Poche settimane fa, analizzando i risultati di vendita del mercato discografico relativi al primo semestre del 2014 (QUI l’articolo), ci siamo spinti in una riflessione riguardante il nuovo modo di usufruire la musica in Italia.
In particolare abbiamo notato quanto il boom delle piattaforme per lo streaming online gratuito come Spotify, Deezer o TimMusic (cresciuto del 134% secondo dati Deloitte), potesse portare gli ascoltatori verso una graduale disaffezione verso il prodotto musicale nella sua unicità, in favore di un ascolto distratto e sempre più sommario.
Solo pochi giorni fa abbiamo riportato un’ulteriore riflessione sul tema, scritta dal giornalista e critico musicale Paolo Giordano sul proprio blog, in un articolo intitolato: “Ma gli album hanno ancora senso?” (potete leggerlo QUI), al quale seguirà un sondaggio sul nostro sito online da domani.
Ed è notizia di queste ore che da settembre lo streaming audio inciderà anche sulle classifiche FIMI, finora realizzate combinando i dati di vendita di supporti fisici e digitali.
Ad annunciarlo il Corriere della Sera, tramite un’intervista ad Enzo Mazza, attuale presidente FIMI, che dichiara: “Teniamo le classifiche al passo con l’evoluzione dei consumatori. Lo streaming è un fenomeno inarrestabile ed è trainato dal mobile e dalla generazione dei 16-24enni. Stiamo testando il sistema in questi giorni e dopo le vacanze avremo la nuova classifica in cui 100 streaming saranno equivalenti a 1 download“.
I test sono stati avviati in Italia all’inizio di quest’anno, come riportava Rockol e lo stesso Mazza: “È inevitabile dal momento che questo è il trend di evoluzione del mercato. Abbiamo seguito la stessa strada quando (a partire dall’ottobre del 2011) abbiamo deciso di integrare download digitali e vendite di supporti fisici nella classifica degli album. Si tratta solo di studiare con attenzione le formule di equivalenza tra le due modalità di consumo, in modo da arrivare alla compilazione di una classifica corretta ed equilibrata“.
Lo streaming online incide già nelle classifiche dei mercati musicali più influenti del mondo come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Svezia.
In Italia sarà un’ulteriore stoccata alla musica nostrana. Basti pensare alla classifica dei brani più ascoltati su Spotify nel nostro paese, aggiornata al 24 agosto. Solo un brano italiano è presente nella top 50: Il mio giorno più bello nel mondo di Francesco Renga, alla posizione #47.