Concerti 2021 e artisti emergenti. Questi sono i due argomenti di cui mi preme parlare oggi in questo editoriale. Di uno si è parlato molto, dell’altro per niente.
In questi giorni ho realizzato un’intervista con Samantha Suriani uscita proprio oggi su Bellacanzone.it.
Alla fine dell’intervista Samantha mi ha fatto una domanda diretta…
“Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia nei prossimi mesi?”
Una domanda su cui ci sarebbe poco da aggiungere in realtà, la risposta è scontata e sotto gli occhi di tutti quelli che si occupano di musica, che vivono, o ci provano, di musica.
Artisti, più o meno grandi e tutte le manovalanze, le agenzie di booking, gli organizzatori di concerti e tutti i loro dipendenti, i locali di musica dal vivo…. Quasi tutto è stato spostato all’anno prossimo, al 2021, tranne qualche live qua e là a pubblico limitato che, ovviamente segue le rigide ma necessarie regole anti-covid19.
Il problema è che in tutto questo ci siamo scordati gli artisti emergenti, mentre i locali di musica dal vivo, già pochi in Italia, chiudono uno dopo l’altro, nessuno pensa ad aiutare anche questi giovani e i loro sogni, il loro talento.
E questo infatti ho sottolineato nella risposta a Samantha:
“La vedo dura. Il problema è che si concentrano tutti sui tour dei nomi già conosciuti ma la vera tragedia è per gli spazi live per gli artisti emergenti. A quelli non sta pensando nessuno.
Già prima la situazione era pessima in molti casi… ti chiamavano quasi solo a far cover, inediti pochi se no il pubblico si annoia. Poi ti pagavano in base a quante persone portavi tu, come se tu non stessi dando un servizio aggiuntivo al pubblico del locale, no dovevi portato tu il pubblico… ora con questa crisi sarà ancora più dura perché tanti locali sono costretti a chiudere, vedi a Milano l’Ohibò e Il Serraglio.“
E questo è. La situazione della musica live per artisti non noti in Italia era oggettivamente già tragica prima del Covid-19, ora è praticamente morente.
Gli artisti emergenti venivano invitati a suonare nei locali nella maggior parte dei casi con imposte delle condizioni assurde. Condizioni che, va detto, spesso erano impostate dai gestori dei locali perché il pubblico italiano è pigro.
Chi è andato a Londra, giusto per citare una città europea, sa che in moltissimi locali troverà la musica dal vivo, artisti emergenti che suonano le proprie canzoni inedite. Alcune star sono state addirittura scoperte così.
In Italia manca questa curiosità (o cultura musicale, chiamatela come volete). E per questo tra le condizioni che spesso i locali di musica live impongono agli artisti c’è quella di suonare per almeno il 70% cover “se no il pubblico non conosce le canzoni e si annoia“.
Essere pagati è difficile. Eppure quello di avere la musica dal vivo dovrebbe essere un servizio in più che il locale da ai suoi clienti, non un favore agli artisti. Quindi non dovrebbe prevedere vincoli…
E invece spesso si chiede agli artisti stessi di portare pubblico (“Quante persone riesci a far venire?“) e, non di rado, gli artisti venivano pagati con una percentuale sulle consumazioni. Nel migliore dei casi, altrimenti cena con birra e via.
E ora nell’era del Covid-19 quale futuro c’è per questi artisti di farsi ascoltare e di provare a vivere di musica? Praticamente nessuna, molti locali di musica live stanno chiudendo. Da manager di due artisti emergenti vi assicuro che la vivo in prima persona… non si sa dove e come sbattere la testa. Ed è frustrante perché abbiamo tra le mani la responsabilità del talento e dei sogni di questi ragazzi.
E allora ho pensato di lanciare un appello con largo anticipo. Un appello agli artisti noti e conosciuti dal pubblico, di qualsiasi “grandezza”, nessuno escluso. Un appello alle agenzie di tour e metto Friends & Partners per prima, e lo faccio perché in questi mesi si è dimostrata forse l’unica ad aver ascoltato gli appelli, compresa l’iniziativa #Iosuonodacasa lanciata da Rockol, All Music Italia e diversi altri siti di musica al seguito.
Mi piacerebbe che gli artisti oltre a preoccuparsi, giustamente sottolineo, delle maestranze, pensassero anche a questi artisti che stanno provando a sopravvivere, magari smuovendo il governo anche verso chi voce non ne ha, ma non solo, con un gesto concreto e coraggioso sopratutto.
I live ripartiranno nel 2021.manca ancora tanto. Se ognuna della agenzie di live si impegnasse a garantire l’apertura dell’intero tour ad un numero variabile di artisti emergenti, da 1 a tre in base alla grandezza dell’artista, da loro scelti dandogli così spazio e visibilità (e magari almeno il gettone trasferta), allora riusciremmo a fare veramente qualcosa di importante per la musica.
Si potrebbero lanciare Contest, selezioni o quel che si vuole dalle pagine dei singoli artisti o delle agenzie di live. Si potrebbe veramente dare un segnale di speranza alla musica, quella che nessuno ascolta, e non perché non sia bella.
Con un’unica condizione, giusto sottolinearlo perché a volte capita… artisti scelti non tra quelli dell’agenzia o imposti da manager o altri membri dello staff. Si può fare? Io dico di sì, non è facile ma si può fare.
Se lo vogliono gli artisti si può fare e gli artisti, si sa, hanno il potere di smuovere le coscienze.