Vladimir Luxuria si scatena sul web contro Irama per il testo di un suo brano che, a suo avviso, inciterebbe alla violenza e chiede alle radio di boicottarlo.
Questo è il fatto, ma facciamo un passo indietro…
Circa sei mesi fa esce l’ultimo disco di Irama, Giovani. Al suo interno è contenuto un brano intitolato Stanotte in cui una frase recita testualmente:
“Voglio chiudermi in un bar
poi spogliarti sulla metro
far a pugni con quel trans
risvegliarmi senza un euro…”
Solo oggi Vladimir Luxuria si accorge di questi versi della canzone e Twitta dal suo profilo:
“ ‘Voglio fare a pugni con quel trans’ canta Irama nel brano ‘Stanotte’.
In questo periodo ci mancava pure la canzone che incita alla violenza.
Chiedo alle radio di non mandare in onda questo invito alla #transfobia, da Irama non me lo sarei aspettato.”
Ovviamente la notizia viene ripresa da diverse testate web.
L’intervento di Luxuria, persona intelligente e di cultura mi ha stupito.
Irama nella canzone racconta una storia e come tutti i cantautori attinge dalla realtà. In questo caso quella di una serata in cui, tra le altre cose, avrebbe voluto fare a pugni con ‘quel trans‘.
Quel trans, uno specifico e non i trans in generale. Avesse affermato questo allora potremmo parlare di transfobia, ma così non è.
Quando intervistai Irama per l’uscita di Giovani, parlammo proprio di questa canzone, di questo testo e gli chiesi se era conscio che qualcuno avrebbe potuto attaccarlo per avere usato la parola “trans”. Lui mi rispose: “Massi, ma perché devo cambiare questa parola in ‘uomo’ o ‘Ragazzo’ quando la realtà è che quella volta ero arrabbiato con un trans che faceva il gradasso? Io ero solo arrabbiato e l’ho scritto, e ho scritto la realtà.”
Prendersela con una frase del genere all’interno di una canzone vuol dire trovare un pretesto (sbagliato) per far parlare di un argomento.
Le canzoni devono fotografare la realtà e, se per qualcuno trans è una parola sbagliata, allora l’errore sta nell’occhio di chi guarda e nelle orecchie di chi ascolta. Ce ne sono tanti, per carità, ma non possiamo sottostare alle loro logiche.
Quando Fabrizio De André cantava ne La Ballata de l’amore cieco (o della vanità): “Gli disse amor se mi vuoi bene tagliati dei polsi le quattro vene” stava istigando la gente a suicidarsi per amore?
O ancora quando Vasco Rossi ha inciso: “Ho perso un’altra occasione buona stasera, È andata a casa con il negro, la troia” stava inneggiando al razzismo e, al tempo stesso, dando delle troie a tutte le donne?
Certo parliamo di periodi storici molto diversi dall’attuale. Oggi Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi verrebbe censurata, non potrebbe neanche esistere. Se oggi, rispetto ad allora, l’omofobia e la violenza sulle donne sono aumentate, è perché non ci si nasconde più per fortuna. La donna, molto più spesso di allora, non sta più zitta di fronte alla violenza. Il gay prova (e non sempre ci riesce) a vivere alla luce del sole la propria sessualità e allora succede che chi è contro, rispetto a prima, senta la necessità di urlare il proprio odio e disprezzo.
Io credo siano altre le canzoni che incitano all’odio e alla violenza. Penso -e lo affermo da omosessuale (che per me non è un’etichetta, ma parte di quello che sono)- che bisogna smetterla di trovare pretesti per portare avanti battaglie giustissime ma che rischiano di diventare ridicole se si vede del marcio ovunque. Solleviamo lo scandalo quando è realmente tale se vogliamo dargli il giusto peso specifico.
Nel contempo arriva Manila Gorio, una modella e presentatrice transessuale che onestamente non conoscevo affatto. La ragazza, (guarda caso!) due ore dopo la pubblicazione del Tweet di Luxuria e senza averne mai fatto parola prima, afferma di essere lei il trans in questione e posta la sua rabbia su Instagram:
“Ricordo ancora quella sera a Milano, caro Irama, quando tu e i tuoi amici mi avete deriso e aggredito a parole.
La tua canzone, ricordando quel momento, dovrebbe essere bandita da ogni diffusione. Faccio appello affinché Irama mi faccia le sue scuse e corregga il testo della sua canzone che cita ‘quel trans’ bene quel trans ha un nome, una dignità, una storia! Quel trans come ti sei divertito a cantare sono io!”
Non ho abbastanza elementi per stabilire se quanto afferma la signorina Gorio sia vero o no. Fatto sta che fino ad oggi non si era mai lamentata di questo episodio che la avrebbe vista coinvolta. Guarda caso ha aspettato che Luxuria lo portasse all’attenzione pubblica per parlarne, rendersene protagonista e mostrare la propria indignazione.
Se quanto lei afferma fosse vero, perché aspettare di essere inserita in una canzone per chiedere rispetto per la propria dignità di essere umano e pretendere delle scuse da Irama?
Non so perché ho il sospetto che ora queste fantomatiche scuse cercherà di ottenerle in ogni dove, soprattutto nei vari salotti televisivi, se le concederanno spazio. Sempre nel beneficio del dubbio che Irama abbia realmente litigato verbalmente con questa persona e che si riferisse realmente a lei nel testo.
Non voglio sminuire le battaglie a cui si riferisce Luxuria contro la transfobia e l’omofobia che esistono e con le quali combattiamo ogni giorno. Ma non è questo il caso. Incitare le radio a non supportare un artista è forse un gesto pacifico e che predispone ad aprire un dialogo? Non mi sembra. Voglio credere, e lotto ogni giorno nella mia quotidianità, in un paese in cui si possa trattare le persone allo stesso modo e dove non ci si debba preoccupare di scrivere ragazzo o trans.