e tagliente come una lama.
A un passo da te, questo il titolo della canzone, è stata scritta dallo stesso Raige che si è avvalso della collaborazione di Davide Simonetta e Annalisa. Un pezzo hip-hop, catchy nei suoni e nella melodia, ma caratterizzato dalla scrittura del cantautore rap, una scrittura cinematografica, evocativa e dura al punto giusto che anche questa volta ad andare a toccare il nervo scoperto di questa società un po’ allo sbando.
In A un passo da te Raige racconta l’amore dal punto di vista di chi, dopo che una storia finisce, si ritrova a fare i conti con se stesso andando a tirare le somme su di un rapporto talmente logoro da impedirgli di riconoscersi in ciò che era.
C’è una domanda che è il punto focale nel testo di questo nuovo brano… Quand’è che siamo diventati grandi?
Quando abbiamo scelto di barattare la spensieratezza, la nostra felicità, con la ricerca spasmodica della solidità seguendo due parole rassicuranti ma, allo stesso tempo, soffocanti come “impegnarsi e guadagnare”?
A trent’anni i problemi si fanno più grandi, più importanti, e riescono a mettere in secondo piano anche ciò che conta. Raige lo racconta con la semplicità e la lucidità con una serie di rime chirurgicamente precise che mettono a nudo le ansie e le preoccupazioni di tutta una generazione, una generazione che a volte dimentica che “Piangere senza vergognarci” è probabilmente la massima espressione della complicità e dell’intimità… solo a chi teniamo davvero siamo in grado di mostrare il fianco, il nostro lato più debole e insicuro.
Per rafforzare l’impatto del ritornello Raige ha chiamato a cantare Sewit… “A un passo, a un passo da te, ma non riesco ad afferrati a un passo da te…“. Per rappresentare questo vicinanza caratterizzata da una lontananza invalicabile Andrea Pugliese per Daltonica, colui che ha curato l’artwork del progetto ha scelto di usare due omini del biliardino (o calcio balilla che dir si voglia), due omini costretti a guardarsi senza mai potersi toccare, a un passo uno dall’altro, per sempre.
IL VIDEOCLIP DI A UN PASSO DA TE
Il videoclip di A un passo da te è stato diretto da Claudio Zagarini con la produzione di Piersante Di Biase per Oki Doki ed uscirà lunedì 27 agosto su Vevo. Un video in cui si è voluta trovare una nuova chiave di lettura a quello che è il racconto della canzone… la storia inquadrata da un’altra prospettiva, ovvero quella dell’effetto di un amore che finisce su una bambina.
Protagonista è infatti un padre single, categoria spesso dimenticata e sicuramente poco raccontata dai media in Italia. Un padre alle prese con la difficoltà di crescere da solo una figlia, strozzato tra problemi economici e la mancanza di un lavoro, ma che fa di tutto per non far pesare tutto questo sulla sua bambina.
Negli scorsi giorni Raige ha regalato ai suoi fan attraverso i social una piccola anteprima del video mostrando il backstage dello stesso. Eccolo qui a seguire.
RAIGE – A UN PASSO DA TE – TESTO
Stringimi forte amore mio,
perché un abbraccio perso è un pò come un addio,
si lo so che capita,
succede una volta e succederà,
io ti ho tenuta stretta veramente
con i tuoi difetti e paure,
e ti ho vestita senza dirti niente
di carezze e di cure,
scivola, scivola, scivola,
leggera sopra il mondo finché non ti senti libera
adesso scivola, scivoli, ancora
leggera sopra il mondo e senza dire una parola
A un passo, a un passo da te,
ma non riesco ad afferrarti, a un passo da te
e passano stagioni e temporali come niente fosse ma tu non passi mai, a un passo da me,
a un passo da te
a un passo da te
a un passo da te
Ti ricordi come eravamo?
in giro oppure a casa sul divano?
bastavo uno sguardo e ci capivamo,
bastava un niente: lo dividevamo
eravamo l’invidia degli altri,
finché il tempo non ci resi distanti,
lavori importanti e problemi giganti
e ora mi chiedo: ma quand’è che siamo diventati grandi?
scivola, scivola, scivola,
leggera sopra il mondo finché non ti senti libera
adesso scivola, scivoli, ancora
leggere sopra il mondo e senza dire una parola
A un passo, a un passo da te,
ma non riesco ad afferrarti, a un passo da te
e passano stagioni e temporali come niente fosse ma tu non passi mai, a un passo da me,
a un passo da te
a un passo da te
a un passo da te
Quand’è che siamo diventati grandi?
che abbiamo smesso di emozionarci
di uccidere la noia,
di spegnere la luce e non pensarci
piangere senza vergognarci,
piangere senza vergognarci …
A un passo, a un passo da te,
ma non riesco ad afferrarti, a un passo da te
e passano stagioni e temporali come niente fosse ma tu non passi mai, a un passo da me,
a un passo da te
a un passo da te
a un passo da te