Ieri sera Enrico Nigiotti è arrivato a Milano, per la precisione al Carroponte di Sesto San Giovanni, con il suo Cenerentola e altre storie… Tour.
In questo periodo si parla spesso di numeri riguardo ai concerti e, probabilmente è anche giusto se uno ti arriva a Sanremo sul trono con tanto di corona.
In mezzo a tutte queste analisi però non dobbiamo dimenticarci che un concerto è si anche business ed un lavoro che deve portare risultati, ma è musica, canzoni, emozioni, lacrime e sangue gettate su di un foglio con una chitarra in mano.
Per questo non vi parlerò di numeri, non ho perso tempo a contare le persone (che comunque c’erano), e non sono nemmeno qualificato a farlo. Quello di cui posso parlarvi è di musica, da ascoltatore, perché alla fine non ho nulla più di voi… o meglio ascolto musica nello stesso modo in cui lo fate voi, cercando emozioni.
Altrimenti nella vita avrei studiato un po’ di più e, probabilmente, avrei fatto il critico musicale.
Enrico Nigiotti è uno che scrive canzoni di pancia, anche quando sceglie di comporre un brano per l’estate per mostrare il proprio lato più scanzonato, come nel nuovo singolo Notturna.
È un cantautore Enrico, uno di quelli che non possiamo etichettare come “indie”, parola che fa tanto figo, quanto più quando scrivi canzoni che, diciamoci la verità, in molti casi nemmeno lo capiamo il testo. Però fa figo…
Enrico Nigiotti scrive di pancia, e si sente. E riesce ad essere credibile nelle canzoni d’amore senza cadere nella trappola “teen idol” così come quanto racconta la storia delle persone “straordinariamente normali”, come il suo Nonno Hollywood.
Credibile anche quando decide di mettere in musica un figura controversa e dalle mille sfaccettature come quella Alda Merini in La Ragazza che raccoglieva vento.
È un cantautore vero Nigiotti, un cantautore e un musicista appassionato, lo dimostra quando omaggia Pino Daniele e la sua Je so pazzo partendo con un lunghissimo intro di chitarra.
E così quello a cui ieri ho assistito può essere definito ai miei occhi come il concerto di un cantautore vero in un’epoca in cui i cantautori cercano disperatamente una direzione. Uno spettacolo senza effetti speciali che ha saputo divertirmi, commuovermi e riflettere.
Talmente coraggioso da partire con una hit in versione acustica quando ci insegnano che devi entrare sul palco facendo casino e in modo energico, per dire…
Ora qualcuno potrà contestarmi il fatto che in questo articolo non ho descritto il concerto. Ma le canzoni non possono essere descritte più di tanto e quello di Nigiotti è un live essenziale, basato solo sulla musica e sul rispetto, come quando appaiono sugli schermi i volti di Pino Daniele prima, e Alda Merini poi.
Anzi, non vi starò a dire che tutte le canzoni di Enrico mi piacciono e che quindi tutto è stato perfetto. Non sono capace a dire cose che non penso o a definire tutto nella musica come bello.
Ma il ragazzo sta costruendo il suo percorso e lo sta facendo con coerenza. E per costruire un repertorio, i grandi cantautori del passato lo dimostrano, serve tempo. Ma l’importante è essere sulla buona strada.
E già che si parla di strada io vi consiglio di incamminarvi, se capiterà in qualche città vicino a voi, in quella che porta sotto al palco di Enrico Nigiotti. Mi saprete dire la vostra.
ENRICO NIGIOTTI SCALETTA CENERENTOLA E ALTRE STORIE
- L’Amore è (acustica)
- Campari soda
- Complici
- Lettera di uno zio antipatico
- E sarà
- La ragazza che raccoglieva vento
- Nonno Hollywood
- Je so pazzo
- Buonanotte
- Qualcosa da decidere
- Bomba dopo bomba
- Il tempo non rispetta
- Goccia in goccia
- Nel silenzio di mille parole
- Notturna
- Tu non farlo
- L’Isola che non c’è
- Devo prendere il sole
- Tuo per sempre
- Un altro giorno
- Chiedo scusa
- L’Amore è
