Negli scorsi giorni al momento dell’annuncio del cast del Concerto Primo Maggio Roma 2019 è partita una polemica riguardante la scarsa presenza femminile. A lanciarla Michele Monina che già per il Festival di Sanremo (sia nel 2018 che nel 2019) lanciò un discorso simile. Ambra Angiolini, presentatrice della manifestazione con Lodo Guenzi, non ci sta e risponde per le rime.
Le donne che saliranno sul palco del Concerto Primo Maggio Roma 2019 sono in effetti solo 4 su 76 artisti totali (compresi i componenti di band etc…). Tutte facenti parte di gruppi o duo.
Va detto che, al netto delle polemiche, All Music Italia è al corrente del fatto che alcune presenze femminili “soliste” erano previste, anche grandi nomi, ma in seguito non sono più rientrate nel cast o per scelta loro o per impegni precedentemente presi.
Resta il fatto che oggi una delle domande fatte in conferenza stampa riguardava proprio questo argomento…
“Cosa ne pensate della polemica che dice che ci sono troppe poche donne nella scaletta del Concerto del primo maggio?“, una domanda che ha fatto partire la risposta pronta di Ambra Angiolini…
“A voi vi sembra davvero una polemica questa, non sono ironica, sono seria sono una donna, sto attenta a tutto quello che succede…
La dobbiamo smettere di far finta di parlare di cose che non hanno senso. Io da donna non mi sento offesa perché non ho contato quante donne ci stanno sul palco del Primo maggio.
Le motivazioni ci sono… se questa è una radiografia del paese, perché lo è, vuol dire che il problema sta a monte. Perché nelle classifiche, nelle classifiche ufficiali ci sono solo due donne?
Perché non lo chiediamo alle case discografiche, perché non lo chiediamo a chi c’è prima del Primo maggio? Il primo maggio non ha fatto una selezione pensando questa è donna via, questo è uomo dentro. È stata fatta una selezione sulla musica che è nelle prime posizioni della classifica e le donne che c’erano loro stesse non erano disponibili.
Parlare di contare le donne in una lista di un concerto, dare alla musica la sensazione che pur di esserci il 50 e 50 ci infili dentro chiunque, ci sono dei numeri che parlano, su mille iscritti al contest, 90 sono donne e gli altri sono uomini, ora non so perché non si sono presentate più donne.
Questa è la radiografia di quello che succede prima, il Primo maggio non è responsabile di quello che non succede nella discografia. Quindi dov’è la polemica, parliamo di dov’è la sicurezza nel mondo del lavoro, dobbiamo piantarla di parlare e far scoppiare polemiche inutili perché sfido qualsiasi donna intelligente a prendersela contando le donne sul concerto del Primo maggio, e me ne prendo ogni responsabilità, anche sul fatto che mi sto incazzando…“.
Quel che dice Ambra è sicuramente veritiero. Se controlliamo infatti la Top 100 degli album più venduti della settimana rilasciata da FIMI troviamo una sola donna in Top 20, Giordana Angi, cantautrice al momento impegnata dentro Amici di Maria De Filippi.
Un numero che sale a 5 se si arriva alla Top 50 grazie a Fiorella Mannoia, Elisa, al disco di debutto di Priestess e all’album di Alessandra Amoroso.
Se decidiamo di scendere ancora più in basso, fino alla fine della Top 100, le donne italiane in classifica con un disco salgono a sette. Si aggiungono infatti a quelle di cui sopra le sole Mina e Giorgia.
7 donne (e mezzo visto che ci sono anche i Coma_Cose) su 73 dischi italiani presenti nella Top 100 FIMI. Va da sé che la musica da classifica in Italia non è delle donne.
Certo, va anche detto che Ambra parla di un cast con “gli artisti ai primi posti in classifica” e, va detto, non è che tutti gli artisti presenti al Concerto Primo Maggio Roma 2019 occupino esattamente i vertici della classifica di vendita.
In Italia ci sono sicuramente molte meno donne soliste che fanno musica, ma comunque ci sono.
Il problema forse è che spesso sono meno in vista degli uomini, più di nicchia in un paese dove, a smuovere il mercato, sono principalmente “le donne che acquistano uomini” e dove gli uomini sono più propensi verso l’acquisto/ascolto di alcuni generi musicali come il rap.
Ecco, l’unica appunto/consiglio che possiamo muovere all’organizzazione del Concertone è che forse a volte servirebbe un po’ più di coraggio in questo senso. Scegliere tra le donne qualcuno da lanciare e non assecondare quello che già avviene nei circuiti mainstream come in quelli indie. Siamo certi nel dire che il Concerto del Primo Maggio è cresciuto negli ultimi anni al punto che, oggi, può permettersi di osare e rischiare rispetto al passato liberandosi anche di alcune barriere di genere musicale.