AMICI 2025: le pagelle del 19 gennaio
IL MEGLIO
ANTONIA. È il suo momento d’oro. Tecnicamente molto precisa, non strafà mai (e il rischio è sempre dietro l’angolo), continuando a fare centro e alzando, di puntata in puntata, le aspettative. Perché da una come lei ci si aspettano grandi cose!
CHIAMAMIFARO si cimenta con un brano molto particolare, che affonda le sue radici nel mondo dei musical. Il risultato? Una delle sue migliori esibizioni, con una buona padronanza del palco e la giusta attitudine. Finalmente è uscita dalla comfort zone, mostrandoci qualcosa di diverso e di altrettanto bello. Brava!
LUK3. Questo è il suo universo musicale di riferimento e qui, di fatto, risulta convincente. Come abbiamo già detto più volte, siamo a tutti gli effetti davanti a un nuovo teen idol, che conquista il pubblico proprio grazie alla semplicità del suo fare e all’ondata di freschezza che porta sul palco, specchio della sua giovane età.
JACOPO SOL canta e si muove bene sul palco. Tra l’altro si diverte anche molto, e questo non è scontato, ma è importante. A lui un plauso per essere riuscito a far suo un brano molto distante (nel tempo) dai suoi ascolti, senza per questo farlo apparire “vintage” (il brano di Tommy James & The Shondells è del 1968), mostrando piuttosto la sua personalità.
NEUTRO
NICOLÒ porta a casa un’esibizione tecnicamente eccellente, ma carente dal punto di vista interpretativo. Di fatto, nella sua versione originale, il brano è tanto struggente quanto intenso, con un trasporto emotivo quasi totalmente assente nell’esibizione di Nicolò, forse troppo attento alla tecnica.
VYBES. La musica può essere uno strumento potentissimo per lanciare determinati messaggi e questo Vybes lo sa benissimo. Ed ecco che con una penna tagliente e mai banale, trasforma la rabbia in carburante, facendola diventare il motore del cambiamento. Peccato per il passaggio brusco dalla strofa al ritornello, che “stordisce” l’ascoltatore allontanandolo dal messaggio, preciso e potente, delle barre.
IL PEGGIO
DEDDÈ prova a far suo il brano di Bob Marley, portandolo nel suo universo musicale. L’attitudine c’è ed è giusta, ma il risultato è deludente. Chapeau per il coraggio, ma l’esperimento è a nostro parere fallito, con uno stravolgimento totale del brano, che non aggiunge nulla e risulta davvero poco efficace.
MOLLENBECK. Il pezzo – di Nesli – non è affatto semplice da interpretare. E ancor più difficile è riscriverne parte del testo. Le barre di Mollenbeck – sia chiaro – non sono affatto male, ma tra lui e l’ascoltatore è come se ci fosse un muro che non permette all’emozione che lui prova di raggiungere chi lo ascolta.