Elisa, il nuovo disco è un diario aperto per dichiarare finalmente finita l’attesa
Ci sono dischi che a volte arrivano a suggellare una maturità piena, acquisita e nel caso di Elisa questa sembrava risolta e dimostrata quando la nostra si esprimeva in inglese ma mai invece pienamente quando lo faceva in italiano. Non mi si fraintenda: Elisa ha fatto diverse cose ottime anche in lingua madre nel corso della sua ventennale carriera, ma esse fino ad oggi erano delle perle che impreziosivano dei lavori non così ugualmente preziosi o per lo meno, seppur qualitativamente buoni, non così memorabili e spesso anche facilmente ripiegati su una propensione alla litania facile, con sbadiglio a seguire.
Oggi invece la cantautrice friulana esce con questo Diari Aperti che è finalmente davvero una pagina aperta sulla sua nuova musica italiana; c’è linfa vitale sia nei testi che negli arrangiamenti, c’è la sua riconoscibile penna ma anche l’avvalersi di ventate d’aria fresca come Calcutta per il bellissimo singolo di lancio Se Piovesse Il Tuo Nome, che è mistura perfetta di melodia, suoni evocativi e testo con liriche intelligenti che nelle figurazioni non lasciano indifferenti: la città è piena di fontane ma non sparisce mai la sete… la città è piena di negozi ma poi chiudono sempre e rimango solo io a dare il resto al mondo. E c’è anche il giovane napoletano Davide Petrella già de Le Strisce che invece firma Tua Per Sempre, ballata che vive del contrasto tra la battuta forte e la scelta d’interpretarla in soffusi falsetti nelle strofe, spesso raddoppiati vocalmente, prima di aprire ad un inciso pieno, melodioso ed anche pretenzioso per aspiranti cantanti.
L’Amore Per Te non mi fa pensare che a te e alle nostre impronte su base di chitarre mi ha ricordato un ispirato Mango per metrica e passaggi tra voce piena e falsetti, mentre sempre la chitarra, ma in veste più tenue, guida Con Te Mi Sento Così che è una piccola dichiarazione delicata, che puoi immaginare cantata dalla nostra al suo compagno anche seduta davanti ad un cammino di un soggiorno caldo, quando il freddo fuori congela i vetri delle finestre e ne appanna gli interni. Stupisce poi in coda il duetto con Francesco De Gregori, il principe dei cantautori, qui solo interprete per la penna della stessa Elisa che però ha dimostrato con questa scrittura di avere ascoltato tanto anche il maestro romano; Quelli Che Restano è un palleggio di frasi ad effetto, che è chiaramente più un racconto emozionale, un duetto fatto per restare una perlina da ricercare e non da esporre alle fiere radio e tv. Per questo è decisamente più d’effetto la ballata Promettimi in cui ho imparato a dire ti voglio bene, a saltare senza contare e che conta quel che rimane.
Ci sono anche momenti easy che non perdono però la capacità d’interessare come nel brano d’apertura Tutta Un’Altra Storia, che ha cadenza di piano simpatica alla base ed un’irriverenza surreale come scelta d’interpretazione o come Vivere Tutte Le Vite con chitarra alla Jason Mraz che accompagna fino ad un inciso scanzonato con sovrapposizioni vocali e coretti di sottofondo che fanno tanto anni 60. Non ha quindi solo aperto i suoi diari Elisa; lo ha fatto lasciandoli lì, sulla scrivania, permettendo finalmente a tutti di poterli leggere. Ed all’interno in tanti potranno ritrovarsi, chi schiaffeggiato da una frase importante, chi da un ritmo che lascia pensare alle belle giornate, chi da una melodia che ti spinge ad accendere una piccola luce, restando nell’angolo ad ascoltare. E lo aspettavamo Elisa, si che ti aspettavamo.
BRANI MIGLIORI: Farei prima a dire cosa non mi piace… niente!
VOTO: Otto ½
TRACKLIST
1. Tutta un’altra storia
2. Se piovesse il tuo nome
3. Tua per sempre
4. Anche fragile
5. Promettimi
6. L’Amore per te
7. L’Estate è già fuori
8. Con te mi sento così
9. Vivere tutte le vite
10. Come fosse adesso
11. Quelli che restano
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