Venerdì, giorno di uscita dei nuovi singoli in radio e allora ecco che tornano come ogni settimana le pagelle del nostro critico musicale Fabio Fiume raccolte nella rubrica di successo (e che non teme imitazioni), Da Oggi in radio. Come tutte le settimane Fabio ha ascoltato le nuove uscite per noi.
Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italiae che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.
Partiamo subito…
Atlanto – Dimmi che mi vuoi di più
Tanta elettronica perché oggi fa moderno. Tuttavia se non usata con un minimo di concetto e a supporto perlomeno di una linea melodica chiara, essa fa risultare il tutto un po’ vuoto. L’inciso a livello di liriche è davvero trascurabile o, per lo meno, sentito una volta ti risparmi di sentirlo una seconda.
Quattro
Roberta Bonanno – Controtendenza
Brano easy che bolla l’amore come “un prodotto a scadenza”, cantato in maniera leggera, meno impegnata rispetto a scelte giovanili. Anche questa è una controtendenza. La base elettronica è però in alcuni passaggi un po’ vuota ed il corale dell’inciso andava reso più potente.
Cinque ½
Emiliana Cantone & Pablo Rey – L’amore è bello se…
Con il feat internazionale la Cantone lancia il secondo singolo dal suo ultimo album ed approfittando della stagione lo fa mettendo assieme tutto ciò che stereotipatamente fa estate. Ci sono i ritmi caraibici, gli oè oè, qualche sentore di percussioni e più marcati clap clap. “Il destino preparò l’incontro, fai di me l’amore più profondo” è la frase meno sentita di un testo che è chiaramente leggerissimo e convenzionale. Salda e padrona però la voce della nostra.
Cinque
Antonello Carozza – Esperto di figure di merda
A dispetto del titolo, che lascerebbe pensare a qualcosa di ironico, Carozza torna alla musica con una ballata romantica, finanche moderna nella stesura del testo, magari un po’ più prevedibile nella struttura melodica. Comunque rivela una bella forza interpretativa ed è centrata. Se la cantasse un artista già affermato diventerebbe un successo. Lo sarà anche per Carozza? Se gliene danno l’opportunità…
Sette
Massimo Di Cataldo – Ci credi ancora nell’amore
Una domanda lecita quella del titolo, soprattutto se qualche esperienza ti ha lasciato segni ed il tempo vissuto non è più quello di una paio di decadi o poco più. Di Cataldo è giusto per questo pezzo; lo è per storia personale, lo è per modalità intima inserita nella sua interpretazione, lo è perché sa ancora esplodere localmente come negli anni d’oro, lo è perché il pezzo lo sente molto e si sente. Avrei eliminato gli “eh eh eh” modaioli nel finale. Comunque buona.
Sette
Entics – Cover
Entics prova sempre più a cantare. Vengono fuori brani che si avvicinano sempre più al mondo pop, almeno quello di un certo tipo, magari di produzione di alcune popstar d’oltreocano. Alcuni suoni sono però un po’ abusati. Piacevole nella sua leggerezza, ma il pericolo è che voli leggero appunto, senza lasciare traccia.
Sei=
Lorenzo Fragola & Gazzelle – SuperMartina
Ricordi, prime esperienze con una lei che invece ne ha decisamente di più. Allegra, spensierata ed indubbiamente estiva, combina Fragola con Gazzelle, tra gli emergenti più in vista. Non passa alla storia ma probabilmente la si canterà.
Sei
Giorgeness – Vecchi
Inclinazione synth come riarrangiamento di un brano che nell’album è di nettissima matrice pop/rock. Preferibile la versione originale che rispetta l’inclinazione della bella voce di Giorgia, ma il brano resta comunque quadrato, compiuto.
Sei ½
Gli Amici Dello Zio Pecos – Le azioni noiose
C’è qualcosa degli Elio e Le Storie Tese in questa proposta… forse la voce del vocalist. Manca quella genialità, non facile da raggiungere. Eppure il brano ha una sua forza, non solo nel ritmo serrato ma anche nel testo in cui si canta che la vera trasgressione e rifuggiarsi nelle proprie azioni noiose. Sfido a non essere d’accordo.
Sei ½
Ivan – Vento e cenere
Produzione italiana che rispecchia moltissimo alcuni canoni metrici di un certo tipo di dance internazionali, anche se poi l’arrangiamento è più pop. Per questo motivo la base andava un po’ più rimpinzata; sicuramente aveva bisogno di qualche strumento vero che andasse in appoggio della ritmica dell’inciso e delle punteggiature di piano che scandiscono le pause. Si tratta di correttivi perché il pezzo non è brutto.
Sei=
Emis Killa – Rollercoaster
Più pacato rispetto ad altre sue uscite, e con qualche effetto tipicamente trap sulla voce, Killa canta di un nuovo amore/passione che però di lui non è che si fidi granchè. La chitarra tiene compagnia e crea un piacevole effetto amarcord su una base invece di concezione più d’oltreoceano.
Sei +
Achille Lauro, Clementino & Rocco Hunt – Ammò
Tre modi diversi di fare rap convivono in questo pezzo che mostra un Lauro romantico, con un inciso che di fatto potrebbe fare concorrenza ad Amore Amore, brano del 1984 che la compianta Marisa Sannia portò a Sanremo, dimenticandosi che dopo una diffusione così senza pari di diabete, nemmeno l’insulina può salvare.
Quattro
Luigi Libra – Ce pienze maje
Sound semiacustico che batte prevalentemente sul tempo nelle strofe e registra una linea melodica solo nell’inciso. E’ celebrativa nei confronti della città di Napoli, ma il testo talvolta va altrove e confonde sul reale intento.
Cinque
Alessia Macaro – Chiamami domani
Sfiziosità jazz per Alessia che racconta del momento in cui, anche in amore, ci si rende conto che forse bisogna trovare un po’ di spazio per se stessi. Non è la canzone della vita, però trascina in danze non necessariamente ordinate e quindi per tutti.
Sei
Cristiano Malgioglio & Fernando Proce – Ballando ballando
Di canzoni eccezionali ne ha scritte ma diciamocelo pure, nessuna delle ultime cose merita di essere messa nella stessa bacheca delle sue composizioni. Si tratta di brani adatti a far ballare i salotti televisivi e che ribadiscono il divismo del cantautore che più di una volta però oltrepassa la staccionata del parodistico.
Quattro =
Mostro – E fumo ancora
Ricordi, gente che non c’è più e che adesso è tra quelle stelle che si guardavano assimene, mentre si fumava. E’ un testo triste, ma realistico e personale, raccontato su una base che ben si presta al senso malinconico, misto a rabbia. Qualche passaggio poco forbito nel testo, ma ci sta sia per il tema, che per l’emozione che si prova a raccontare.
Sette
Negramaro – Amore che torni
Title track di un album davvero centrato nonché ballata piena di pathos che arriva solo adesso come singolo un po’ in controtendenza rispetto alla stagione che magari preferirebbe degli up tempo. Ma quando un brano è bello come questo, sia per testo che per melodia, non c’è periodo contrario.
Otto
Nesli – Viva la vita
Ritmo dance elettronico ed un ritorno, per lunghi tratti, più che al rap, al parlato. E’ un brano pieno di positività, che ha in sé già uno slogan da poter gridare nella folla. Avrebbe potuto chiamarsi anche viva l’Italia, perché oltre che essere celebrativa nei confronti della vita lo è anche in quelli della nostra nazione. Ha scritto di meglio, anche molto, ma qui mantiene un mood accattivante comunque.
Sei+
Letizia Onorati – Right or wrong
Funk mischiato al jazz per ambientazioni che anche in disco fanno tanto live. La voce dell’artista pugliese potrebbe essere tranquillamente di provenienza afro/americana, per pasta, per applicazione, per gestione dei tempi e della “tranquillità” d’ emissione vocale. Ovviamente non da radio, se non per quelle confidenziali e notturne.
Sette
Ludovica Pagani & Ricky Jo – Tiki taka
Siamo in piena febbre mondiale e la dj sfrutta l’occasione e mette su un brano dal sapore latino, cantato da Ricky Jo ed anche molto setacciato sulla voce. Tutti gli stereotipi del caso sono rispettati, comprese le citazioni a Messi e Neymar. Chiaramente il preparato ha già una data di scadenza … molto vicina.
Quattro
Mike Priore – Via con me
Per un attimo mi è sembrato di sentire le canzoncine di Ambra a Non è La Rai. Mancava giusto, giusto l’ingresso di 5/6 coriste … Un po’ rap, un po’ rap/cantato, un po’ cantato. Anche le chitarre fanno molto anni 90. Tutto un po’ passato… giusto un po’, giusto 20/25 anni.
Quattro ½
Patrizio Santo – Cercami adesso
Quadro melodico ed arrangiamento efficacemente pop, con un inciso corale che si lascia cantare ed un modaiolo “oh oh” che è difficile, una volta assimilato, da scacciare via dalla mente. Non è chiaramente nulla di nuovo, ma è una lezione nota, appresa bene e rispiegata all’altezza.
Sei ½
Zuin – Io non ho paura
Chitarre a dettare le linee guida ed un testo concettualmente ben sviluppato, tra ciò che era ieri e ciò che è oggi, Basta solo mirare dalla parte giusta, senza avere paura e nascondersi più. Forse l’inciso poteva essere sviluppato in maniera un po’ più articolata.
Sei =