3 Febbraio 2020
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3 Febbraio 2020

Intervista a Barbara Cavaleri: “Il mio album? Aperto, libero, deciso, consapevole”

Intervista di presentazione di "Come una Stella - Novastar", il nuovo album della cantautrice Barbara Cavaleri prodotto da Fabio Mecuri e Simone Pirovano.

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Il 28 gennaio è il giorno dell’uscita per LoopMusic di Come una Stella – Novastar, il nuovo album di inediti della cantautrice Barbara Cavaleri.

Un disco dalle spiccate sonorità elettropop, nel quale spicca la voce delicata dell’artista, che guida l’ascoltatore in un universo parallelo e futuro. I brani raccontano i problemi che avvolgono la società e che inevitabilmente si riversano sulle persone e sul loro comportamento.

“Questo disco rappresenta uno scenario futuristico in cui vive un prototipo di Donna, a cui non ho voluto dare un nome per non avvicinarla ad alcun modello esistente. Ogni canzone è un episodio di vita vissuta dalla protagonista, passando da uno sguardo sulla vita quotidiana, racchiusa metaforicamente “In Lattina”, a quello sul conflitto esacerbato da un contrasto sociale troppo alto tra chi ha potere e chi lo subisce. Chiaramente le relazioni in uno scenario in cui la persona è considerata solo un tassello dello sviluppo di un sistema futuristico, sono un campo in cui misurarsi diventa quasi avventuroso, ma è proprio qui, in questo contesto, che le certezze continuano ad esistere, realizzandosi musicalmente in melodie più dolci e in atmosfere più rarefatte.”

Queste le parole con cui Barbara Cavaleri racconta il nuovo album, che è stato anticipato dal singolo In Lattina, prodotto da Fabio Mecuri e Simone Pirovano.

INTERVISTA A BARBARA CAVALERI

Abbiamo contattato Barbara Cavaleri per parlare del nuovo progetto musicale. Ecco la nostra intervista.

Come mai hai scelto come singolo di lancio proprio “In lattina”?

È un brano che nella sua “facilità” melodica, in realtà racchiude gran parte dell’essenza di tutto il concept del disco. È la presentazione della Donna che vive a Novastar. Mondo futuristico e immaginario creato durante la scrittura dei brani. Questo disco rivela una parte pop di me, almeno, per me lo è molto più di tutto quello che ho fatto in passato. “In lattina” è frutto di una scrittura spontanea, ma quello che amo di più è il contrasto tra musicalità e narrazione: sono tra loro estremamente contrastanti. Avevo bisogno di leggerezza nel raccontare della “trincea” interiore della Donna che si dichiara, appunto, “In lattina”. Penso che la leggerezza sia una caratteristica che mi appartiene molto più ora, rispetto ad anni fa, ho bisogno di ritrovarla nella mia musica, insieme alla narrazione di ciò che vorrei raccontare. È stato anche il primo brano che ho iniziato a lavorare in studio con Fabio Mercuri e Simone Pirovano, i due produttori artistici del disco.

Il brano descrive una sensazione di precarietà comune a molti e che si può facilmente associare anche all’attuale situazione del mercato musicale. Quanto c’è di autobiografico nel singolo?

Hai inserito un parallelismo che in realtà non avevo associato a questo brano, ma lo accolgo con piacere. La precarietà del mercato musicale è una cosa che ho visto nascere. Ho cominciato durante gli ultimissimi anni di benessere musicale, fine anni 90’ primi 2000, ero una ragazzina, e sono stata in contatto con realtà molto floride, da tutti i punti di vista. Poi ho visto scemare quel benessere di mercato, di conseguenza anche gli artisti hanno cambiato modo di pensare, di vivere. Ho avuto la “fortuna” di non potermi mai adagiare sulla musica, per me e per chi è nato negli stessi miei anni, musicalmente parlando, raramente esiste la sicurezza, di conseguenza la precarietà è uno status quo, è così. Di questa condizione però trovo sempre stimolante il fatto che se non hai niente da dire, non resisti, perché è davvero dura, se invece vuoi raccontare qualcosa, trovi il modo di tirare fuori la testa e andare avanti. Quindi la sensazione che percepisci è giusta: questo è un brano che parla di precarietà, ma anche di desiderio, di volontà di cambiamento. Di autobiografico non c’è nulla, nel senso che non parlo di me, quasi mai in questo disco. Parlo di una storia, parlo di un non-luogo. Io ho trovato un mio equilibrio interiore da qualche anno, molto più saldo di anni fa, penso però che “in lattina” a volte, ci sentiamo forse un po’ tutti.

“In lattina” si caratterizza anche per una produzione in cui non manca l’elettronica. Quanto sei intervenuta nel lavoro di Fabio Mecuri e Simone Pirovano?

Sono stata molto in studio con Fabio e Simone, ma li ho lasciati anche molto in solitudine. Abbiamo condiviso tutto, sempre, magari anche in momenti e luoghi diversi tra noi, amo la spontaneità artistica di chi lavora con me, Fabio e Simone sono due artisti molto diversi tra loro, infatti credo che ognuno abbia messo la parte più vera di sé in questo disco e mi ritengo molto fortunata. Io, più che essere intervenuta, spesso non ce n’è stato bisogno, ho seguito con entrambi una direzione presa da subito, con delle premesse molto chiare sul “dove andare” musicalmente parlando. Con Simone la parte elettronica, con Fabio gli arrangiamenti. Hanno vissuto questo disco come “loro” e questo ha fatto moltissimo. Auguro questo a chiunque faccia musica.

Hai scelto di accompagnare “In lattina” con un videoclip dalla costruzione narrativa non comune. Ce ne puoi parlare?

Quando io, Barbara Cavaleri, e Federico Cadenazzi abbiamo iniziato a ragionare sul video, avevamo in mente tutt’altro. Inizialmente c’era una bozza di animazione. Poi abbiamo deciso di dare un taglio più netto e d’impatto, ma anche semplice, per dare la possibilità alla canzone e al testo di essere protagonisti. Federico ha immaginato la rappresentazione della Donna di Novastar che incarno. Mara De Marco, bravissima Make Up Artist, ha valorizzato la nostra visione per rappresentare al meglio questa Donna proiettata nello spazio, nel futuro. Io ho scelto di rappresentare la storia e lei, la Donna, con dei movimenti ballati, raccontando il testo, attraverso il movimento. È stato tutto molto spontaneo e veloce come processo creativo. Federico ha ultimato il montaggio pensando a un linguaggio visivo appartenente a Novastar, luogo narrativo del disco, usando effetti, grafiche e colori attinenti alla mia visione dell’ambientazione.

Nelle 8 tracce dell’album “Come una stella – Novastar” si evince una sensazione di inadeguatezza nei confronti della realtà. Qual è stato il ruolo della musica nel tuo percorso di accettazione personale?

La protagonista di questo mondo si sente profondamente inadeguata a Novastar. È una città in cui progresso e umanità non viaggiano insieme, in cui solo chi si mette a servizio del progresso del luogo in cui vive, verrà accolto in una realtà di benessere. Un mondo fatto di apparenze, di prototipi di bellezza artificiali, di “bello per forza” e contemporaneo, al punto tale da dimenticare totalmente lo spirito comunitario dei suoi abitanti. O dentro, o fuori. La nostra protagonista sceglie di stare “dentro”, ma vive in una specie di nostalgia costante per ciò che sa gratificarla davvero: le relazioni umane, l’amore, “l’altro”. La musica per me è stata la vita. Se non avessi avuto la musica, da sempre, fin da bambina, penso che non sarei stata capace di affrontare tante tappe della mia vita. Era rifugio, ora è casa.

Davide Rossi appare in due brani del disco. Come mai?

Ho avuto il piacere di poter collaborare con diversi artisti che conoscevo personalmente da anni in questo disco, Davide è uno di questi. Io e i produttori abbiamo immaginato i violini su due brani e abbiamo pensato di proporglieli. Lui li ha apprezzati molto e abbiamo realizzato la collaborazione.

Un altro featuring è quello con Ferruccio Spinetti e Lele Battista. Qual è il valore aggiunto che portano al brano che da il titolo all’album?

Ferruccio porta calore e profondità al brano con un intervento di contrabbasso. Lele, un tocco di sensibilità musicale nel suo piano. Stimo entrambi moltissimo e sono felicissima di avere la loro partecipazione a questo disco.

Il brano “Le parole” si caratterizza per numerosi cambi a livello di produzione. Com’è nata questa idea?

Direi che non ci siamo approcciati volendo creare dei cambi sulla produzione, il mio brano era pre-prodotto con delle chitarre e dei layers di voci, Simone e Fabio hanno rivestito l’informazione che gli è arrivata mettendoci del loro. È uno dei brani che preferisco, a livello produttivo.

Con quali aggettivi puoi definire l’album?

Aperto, libero, deciso, consapevole.

COME UNA STELLA – NOVASTAR – TRACKLIST

Ecco la tracklist dell’album di Barbara Cavaleri.

1. In lattina
2. Quello che sei
3. Body Not Soul
4. Contemporaneo
5. Bomba 6170
6. Ballare fino al mattino
7. Come una stella
8. Le parole

Foto di Federico Cadenazzi