Durante la serata dei duetti, Elodie ha riproposto il brano Adesso Tu di Eros Ramazzotti, accompagnata dal pianista siriano in fuga dalla guerra Aeham Ahmad. La cantante è in gara al Festival di Sanremo con il brano Andromeda.
Elodie arriva in Sala Stampa Lucio Dalla; e come prima cosa, ci tiene a sottolineare di essere molto contenta e onorata di far parte della kermesse quest’anno. Racconta: Andromeda è un brano cui sono molto legata; è un brano che mi ha fatto crescere, perché abbraccia la modernità ed è complesso da cantare. Pertanto, sono contenta per come è andata l’esibizione l’altra sera. Sono molto contenta anche di aver cantato il brano di Eros ieri sera, dandogli una chiave un po’ più intima.
Come è nata l’idea della collaborazione con Mahmood? Qual è la differenza tra la tua partecipazione nel 2017 e quella del 2020?
La collaborazione con Dardust e Mahmood è nata già qualche tempo fa con Nero Bali. Si tratta di una squadra già formata e consolidata, che ha avuto anche risultati importanti. La cosa bella è che sono stati loro a proporsi e a dirmi che mi avrebbero scritto il brano per Sanremo. Sono molto contenta, perché è molto difficile trovare autori che scrivano per te; e poi io faccio questo mestiere da solo 4 anni. La differenza tra le due partecipazioni è la consapevolezza. Nel 2017 ero appena uscita da un talent e salire sul palco di Sanremo è stato difficile: quasi sentivo di non meritarlo e cercavo di fare una buona performance. Quest’anno sono più consapevole di cosa posso fare.
Nel tuo nuovo album c’è una collaborazione con Fabri Fibra e con Neffa: come è nata?
Il brano nasce grazie a Neffa, che è autore e produttore del brano. L’idea mi è piaciuta subito. Neffa è un grande produttore, mi sembrava incredibile che avesse tanto entusiasmo nel lavorare con me perché tiene molto alla sua credibilità. Poi, ho chiesto a Giovanni se potevamo finire insieme il brano. L’ho registrata con lui, così da imparare anche qualcosa da lui, che è un grande autore e cantante. Finito il brano, Neffa ha apprezzato molto; e ha registrato la sua parte in pochissimo tempo.
Sei stata la protagonista di questa estate: come è cambiata Elodie dal 2017 ad oggi?
E’ stata un’estate intensa. Mi ritengo una donna versatile, ferma, pronta al dialogo e alla collaborazione. Sono fiera di essere donna; e sto cercando di capire come fare a farlo capire agli altri. Sono la stessa ragazza di allora, ma ho meno paura di espormi e di essere criticata. Adesso, so come prendere anche le critiche e so anche come accettarle.
Come presenteresti il tuo nuovo album This is Elodie?
L’album descrive questi ultimi miei anni. Sto cercando di fare un pop più moderno e attuale. Con questo album ci ho provato e spero di aver lavorato bene.
Hai cantato all’Arena di Verona e sul palco dell’Ariston: qual è la differenza?
In realtà, non c’è una grande differenza: il palco dell’Arena e il palco dell’Ariston spaventano tutt’e due. La prima volta che ho cantato a Verona, era per l’evento con Loredana Bertè. Ero emozionantissima, dovevo cantare Stiamo come stiamo che Loredana aveva cantato insieme alla sorella Mia Martini. Quell’esibizione è stata molta impegnativa, forse più impegnativa della partecipazione al Festival, perché era impegnativo quell’evento. Quest’anno ho sentito molto l’emozione di essere all’Ariston, in 3 minuti senti scoppiare mille emozioni che sono difficili da controllare. Comunque, non vedo l’ora di cantare stasera e spero di divertirmi.
Ci sono artisti cui ti ispiri o con cui vorresti duettare?
Io sono famosa per fare tante collaborazioni. Sono fatalista e credo che sia importante collaborare con gli altri. Ci sono tanti artisti con cui vorrei collaborare: ad esempio, Levante, che è presente anche nel disco come autrice; Diodato; Achille Lauro; Mahmood; Annalisa. Se c’è il brano giusto, tutto è possibile. Quando ho il brano, penso chi potrebbe cantarlo bene con me. Io lavoro così. Spero di fare ancora tantissime collaborazioni.
Andromeda sta avendo feedback positivi anche all’estero: ti piacerebbe partecipare all’Eurovision Song Contest?
Sono una persona pratica e vivo attaccata al presente. Ci ho fatto un pensierino, perché mi immagino impegnata in cose pazzesche. Ci ho pensato come sogno, ma sono concentrata sul presente.
Nell’album c’è una cover che non è pop, ma è rap: come mai hai deciso di inserire questo brano rap?
In realtà, ho preso un pezzo di Marracash e ne ho fatto un pezzo piano e voce, per dimostrare che il rap può essere anche delicato. Non sembra neanche più un pezzo rap, interpretato solo voce e piano; adesso è più delicato. Quella canzone mi piace particolarmente, ha un linguaggio crudo, ed è bello che la donna ogni tanto si metta dall’altra parte e faccia la stronza. In questo modo racconta una storia anche da un altro punto di vista.
Qual è la canzone che più ti rappresenta del tuo nuovo album?
Non lo so, perché In realtà ce ne sono varie. Sono molto legata a tutte le canzoni dell’album. Non so rispondere, onestamente. In questo momento, la mia preferita è Andromeda. Mi piacciono tutte le canzoni dell’album, poi dipende molto dal momento della giornata.
Una donna non vince Sanremo dal 2014: pensi sia arrivato il momento che un’altra donna vinca Sanremo?
Mi spiace e non capisco questa cosa perché siamo tanto brave. Magari, le canzoni degli uomini erano più forti o magari è stata solo una coincidenza. Quest’anno sono venuta a Sanremo per cantare bene e ripresentarmi di nuovo. E’ ovvio che la vittoria sarebbe stupenda, ma ciò che per me è davvero importante, è che il brano piaccia e duri nel tempo.