Ho fatto del mio silenzioso lavoro, pugni stretti e costanza, un mio Mantra personale.
Ho sempre pensato che più delle parole i risultati e i fatti possano restituire il merito o almeno una piccola soddisfazione per i sacrifici e l’impegno che ognuno di noi mette per raggiungere il proprio singolare obiettivo. Con questo non voglio iniziare la classica invettiva contro il “popolo italiano ingrato in un paese ancor meno grato e spesso non meritocratico“, non è nel mio stile e in realtà non è nemmeno il mio pensiero. È la mia visione delle cose, presumibilmente veritiera, rapportata al “piccolo” mondo della musica, ma voglio raccontarvela.
L’Italia è un paese di artisti, di cantanti e ballerini. Come mi dice spesso il Direttore di questo stesso sito, oltre che mio amico, ci sono più aspiranti cantanti che acquirenti di dischi e ho detto tutto. È chiaro che i posti sono pochi e per pochissimi. Eppure ho la prova provata che il mondo della musica sotto un certo punto di vista è davvero meritocratico. Almeno con me lo è stato! Usciamo per un momento dall’ottica del binomio musica-televisione. Quello “che se non sei in Tv non stai facendo nulla” Consideriamo solo quello che può essere l’aspetto artistico. Già questo può risultare impossibile lo so, però proviamo a fare un tentativo, me compreso.
Ho iniziato nel 2008, festival di Castrocaro, conoscenze zero, ampiamente minorenne e spaesato. Le solite urla al raccomandato al sotterfugio all’inciucio all’italiana, che detto tra noi probabilmente ci fu, ma con le mie piccole gambe arrivai in finale. Nessuna spinta, se non qualcuna da qualche addetto di palco agitato per la diretta. Poi SanremoLab, 2009. Ti lascio una canzone, un disco Warner, l’arena di Verona, ottimi concerti, l’incontro con Gianni Bella, i miei due singoli da cantautore e così via.
Non sto cercando lavoro tranquilli, ma si, è una sorta di curriculum vitae. Il mio obiettivo non è quello di lodarmi di quanto fatto fino ad oggi, il mio desiderio in realtà è quello di dare un messaggio di speranza, costruttivo e positivo a chi vuole provare in qualche modo a far musica e credere in quello che , quando si è all’inizio, è solo un sogno. Quello che mi sento di dire, nonostante la mia età non sia sicuramente sintomo di chissà quanta saggezza o attendibilità, è di non ascoltare nessuno. Non ascoltate nemmeno me se quello che dico vi sembra sbagliato. Volete fare musica? Fatelo. Ma fatelo senza pretese, senza aspettative, senza fretta ma soprattutto di testa vostra. Fatelo senza la convinzione che tanto è impossibile, senza l’idea che tanto ci sarà sempre qualcuno che vi passerà davanti, fatelo e basta. Lavorateci per conto vostro, da soli o con amici, fate concorsi, perdete competizioni e incazzatevi. Decidete di non farlo più perché siete stanchi e poi cambiate ancora idea perché senza musica non ci si riesce. Spegnete la Tv, o guardatela con giudizio. Uscite dal binomio televisione musica, che la musica fatta in camera vostra con studio e dedizione vale molto di più per il vostro futuro artistico rispetto ad un provino ad X Factor non passato perché la scelta era tra una canzone di Ligabue e una di Vasco ma il vostro sogno era di diventare il nuovo Bublè. Partecipate a talent se lo volete, partecipate ma poi ricominciate, continuate, non fermatevi. La musica fatta per come deve essere fatta in Tv o a casa alla lunga è meritocratica. Da tante soddisfazioni se c’è il merito, vi insegna a sopravvivere ma soprattutto vi lascia qualcosa in più di un video su YouTube da riguardare. Costruite il vostro futuro artistico, non accontentatevi di una sola apparizione esplosiva, coltivate tante piccole soddisfazioni per costruirne una definitiva. Dal canto mio posso dire di aver soltanto costruito la struttura portante di una piccola casa di periferia, quindi non posso garantirvi che il risultato finale sia solido ma soprattutto bello. Quel che conta è che sono ancora in corsa costruendo con grande fatica, mentre tanti altri hanno scelto di affitare un Loft, senza considerare che di loro in quel luogo non ci sarà mai nulla.
Al momento tra le tante case la mia manco si vede, è tra quelle che “se non sei in Tv non stai facendo niente“, però è la MIA e quando sarà pronta non dovrò rendere conto a nessuno. Se mai un giorno vi troverete a dover scegliere tra puntare tutto con il rischio di perdere tutto subito, o risparmiare per comprare quando ci sarà risparmio a sufficienza, provate a dare un occhio all’orizzonte, magari qualcuna di quelle “casette” comincerà a intravedersi in lontananza e capirete quale sia la scelta più giusta da prendere… Oppure no, perché alla fine quello che conta è che abbiate fatto di testa vostra.