Arriva la nuova Da Oggi In Radio ed anche questa settimana il nostro critico musicale Fabio Fiume ha ascoltato con attenzione tutti i nuovi singoli e li ha valutati secondo i suoi personalissimi criteri per noi. Non ci resta che da sapere cosa ne pensa quindi, leggendo come sempre tutto di un fiato.
Si ricorda che si tratta del solo parere di Fabio, espresso in piena libertà, senza alcun veto, ma non di quello di tutta la redazione di All Music Italia. Inoltre i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna gli artisti tra loro. Essi sono infatti relativi alla carriera dell’artista che propone quel brano specifico ed a come esso si va a posizionare più o meno positivamente nella stessa.
Elisabetta Arpellino – Da dove riparto
Più forte come tematica che come canzone in sé, che concepita in questo modo, arrangiata in questa maniera si confonde solamente nel marasma di proposte che scorrono ma senza restare impressa. Elisabetta ha comunque voce dal colore molto personale.
Cinque
Bc & Lina R – Male
Si porta anche nel rap “cantare” in questo modo, come se si stesse perennemente seduti su un muretto o panchina semplicemente provando ad intonare una canzone, come quando vuoi far capire al tuo amico quale è quella canzone che ti piace e non ne ricordi il testo. La base si presta all’atmosfera notturna e l’irruzione cantata di Lina R non è affatto azzardata anzi impreziosisce.
Sei
Buca – Sto bene con te
Reggae scialacquato dove la bella è ciliegia matura, e sono felice quando sei felice e triste quando sei triste per finire con un quando non ci sei mi manchi. Complimenti per l’originalità!
Tre
Sam Burst & Rodja – Bon voyage
Rap su sound dance elettronico che ha una sua forza, fosse solo che, pur essendo modaiolo, non sembra copiare altri. Se spinta a dovere potrebbe funzionare, anche se probabilmente sarebbe apprezzata più in circuiti mainstream che quelli propriamente di genere.
Sei
Roby Cantafio – Il mondo che trema
Sento il sole che scalda come un animale? E questa è solo una frase delle tante sconclusionate, messe assieme come se fossero dei pensierini senza connessioni tra loro. In più la voce è trattata in una maniera che è poco a dire urticante e l’arrangiamento rock più che vintage suona preistorico.
Tre
Martino Corti – Chicco e Simona
La storia di un bimbo che s’annuncia nella vita di due genitori quando nemmeno si conoscono e quindi non lo vedono, non lo immaginano e poi quando invece lui è realtà continuano a non vederlo, a non accorgersi in preda alle loro nevrosi personali, al loro non amarsi più, che quel bimbo voleva solo essere notato. Eppure è cresciuto e li ha perdonati… o forse ha semplicemente capito che l’amore, quello che fa chiamare delle persone famiglia, stava da un’altra parte. Poco potere radiofonico, ma tanto merito alla scrittura, sensibile e cruda nella sua innocenza.. come sanno essere i bambini.
Otto
Dark Polo Gang – Cambiare adesso
Se vogliamo seguire un discorso “canzone” , è questa forse la migliore produzione in tal senso della Dark Polo Gang. Non ci sono solo parole da strada che servono a catturare l’attenzione degli adolescenti su basi ricercate, ma c’è proprio una forma strofa, inciso che deve farsi ricordare ( ed amici e puttane ti tradiscono sul più bello si ricorda eccome! ) e spazio musicale. Basta non essere della loro generazione per non gridare al miracolo, ma non vuol dire che non si debbano riconoscere passi avanti.
Sei
Davide De Marinis – Piccanti parole
La scrittura di Davide in linea generale resta sempre immediata, semplice e facilitante per quel che riguarda possibili aggregazioni corali. Qui però le strofe si mangiano l’inciso che non è così forte né per conquistarsi la possibilità di essere tormentone, né quella di restare così impresso.
Cinque
Dub & Affiliati – L’alba
Linguaggio decisamente poco forbito, ma ormai è moda, ormai si è capito che gli adolescenti se sentono parlare di figa e fellatio si attaccano. Abusi, contrarietà alle istituzioni, branchi, religione da ignorare, stare fatti e strafatti… anche parlare di questo è moda e gli adolescenti la seguono quasi inebetiti. E mi chiedo cosa c’è di bello nell’ascoltare queste cose? E soprattutto cosa c’è di nuovo in Dub rispetto agli altri 3685 rapper? Nulla. Ah! Pardon sono 3688… me ne ero scordato tre per la strada.
Tre
Elisa – Se piovesse il tuo nome
La città è piena di fontane ma non sparisce mai la sete. Elisa non ha più approcci rock da un po’ nella sua scrittura, e la cosa è ancora più evidente quando si propone in italiano, dove ripiega sempre su melodie aperte che hanno proprio nelle atmosfere il proprio punto di forza. Anche qui l’atmosfera è piena di pathos, facilitata anche da una modalità vocale penetrante e che gode della capacità di non infastidire mai.
Sette+
Er Costa – Vangelo
Ognuno ha il suo Vangelo ed il rapper canta qui il suo, che è personale e di cui pare avere piena fiducia. Non è originalissimo nel sound, lo è più per alcuni accenti volutamente sbagliati che servono per chiudere la quadra delle rime. Si rappa in italiano ma è abbastanza chiaro che sia romano, senza nemmeno bisogno di leggere la biografia.
Sei=
Romina Falconi – Le 5 fasi del dolore
Romina, ovviamente in maniera rivista e aggiornata, è un po’ una Marcella degli anni 10, con le sue canzoni che hanno sempre alla base una forte passionalità, rapporti di coppia irrisolti. Chiaramente è cambiato il linguaggio: Marcella era piena di sottintesi, parlava di gatte, di cieli puri in cui non lo aveva fatto entrare o di segni sulla pelle di altre donne, Romina parla invece letteralmente di rifiuto, della mignotta che ha preso il suo posto, di analista necessario per superare alcuni traumi. Può anche non piacere il genere ma non si può non riconoscerle una personalità artistica forte, un distinguersi dalla massa netto e preciso. E’ proprio una cosa a sé.
Sette
Tiziano Gerosa – L’amore ti fa
Pur non disdegnando il motivo di questo brano perché dovrei subirmi un minuto e 20 di parappappà per approdare poi ad una sciolinatura di che cosa ti farebbe l’amore? Il tutto nel più modesto e scontato uso di terminologie, in stile pensierini di bambini di quinta elementare. Apprezzabile l’arrangiamento coi fiati che giocano sulla ritmica, ma non basta di certo.
Quattro
Luigi Grechi De Gregori – Sangue e carbone
Canzone dedicata alle miniere e a chi ci lavora. Molto vicino vocalmente al di famiglia De Gregori più noto, il brano ha anche evoluzioni nell’arrangiamento, prevalentemente chitarra e voce, che portano all’inserimento di flauti e cornamuse che non è che proprio tutti… Chiaramente siamo di fronte ad un brano con una capacità persuasiva vicina allo zero, se non in contesti live specifici, dove può avere invece strappare larghi applausi.
Senza Voto
Le Vibrazioni – Pensami così
Le Vibrazioni tornano alla musica che li ha resi famosi all’inizio del decennio scorso e cioè un pop molto suonato dal sapore vintage, rintracciabile tra la fine degli anni 60 ed i primi anni 70. Però questa nuova ballata non ha la forza immediata di una Vieni da me, loro grande successo, a cui è accostabile. Restano però molto credibili, tutto sommato qualsiasi cosa facciano.
Sei =
Lighea & Roberta Orrù – La casa capovolta
Ballatona che farebbe gola, tradotta, pure a star megagalattiche alla Celine Dion, per intenderci, con il suo arrangiamento epico, che lascia pensare ad aperture di colline verdi trafitte dal vento ed inquadrate dall’alto. E’ un brano che live può strappare grandi applausi, ma senza un palco importante è difficile che possa avere attenzione, nonostante la bravura delle due.
Sei
Teo Mandrelli – I know
Il dj italiano sembra rimasto colpito dalla dance proposta da Petite Miller qualche anno fa e di cui però si sono perse le tracce. L’arrangiamento vocale iniziale è quello, poi si passa per qualche già sentito nella base e diversi artefici “modifica voce”. Lontani da qualsiasi tipo d’originalità e per un dj e producer…
Quattro
Maneskin – Torna a casa
Loro li avrebbero presi ad occhi chiusi a Sanremo e di sicuro li prenderebbero al prossimo, e probabilmente lo faranno. Perché non tenersi allora un brano così centrato come questo? Bello nel testo, nell’arrangiamento che ha possibili crescendi orchestrali e mette in mostra anche una buona qualità interpretativa che non è quindi solo tacchi, urla e rock and roll… anche se questa ballata può definirsi comunque rock.
Sette
Maurizio Martini & Ivan Cattaneo – Adios amor
Firma e collabora Ivan Cattaneo, attualmente nel cast del GfVip, oltre che Tiziana Rivale ai backing vocals. Atmosfere indovinate, elettroniche e piene di evocazioni facilitate anche da un sax sognante più che malinconico, per un testo che però è invece pienamente malinconico, ma anche un pochino solito. Troppo.
Cinque ½
Maxi B – Photoshop
Si comincia con l’omaggio a Vasco ed Albachiara, poi si prosegue con un rap innocuo in cui è il forse si, forse no a farla da padrone e si finisce con un inciso in cui la base diventa una dance trita e ritrita, senza innovazione o nemmeno tentativo di metterci del proprio.
Quattro =
Michelangelo – Aeiou
Ma davvero, davvero? Ascoltatela, poi mi fate sapere…
Due
Stefano Pellegrino – Body shop
Dalla Calabria con questo misto di pop, dance, elettronica ed interpretazione divisa tra una moderna lavorazione della voce e qualche più stantia teatralità. Prese per parti singole non sarebbe affatto male, ma messe tutto assieme il risultato è un po’ confuso , come se nulla fosse sviluppato a sufficienza.
Cinque =
Natale Plebani – Settembre
E’ effettivamente un mese inflazionato nelle canzoni Settembre, ed è facile capire il perché: è comunque il mese della ripartenza. Plebani lo racconta dal punto di vista di una madre lasciata sola che riparte dall’asilo dove accompagnare il figlio, e deve pensare a tutti i bisogni prima condivisi in due. Plabani ha voce sporca, ineducata, che difficilmente immagini possa interpretare cose non scritte da lui. Può essere un limite ma anche un segno riconoscibile. Frattempo il pezzo è centrato.
Sei
Frah Quintale – 8 Miliardi di persone
A metà tra rap e cantautorato il giovane Quintale rivela anche in questo brano una sua personalità non soltanto vocale, ma proprio di scrittura, che ha questa capacità di avere aperture pop in una struttura canzone che invece è decisamente vicina di più alla modalità rap. Il pezzo funziona e soprattutto percorre strade amate dai giovani senza per forza doversi spendere in parolacce o racconti trucidi per interessarli.
Sette
Radiosouff – Scrivimi
Non è la prima volta che si prova a ricantare questo brano che però ha un limite che poi è un grande, grandissimo pregio: è di una delicatezza enorme nel testo che solo un fil di voce, incerto, claudicante come quello del suo autore ed interprete Nino Buonocore rendevano praticamente iconico già al tempo. Provare poi ad aggiungere persino qualche verso è quasi come voler interrompere quella poesia.
Quattro
Chiara Ragnini – In ogni angolo del mondo
Base elettronica e tematica molto più adatta alla stagione appena passata. Che sia arrivata un po’ tardi in radio questa proposta di Chiara? Che pure però trova un suo modo per raccontare un rapporto che si evolve, che è un continuo percorso affrontato assieme. Nell’insieme non essenziale ma abbastanza originale.
Sei +
Ruggero Ricci – E’ acqua passata
Alcune inflessioni vocali fanno correre la mente a Michele Bravi, ma si tratta di sensazioni. Ricci è qui esistenzialista e parla di ripresa, di percorsi da individuare per ripartire. Avrei reso l’arrangiamento un po’ più potente per rafforzare il messaggio comunque positivo.
Sei
Ruggero De I Timidi – Mano amante mia
E vabè! Ci mancava l’ode alla sega o a come siete abituati a chiamarla. Sostanzialmente dice anche una verità, almeno per noi maschietti di sicuro, ma credo non solo per noi, però era proprio il caso? L’effetto simpatia oltretutto svanisce già al secondo ascolto.
Tre
Sciabola – T.Q.C.V
Sentori d’Arabia nella base per un brano hip hop che non manca di avere anche degli spunti interessanti, dovuti sia alla ricerca dei sampler da usare ma anche a momenti lasciati asciutti, dove ci sono percussioni o batteria synth, che hanno una loro forza che addirittura è maggiore dell’inciso vero e proprio. Se non altro è diverso.
Sei ½
Viito – Bella come Roma
Ha una sua funzionalità radio ed anche una forza dovuta all’inciso che resta impresso e che potrebbe fare la sua fortuna, inciso in cui Roma è bella e Milano è stronza e saranno felici i milanesi. A metà tra il pop e l’indie come un po’ il 50% delle produzioni odierne che non sono filo rap. Voce comune, scrittura furba.
Sei+