AMICI 24: le pagelle della decima puntata
IL MEGLIO:
TRIGNO entra in punta di piedi nel brano di Samuele Bersani e ne propone una personalissima versione, in cui punta tutto sull’interpretazione, dimostrando che talvolta less is more. Sorprendente!
SENZA CRI. Quella sulle note di E Penso A Te è una delle sue migliori esibizione. Senza Cri mira il bersaglio e fa centro con una performance emozionante, davvero molto intima, che cresce gradualmente di intensità, arrivando dritta all’ascoltatore come uno schiaffo in faccia. Spiazzante!
NEUTRO:
VYBES canta della sua Roma in una versione decisamente più movimentata dell’iconico brano dei Ricchi e Poveri. Un’impresa ardua, che mette in luce le sue abilità di scrittura. Il risultato finale, però, non convince del tutto. Le strofe risultano infatti poco amalgamate con l’inciso, mentre l’attitudine è quella giusta ed è vincente.
Nessun effetto speciale per CHIAMAMIFARO, che porta sul palco un’esibizione senza infamia né lode, decisamente al di sotto dei suoi standard. Sia chiaro, l’esibizione non è insufficiente, ma da lei ci si aspetta molto di più. Angelica, please, esci dalla comfort zone!
Per la seconda settimana consecutiva ANTONIA attinge dal repertorio di Lauryn Hill, che mette in luce il suo timbro e tutte le sue sfumature. Che è tecnicamente precisa e preparata lo abbiamo già capito, così come ci è chiaro che questo è il suo habitat naturale. Ci piacerebbe però ascoltarla cantare anche altro, magari un brano in italiano.
NICOLÒ si mette in gioco con un brano tecnicamente molto difficile di Annalisa, che lui canta con una certa nonchalance, dando prova della sua estensione vocale. E su questo non abbiamo niente da dire! Il problema, come abbiamo più volte sottolineato, è l’interpretazione. Concentrato sulla performance vocale, Nicolò dimentica infatti a casa le emozioni e il risultato è un’esibizione in cui manca il cuore.
IL PEGGIO:
ILAN resta fedele all’originale e il risultato è un’esibizione insipida, in cui ciò che manca è la personalità, oltre che l’emozione. Che peccato!
Anonimo, DIEGO deve ancora trovare la sua strada. Esibizione poco a fuoco, in cui l’artista scimmiotta in qualche modo l’originale. Probabilmente le assegnazioni non lo aiutano affatto, ma c’è da dire che – forse – anche lui non ha le idee molto chiare. Di certo, c’è ancora tanto lavoro da fare sia sul fronte tecnico, dove Diego è ancora molto impreciso, che su quello interpretativo.
LUK3. Sorry Justin Bieber… ci scusiamo noi per Luca. Qui il problema non è la giovane età ma, innanzitutto, l’inglese, tanto insufficiente da non rendere comprensibile il testo. Le barre, poi, non aggiungono niente al brano, rendendo l’esibizione insufficiente. L’assegnazione, d’altronde, non mette per nulla in luce le sue doti, tanto meno la sua penna, specchio della sua generazione. E ci teniamo a ribadire che questo non è un problema. Si può infatti essere leggeri, ma efficaci, come lo stesso Luk3 ha dimostrato con l’inedito Parigi in Motorino. Inoltre, se proprio lo si voleva mettere alla prova con un brano in inglese di una popstar come Justin Biebier si poteva scegliere un brano del suo repertorio adolescenziale e non uno della sua fase matura.