Arriva il venerdì e con esso una valanga di nuovi singoli invadono le radio, Amici di Maria compresi. Il nostro critico musicale Fabio Fiume però non si è tirato indietro ed ha ascoltato tutto per offrirci il ventaglio più ampio possibile su ciò che ne pensa di quel che da oggi possiamo ascoltare in radio. E stando ad un veloce sguardo… non è che sia stata una grande settimana eh!
Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.
Ainè – Ormai
Convincente ballata pop, misurata nelle proporzioni strofe/inciso, Qualche uscita vocale più orientata verso sonorità black, così come la parte corale della variazione. Come consiglio avrei dato una leggera variazione di tonalità all’ultimo inciso.
Sei+
Tony Alex – Where are you from?
Anni 80 a go go, per un pezzo che mette assieme gli M, quelli di Pop Muzic, con fiati synth ( almeno nelle strofe ) che rimandano a band tipo gli Swing Out Sister, che però non sintetizzavano, cantati però da un Tullio De Piscopo moderno. Più interessanti le strofe dell’inciso dove però il nostro rimarca che nella vita si può essere: “Bravi si ma fessi no”. Sound vivo schizzato ed interessante.
Sei ½
Aris – Arriverà l’estate
Indubbiamente benaugurante nel testo, quanto insignificante nell’insieme delle frasi messe assieme. “E se mi bacerai, arriverà l’estate e l’asfalto brucerà a fuori dai locali m’innamorerò anche più di una volta”… devo aggiungere altro? Benaugurante dicevo… ci vorrebbe chi ci augurerebbe di non sentire più cose del genere.
Tre
Elisabetta Armani – Don’t let it go
Tutto molto anni 90, dalla voce sognante all’arrangiamento della base che fa tanto Ace Of Base rivisti e corretti o per lo meno aggiornati. Simpatica ma più per fare da contorno in una compilation che da brano portante.
Sei
Daniele Barsotti – Niente
Ballata pop molto classica, atta a mettere in risalto una voce possente, ma anche un cantato virtuoso abbastanza demodè, non perché il bel canto lo sia, ma perché è proprio l’interpretazione che è ancorata a stilemi che furono propri di Sanremi persi nella memoria. E’ una di quelle canzoni che un Renato Zero renderebbe epica, ma Daniele, pur bravo, non ha quello spessore interpretativo.
Cinque ½
Biondo – Roof Garden
Ma metterci un basso più consistente proprio no eh? Nell’inciso avrebbe avuto molto peso, proprio per l’arrangiamento scelto. Il rapper di Amici si propone in maniera orecchiabile, cantando cose giuste per la sua età, senza fingersi maledetto perché fa figo. Brano carino nell’insieme, senza la pretesa di superare indenne la prova del tempo.
Sei
Cameman – Muoviti
Tutto ciò che già siamo abituati a sentire come tra le nuvole spunta un raggio di sole. Rappata velocissimamente, talmente tanto che in alcuni punti non riesci nemmeno a capire cosa dice. Siamo sicuri che sia un male? Per quanto lontanissima da me e per nulla originale non posso non riconoscerle che come canzone può funzionare, se le danno un’occasione.
Cinque
Gianluca Capozzi – Nun è peccato
Capozzi alla ricerca del successo estivo con una canzone che somiglia musicalmente ad almeno ad altre 15 cose.. forse pure 20. Fa strano sentire certe sonorità cantate in napoletano e gli si riconosce che lui è abbastanza moderno nell’approccio vocale. E per esporre tutto quello che è stato acquistato alla fiera del baratto e dell’usato, arriva anche la parte rap. Detto questo, per paradosso, può funzionare più di altre cose sue decisamente migliori.
Quattro ½
Carmen – Tra le mani
Firma il redivivo Virginio con Andrea Bonomo questa ballata con spiccati elementi elettronici con cui debutta ufficialmente l’amica di Maria Carmen, con la sua voce molto istintiva, però con un bel colore. La canzone non è nulla di nuovo, in alcuni passaggi dell’inciso è addirittura prevedibile. I passaggi originali vengono quindi lasciati ad alcune intuizione nell’arrangiamento, con sovrapposizioni vocali e suoni synth ad indirizzare la voce nel binario giusto.
Sei
Fabio Curto – Mi sento in orbita
Rock non finto, che ha belle contaminazioni blues/gospel nell’inciso. In certi passaggi mi ha ricordato Dolcenera per il modo di graffiare sul tempo. E si diceva rock non finto, con le chitarre che imperversano dall’inizio alla fine e nella musica di oggi mica è così sovente?
Sei ½
Marco De Annuntiis – Come De Andrè
Ma nemmeno un po’, diciamocelo pure! Non vuol dire che il brano di Marco sia brutto s’intenda, ma il titolo può esser visto solo come un omaggio e non certo come realtà. Siamo difatti di fronte ad un sound indie molto inizio anni ’00, quando alla ritmica serrata si contrapponevano suoni elettronici, filtrini da tastiera con un sapore più beat 60’s. Qualitativamente valente ma un po’ fuori tempo massimo come proposta… e per questo però potrebbe paradossalmente piacere, perché non simile ad altro in circolazione.
Sei
Einar – Chi ama non dimentica
La ballata funziona anche se Einar non riesce a toglierle l’aura del suo autore che è Tony Maiello; il brano lo avrebbe anche potuto cantare lui ed è persino arrangiato alla Maiello, con l’inizio e la fine pacati e nel mezzo i suoi crescendi. Forse la colpa è della voce di Einar che non è così personale da distinguersi. Peccato perché il brano è più valido di una sufficienza politica.
Sei
Elly – Ali e vibrazioni
Base elettronica e voce che ben si presta a camminarci sopra. Avrebbe però potuto sfruttare, per l’inciso, una partenza ritmica più convincente. Questa versione, non malvagia ma tenuta volutamente down lascia pensare di suo a remix più convincenti.
Sei
Fancies – Al di là dell’Africa
Idea indie/pop interessante, con inciso che frena ritmicamente e poi riparte con convinzione. Mi ha ricordato, anche nella voce, cose alla Phoenix nel periodo di If i Ever Feel Better, che meriterebbe di essere riscoperta. Se vi scocciate i Fancies con questo brano rendono benissimo ciò che intendo.
Sette
Andrea Febo – Lontano
Si canta dell’inquietudine, di apparenze che ingannano, e di canzoni che possono ammazzare la noia. E di sfondo la fuga che una giusta compagnia può offrire, su una base uptempo con tematica quasi dance ed un cantato a metà tra un sentiero in note ed il rap. Funziona e Febo forse meriterebbe finalmente un consenso di pubblico.
Sette
Gala-T – Ti adoro perché
Esordio in italiano per Gala-T che per l’occasione sceglie di scanzonare in maniera banalotta, un testo banalotto, arrangiato in maniera banalotta. “Ti adoro quando mi telefoni all’improvviso e mi racconti tutti i tuoi problemi, ma quando sei dolce ti adoro di più”.. e scusa, vorrei vedere, non conosco nessuno che preferisca le martellate sugli zebedei!
Quattro
Ghali – Zingarello
Tematica quasi reggae per le trame trap di uno dei principi italiani del genere. Meno convincente però rispetto alle proposte precedenti, perché l’inciso non è così penetrante. Testo con qualche chiaro slang “on the street”, ma il brano scorre dando forte la sensazione che manchi qualcosa.
Cinque =
Irama – Nera
Tra rap e cantautorato sporco, ha strofe molto convincenti che incalzano ed aprono in maniera originale all’inciso che … invece scade un po’, andando a parare verso tematiche da festa al Maracanà, in cui l’unica cosa che torna piacevole è la chitarra latineggiante. Invece avrebbe potuto decollare con un arrangiamento diverso, invece finisce con l’accontentarsi di un avere un buon potenziale radio.
Sei
I Volume – Selfie
Mancava solo la celebrazione del selfie, e cantato per giunta con un’intenzione che nemmeno nell’hard rock degli anni 80 tra capelloni, pantaloni di pelle ed ascelle sudate. Io sudo freddo nel frattempo solo ad ascoltarla.
Due
Rita Manelli – Così decidi te
Ballata romantica un po’ prevedibile ma con inciso incalzante, per una voce che appare più centrata quando spinge che quando canta in tonalità medie, come se si colorasse all’improvviso. “L’amore non lo spegne un po’ di polvere”, frase portante dell’inciso, sarebbe stato probabilmente titolo più originale. Nulla di nuovo all’orizzonte ma una canzone giusta per cuori a metà tra il sogno e la delusione.
Sei
Luca Pacioni – Complice
Inciso molto british, così come anche la voce sporca, ruvida che bada più a cosa arriva da ciò che canta che al farsi dire bravo. E poi finisce che il bravo arriva lo stesso. Evoluzione musicale nella variazione che fa tanto esordi di Renga solista.
Sei +
Manuela Padoan – Nuvole sole
Tonalità calde, mistura di ingredienti estivi per un testo fragilino ma un’intenzione abbastanza personale di proporsi come qualcosa di diverso. Non grido al miracolo, ma nel mezzo di proposte davvero cretine, qui almeno mi sembra di vederci un’idea.
Sei
Alessia Pallavicino – Vortice
Parliamone: Alessia tu ascolti o acquisti questo tipo di canzoni? Ho dei seri dubbi che mi emergono ogni volta che una bella voce si spreca dietro brani che sono solo una dimostrazione non richiesta delle loro virtù.
Quattro
Eros Pandi – Second ciance
Il dj toscano esce con un singolo che fonde più intenzioni al suo interno, non risultando al fine simile a nulla di già sentito. La voce ricorda il più ispirato Mick Hucknall dei Simply Red. Sono però le rimembranze afro in particolare a rendere la traccia originale.
Sette
Laura Pausini – E.sta.a.te
Ovvia scelta estiva, ma la base di questo brano è un po’ fiera del baratto e dell’usato. Si gioca con le parola Estate ( E-Sta-a-Te) ma passata la curiosità, resta davvero poco.
Cinque =
Guè Pequeno – Lungomare
Celebrazione di tutti i popoli notoriamente allegri del mondo, dalla Colombia al Messico, da Napoli alla Sicilia, eseguita in salsa trap. Pequeno segue il sound in voga al momento, mettendoci la sapienza dell’età nel lavoro di studio. La sua base non appare per nulla vuota, anzi è piena di suoni, sovrapposizioni.
Sei ½
Riki & Cnco – Dolor de cabeza
Si parte alla conquista del latino/america, collaborando con uno dei gruppi più in voga del mondo reggaeton. Non c’è però originalità nella proposta e si fa addirittura fatica a distinguere la voce di Riki da quella del vocalist dei Cnco. Sinceramente una canzoncina di cui non si sentiva strettamente il bisogno.
Quattro
Vincenzo Romagnoli – Senza di te
Oddio! Tentativo di resuscitare un Baglioni che fu, senza ovviamente averne né l’ispirazione, né i mezzi. Ma ci rendiamo conto? Nemmeno al karaoke.
Due
Rosmy – Inutilmente
Dirige il maestro tal dei tali, di tizio caio e sempronio: “Inutilmente” canta Rosmy! Benvenuti a Sanremo 1992. Non si discute la validità della melodia, ma la possibilità di renderla appetibile per l’anno in corso. Ci servono belle ugole come Rosmy, che cantano però canzoni che nemmeno mia madre ascolta più?
Quattro ½
Roby Rossini – Un’altra estate
Brano concepito mettendo assieme tutti gli inglesismi che utilizziamo nel nostro parlato comune. Sembra quasi che tutto il resto sia un pretesto, per farceli entrare tutti. Persino la base tutta uguale, la voce senza sfumature e gli oohh oohh woahhh.. tutto è contorno.
Tre
Sebax con Jessica & Nicola Cantù – Estate c’è
Nulla da fare, non si è capito perché in molti credono che la voglia di spensieratezza estiva significhi avere voglia di sentirsi improvvisamente cretini. Un misto tra sigletta da villaggio turistico, quelle che tutti provano indegnamente a ballare mentre gli animatori sembrano stiano ballando una coreografia del Bolshoi.
Due
Shade – Amore a prima insta
Base dance tronfia, a livello di “Gaggnam style” per intenderci, su cui il nostro rappa di una tipa che lo ha mandato in fissa su Instagram. E nulla, mancava il pezzo che celebrasse questo social network! Ormai i giovani hanno relazioni che “sembra la nostra chat”. Partono da li per iniziare un discorso e ce lo raccontano così. Sarà che ho qualche anno in più, ma preferisco sicuramente andare a bussare ad un citofono.
Quattro
Takagi, Ketra, Giusy Ferreri & Sean Kingston – Amore e capoeira
La Ferreri prigioniera dei tormentoni che tutto sommato la sua voce regge benissimo, ma che non sono così sicuro lei voglia davvero fare. Però il mercato respinge le sue cose più personali e quindi si devono cantare queste cose allegre, al limite della boiata, ma che sicuramente scalderanno almeno quanto il sole la prossima estate.
Cinque
JJ Vianello – La notte rosa
Dance insaporita di soul e funk. L’approccio è sicuramente vintage e certe atmosfere vengono rese nitide anche dalla voce confidential e l’inciso raddoppiato nelle linee vocali. All’estero cose del genere sono state fatte già da diversi anni, però per chi ama questo stile il brano funziona.
Sei
Zanna – Non andremo ai mondiali
Amara costatazione di quel che tra qualche giorno avverrà: l’Italia non è ai mondiali e siamo tutti troppo scontenti. Ma se “invece di gridare goal e di esultare per una vittoria che non è la tua”, approfittassimo per guadagnare tempo e provare a segnare noi qualche goal nella nostra vita? E mica è un consiglio da poco?
Sette
Stefano Zonca – E’ ora di uscire
Ballata rock un po’ solita nella scrittura, negli arrangiamenti e nelle intenzioni interpretative. Non brutta, per l’amore del cielo, ma nemmeno così peculiare per non confondersi nel marasma delle nuove uscite, senza essere notata.
Cinque