1 Dicembre 2017
di Interviste, Recensioni
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1 Dicembre 2017

DA OGGI IN RADIO 1 dicembre… le pagelle dei nuovi singoli di Giorgia & Mengoni, Enrico Nigiotti, Noemi, Madh e…

Nuovo appuntamento con le pagelle dei singoli della settimana... Giorgia & Marco Mengoni, Enrico Nigiotti, Madh, Noemi...

nuovi singoli
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Tempo di nuovi singoli in radio come ogni Venerdi. Ed il nostro critico Fabio Fiume li ha ascoltati per noi, che pubblichiamo nella seguitissima ed attesa rubrica Da Oggi In Radio cosa ne pensa.

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al fine della mini recensione non mettono assolutamente gli artisti in relazione tra loro; essi esprimono la valenza del pezzo in base alla carriera di chi lo propone.

Pasquale Altieri – Ci sarò io

L’amore per i figli è la base di questo brano classico, molto classico, di quelli che una volta venivano chiamati sanremesi nell’accezione negativa del termine. Anche la voce di Altieri non aiuta ricordando in alcune sfumature quella di Red Canzian. Fuori tempo massimo.

Quattro

Rita Bellanza – Le parole che non dico mai

E’ Levante che firma questo primo singolo dell’attesa Bellanza, che prima il mondo ha osannato e poi martorizzato. C’è un mood di fondo che fa tanto Camba/Coro, strano per Levante ma tutto sommato giusto per l’interprete che difatti ne beneficia e dà prova sentita del tutto. Il mondo adesso che reazione avrà? La mia è positiva.

Sei ½

Mara Bosisio – Mi fa sentire

Ballata sull’amore universale un po’ antica nel complesso, con la velleità di renderla più moderna con un innesto rap al posto di tutta la seconda strofa. Non è sufficiente nell’economia della canzone che tuttavia trova, nella parte finale con vocalizzi d’atmosfera, qualche barlume di originalità.

Cinque

Camille Cabaltera – Worth it

Sono sicuramente le atmosfere quelle dove una voce ed una personalità come la giovane Camille si muovono maggiormente a loroo agio e questa Worth It è senz’altro la mattonella giusta su cui poggiare i piedi per il lancio della sua carriera solista. Brava anche nella contemporaneità del rap.

Sette

Canova – Santamaria

Io non voglio che ti fumi l’erba perché l’erba ti fa ridere e non c’è niente da ridere si canta in questa canzone! Non è un modo per disquisire un’eventuale apertura al fumo libero ma in realtà si racconta di un incontro con chi conoscevi e ricordavi col fiocco rosa trai capelli, innocente e pulita e trovatasi  poi di fronte alle difficoltà non ti ha detto, non ti ha cercato. Sound in modalità ballad condito di atmosfere anni 70.

Sei ½

Federico Carro – Rising flame

Il mondo dei Depeche Mode è indubbiamente messo nel mirino dal cantautore spezzino, soprattutto quello prima maniera, dal sound tipicamente electro 80. Alcuni passaggi vocali ricalcano persino qualche momento specifico della carriera degli inglesi, anche se la voce di Federico non ha quella profondità bruna e suadente di Dave Gahan. Il progetto potrebbe pure funzionare ma andrebbe completamente scostato dalla matrice rintracciabile per non risultare emule. Canzone chiusa inspiegabilmente presto ed in maniera tronca.

Cinque

Dinastia & Gli Ultimi – A quale pro

Ora il paese è vuoto e lo trovi su facebook. Come dargli torto? Si dicono cose che tutti pensiamo e con un linguaggio che sfugge solo ufficialmente al prosaico, ma lo sottintende benissimo. E ne cantano davvero a tutti, non risparmiano nessuno tra genialità e dissacrazione.

Sette

Diodato – Cretino che sei

Finisce un amore e giuri che non ci ricascherai e poi ne arriva un altro e ci ricadi. Che cretino che sei? Quante volte ce lo siamo detto? Adesso Diodato ci ha regalato una canzone da usare all’occorrenza, scritta con sapienza, sound avvincente, terminologie non banali. Avrei aggiunto un paio di righe di testo alla variazione.

Sei +

Gabriele Esposito – Limits

C’è qualcosa di Shawn Mendes nella voce di Esposito, soprattutto quando sale. Questo suo primo brano è un piacevole excursus pop che ha nel suo tutto ciò che in questi ultimi anni è di moda nel settore. Non miracoloso e non nuovo ma piacevole.

Sei

Fabì – Cantare

Fresca e giusta per la giovanissima interprete, questa Cantare è in realtà molto semplice nella sua stesura, quasi tutta programming e piccoli innesti di chitarra. Avrei aggiunto però una reale batteria ed un basso per rafforzare la sezione ritmica, giusto per toglierle quel senso di sigla televisiva che la pervade. Accorgimenti.

Sei

Giorgia & Marco Mengoni – Come neve

Un incontro vocale come t’immagineresti: da fuochi d’artificio. Il brano firmato da Tony Maiello e Davide Simonetta, oltre che i due canterini, sembra un abito che calza a pennello sulle corporature magrissime di Giorgia e Mengoni. Le due voci evitano gare, supportandosi e fortificando il senso delle parole, degli errori che la neve si spera copra, le distanze che si spera cancelli. Arrangiamento Canova Style e quindi un filo abusato.

Sette

Hymerhos – Afraid of love

Dj e producer italiano che si cimenta in un brano dance ultima maniera, ovvero una dance non realmente tale, perché i bpm non sono spinti tanto che, a parte alcuni suoni alla fine, il tutto può tranquillamente sentirsi più a suo agio in ambientazioni pop. Anche la scelta della vocalist l’avvicina molto a produzioni internazionali simili. Regge il confronto con buona qualità ma non è sicuramente originale.

Sei

Betta Lemme – Bambola

Origini italiane, vita in Canada, cambi di domicilio tra Parigi e NewYork. Tante influenze e stili di vita diversi per concepire una simile bruttura? Un multilanguage inutile su un sound “accozzagliato” senza alcuna melodia principe per una voce che a differenza del visino non si fa per nulla ricordare. Mah!

Quattro =

Lorenzo Licitra – In the name of love

Ecco chi in Italia potrebbe ereditare quella musica rock epica di band come Evanescence o anche Linkin Park e farla propria. La voce glielo consente e lo stile già proposto con questo singolo lo spinge verso que

l porto, che parrebbe per lui sicuro e soprattutto non contrastabile. Piano molto similare a She Wolf di David Guetta & Sia.

Sei ½

Madh – Vertigo

Il sardo più internazionale che ci sia si produce in un nuovo brano altamente esportabile, con un sound fatto di bassi penetranti ed una scrittura che è davvero pensata per arrivare lontano dai nostri lidi. Se le radio appoggiassero potrebbe farsi notare, ma ho i miei dubbi che accada.

Sette

Maneskin – Chosen

E l’Italia trova anche i propri Maroon 5 con giusto un colpo d’acceleratore in più in direzione rock., direzione Red Hot Chili Peppers. Per il resto quel funkeggiare, quella voce che stringe ( e per fortuna non cade nel falsetto ) ricorda troppo da vicino quel mondo li. Però, però… il pezzo funziona tremendamente e ti trapana il cervello.

Sette

Jacopo Michelini – Un mondo da salvare

Il mondo da salvare è quello di una stanza in cui lasciarsi andare, mentre quello reale fuori cammina. Ma ai due che sono li dentro non interessa granché, perché il mondo in quel momento è solo ciò che loro vedono e vivono. Bella scrittura, buona voce, avrebbe però meritato una crescita anche nell’arrangiamento. Lasciarla essenziale la rendo troppo poco appetibile per la missione radio, ed essendo lui ancora in cerca d’affermazione…

Sei +

Luciano Nardozza – Frastuono di passi

Base che sembra composta per un nuovo cartone animato giapponese, di robot giganti o corse di auto. Potrebbe anche non esser male, ma manca un inciso che ti permetta di ricordarla. Il senso d’incompletezza è pesante.

Quattro ½

Enrico Nigiotti – L’amore è

Nigiotti ha una scrittura semplice eppure interessante, soprattutto perché giusta per la sua voce che ha in se un vibrato melodico piacevole, soprattutto nelle alte. E poi, cosa non trascurabile per un cantautore, è credibile nelle sue produzioni, sia quando hanno valenza più pop, come in quello del suo Sanremo, sia come in questo caso in cui è più essenziale ed intimo.

Sette ½

Noemi – I miei rimedi

In attesa del nuovo album e di un probabile Sanremo, Noemi lancia il nuovo singolo che è una cover dei La Rua, provando a dare maggiore risalto ad un buon brano che non era stato chissà quanto valorizzato. L’elettronica però la imprigiona un po’, come se la sua voce non fosse proprio adatta a questo tipo d’arrangiamenti. Peccato perché il pezzo di suo è molto Noemi Style.

Cinque ½

Davide Pagnini – Ballerino di jazz

Chitarra, doppia linea vocale e poco altro per questa ballad personale che paragona i movimenti della vita alla leggerezza dello stare sul tempo di un ballerino di jazz. Un po’ fuori dal contesto radiofonico e più semplicemente promozionale, è comunque personale ed abbastanza esaustiva della scrittura di Pagnini, che va solo un po’ asciugata e magari resa più fruibile.

Sei

Paletti – La notte è giovane

Costante combattimento tra chi ha raggiunto un’età matura ma fa ancora fatica a mettersi alle spalle la voglia di viversi la vita, di farsi incastrare in regole non scritte che però la società pare importi in base all’età. Il tutto in chiave elettropop con più di un’intuizione particolarmente originale. Spruzzate di Gazzè qui e là, ma è soprattutto una vicinanza vocale che un arrangiamento a doppia voce come questo rende ancor più tangibile.

Sei ½

Ram Antonio Mazzoccoli – La gabbia

Senso del testo sul tempo che passa abbastanza chiaro, anche se le scelte di alcune frasi avrebbero quantomeno dell’opinabile, usate esclusivamente per far rima come: Qui non c’è niente, c’è il tuo nome che è Gianna e solamente ricordi con cui il tempo c’ inganna oppure C’è l’eco ansimante dei nostri sospiri, fra quelle parole di cento papiri fino a Ti accorgi che gli anni non sono poi tanti, dalle albe giganti al ritorno tra i Santi… ma davvero facciamo?

Tre

Andrea Radice – Lascia che sia

La sua pasta vocale, bella e carica, avrebbe fatto sperare in un primo inedito più particolare. Questa ballata, pur non malvagia, si muove però su un territorio più anonimo, nel senso che avrebbe potuto cantarla chiunque. E poi l’incursione elettronica con effetti dance sotto all’inciso la rendono pure solita.

Cinque +

Ros – Rumore

Più incisive le strofe del ritornello che diventa effettivamente quasi solo rumore, come titolo dice. Il beat che rallenta avrebbe un senso se il luogo dove ti porta la canzone meritasse un’attenzione particolare, ma se invece parte un arrangiamento pomposo che soffoca quasi la voce, la cosa non ha senso. Difatti l’ultimo inciso, che invece mantiene il ritmo, è più centrato.

Cinque ½

Simona Salis – Michele

Ha un suo mondo elettronico la cantautrice sarda che riesce però ben ad amalgamare con una forte presenza di strumenti. Questa Michele, racconta una storia che ha il peso del tanto tempo assieme, dove è spesso utile ricordare i primi periodi per dare forza allo scegliersi ancora. Bello stacco tra strofe ed inciso.

Sei +

Stefano Signoroni, The Mc & Monica Hill – Christmas Day

Si fa pace con il mondo quando in questo periodo ti parte un brano come questo, soave, leggero, che t’ispira buoni sentimenti. La cosa si rafforza se c’è una carica interpretativa più centrata sull’arrivare appunto leggeri, quasi da sottofondo, che invece prioritari. In un pezzo così non è la voce la priorità ma il senso che ti deve dare.

Sette

Skelters – Eroe

C’è una bella elettricità di fondo che accompagna scelte stilistiche non originalissime ma piacevoli mischiate così assieme. A livello di testo è la giusta rivincita della normalità su chi si sente eroe senza però pensare che al mondo d’oggi essere eroi è in realtà riuscire ad avere degnità proprio con una vita che non ti dà chissà quali opportunità. Funziona musicalmente ed il messaggio arriva.

Sei ½

Samuel Storm – The story

Voce bellissima e personale per un racconto altrettanto personale. Buona l’idea di lasciare ampi spazi acustici e di rafforzare in divenire con un arrangiamento comunque sobrio. E’ una ballad contemporanea , molto americana, che si lascia seguire grazie ad una melodia sfida tempo.

Sette ½

Trissati – Mille pensieri

Interessante voce al servizio però di un brano fragilino, che non ha punti di forza e la caduta più evidente l’ha in un inciso che ripiega su stesso perché melodicamente non scorrevole, con troppe partenze e ritorni che distolgono l’attenzione. Non è certo la canzone a cui affideresti il lancio di una carriera,

Quattro

Uniplux – Aspettando il domani

Tutto proprio molto classico, non nel senso positivo del temine ma inteso proprio come vecchio, vetusto, naftalinico. E poi un inciso davvero inutile, con una domanda che non ha risposta e soprattutto dopo ciò che canti nelle strofe non può certo essere positiva.

Tre

WrongOnYou & Maurizio Filardo – Shoulders

Scanzonata e leggera composizione del cantautore italiano conosciuto con l’internazionale nome d’arte e Filardo per la colonna sonora del film Il Premio in uscita. Piacevole, molto primaverile, tutta arpeggi di chitarra e ritmica non invedante. Delicata anche l’esecuzione vocale con fischio di sottofondo che ti ricordi. Sette

Andrea Zanni – Dev’esser stato così

Prima che questo brano arrivi ad un dunque, un’esplosione c’è tanto tempo per sbadigliare, tirare fuori i piatti dalla lavastoviglie, stendere la lavatrice, dare due botte di ferri al punto a croce, avvitare la moka, “far pappuliare” il ragù. E poi l’esplosione manco c’è… mamma che noia!

Tre