21 Settembre 2022
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21 Settembre 2022

Joseph e Paulo hanno aperto Blanco ma quanti lo sanno? L’importanza degli opening act e il poco interesse del pubblico

Partendo dai live di Blanco un approfondimento sul mondo e degli Opening act

Joseph Blanco Paulo Opening act
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Sapete cosa sono gli opening act, volgarmente chiamate ‘aperture’? Ho assistito qualche giorno fa a quelli di Joseph e Paulo all’Ippodromo San Siro per le date finali del tour di Blanco, ed ho deciso di approfondire l’argomento.

In ogni caso sono le esibizioni di mezz’ora, 45 minuti o 1 ora che artisti esordienti, in rampa di lancio o solo più giovani rispetto all’artista del main event fanno prima del concerto canonico per cui ognuno di noi sceglie di pagare il biglietto.

La valenza di questi spezzoni di live è duplice: da un lato, serve per riscaldare la folla e dargli modo di avere, allo stesso prezzo, anche una seconda esibizione ma dall’altro, ed è questo il punto focale di tutto il discorso che stiamo affrontando, serve agli artisti per farsi conoscere, apprezzare e, nell’epoca dello streaming, farsi cercare sulle varie piattaforme e guadagnare follower/ascoltatori.

Ma perché ho scelto di porre l’attenzione su questo tema? Perché gli Opening act sono una delle cose più sottovalutate del settore dei live, se non la più sottovalutata. E la colpa è di tutti, da noi del settore a voi pubblico.

JOSEPH e PAULO OPENING ACT DI BLANCO

Pochi giorni fa, ormai lo sanno anche i muri ma è bene ribadirlo dato l’incredibile successo, Blanco ha portato (in due giorni) più di 60mila persone all’Ippodromo San Siro di Milano. Due sold out telefonatissimi per l’artista del momento e con pieno merito.

Bene, queste due serate sono state aperte da due coetanei super talentosi di Riccardo (vero nome di Blanco) ma nessuno ne parla e, cercando in rete, non si trova il minimo accenno alla cosa.

La prima serata è stata aperta da Paulo, 19 anni e solo una manciata di singoli alle spalle che, però, gli sono valse la stima degli addetti ai lavori e dei colleghi tra cui proprio Blanco che lo ha fortemente voluto il 16 settembre (qui abbiamo parlato del suo singolo).

La seconda data, invece, è stata aperta da un altro 19enne di grande prospettiva, Joseph, il cui percorso discografico è iniziato da così poco che, per dare un’idea, la prima volta che si è esibito su un palcoscenico in pubblico è stata proprio il 17 settembre davanti 34mila anime e prima del super fenomeno del momento. E non ha sbagliato mezza nota. Senza autotune, by the way (qui la sua canzone, Salvare).

Per entrambi è stata l’occasione perfetta per portare la loro storia e la loro musica su uno dei palchi principali dell’estate italiana e nella città che, più di tutte, guarda ai giovani artisti con un occhio di riguardo.

Ok, tutto molto bello fino a qui. La storia ha il sapore di essere a lieto fine ma, ahimè, c’è un ‘ma…’ ed è legato proprio al pubblico.

Gli opening act

Quanti di questi 60mila spettatori, dopo il concerto o a distanza di giorni, hanno cercato Paulo e Joseph sui social o su Spotify? Quanti hanno ascoltato le loro canzoni? Quanti hanno scelto di dire “sai che c’è, seguiamo la loro carriera e vediamo che succede“. Quanti, nonostante lo abbiano ripetuto svariate volte tra una canzone e l’altra, si ricordano di questi due ragazzi? Risposta quanto mai facile, perché parliamo di una percentuale davvero risicata ed è un enorme peccato. Anzi, speriamo di sbagliarci, almeno questa volta.

Il dispiacere nasce dal fatto che gli Opening act, storicamente, hanno visto protagonisti tutti, ma proprio tutti, i maggiori nomi di successo della musica italiana (non allargo il concetto al mondo perché fuori dai nostri confini funziona in modo totalmente diverso) ma mai nessuno è riuscito a sfruttare l’occasione come si deve per allargare il bacino nel modo che avrebbe meritato. Il successo è arrivato sempre dopo tempo, a volte anni, e sempre e solo perché chi ha curato comunicazione e strategie ha saputo farci davvero bene.

Per darvi un esempio lampante e non con artisti italiani, nel 2017 Bruno Mars ha riempito il Forum di Assago a tappo e l’Opening act fu niente meno che Andersson. Paak. Bene, fino al progetto dei Silk Sonic dello scorso anno, se a un italiano medio che ascolta musica e si informa facevi il nome di Andersson. Paak la reazione era di chi stava sentendo qualcosa per la prima volta.

Poi, nel 2021, Warner Music ha messo in piedi questo progetto dei Silk Sonic con Bruno Mars e Paak, co-protagonista designato del duo, è diventato improvvisamente un fenomeno. Qui, perché nel resto del mondo sono anni che riempie palazzetti da migliaia e migliaia di posti. Signori miei, uno come lui è sempre stato un fenomeno ma noi arriviamo sempre tardi in tutto e dopo tutti perché ci grattiamo la testa e non ci informiamo. Non ci interessa acculturarci ed è un dato di fatto.

Tornando ai nostri confini, vi dicevo della miriade di artisti nostrani che hanno aperto i più disparati concerti dei più disparati top player e senza il minimo riscontro.

La colpa non è sicuramente dei ragazzi, ma mai proprio, mentre è di certo nostra ma, a ben vedere dal web, anche di tutti i siti, webzine, radio e testate giornalistiche che bypassano di netto ogni informazione in merito.

Io sono nuovo da queste parti ma seguo l’attività di All Music Italia da anni per lavoro e posso assicurarvi che se non ci fossero stati articoli di approfondimento scritti da quelli che, oggi, sono i miei colleghi io in radio avrei avuto serie difficoltà nel reperire informazioni sui nuovi cantanti che si affacciano sul mercato.

E se vado in difficoltà io, che sono un conduttore radiofonico e che, di norma, ho il compito di informare, chissà quanto lo siete voi. Ammesso che vi interessi l’argomento, ma questo è un altro discorso…

Vabbè” starete pensando “e quindi cosa vuoi dirci con questo articolo? Non ti capisco” cit. (sì amici, io vi leggo nei commenti Facebook. Tutti)

Quello che voglio, anzi che vorrei, è invitarvi a prestare più attenzione a chi si esibisce prima degli artisti per cui avete pagato il biglietto perché potreste avere davanti il futuro N.1 della musica italiana che state vedendo gratis, senza il minimo sforzo e, magari, non lo calcolate di pezza.

Questo è il miglior modo per supportare i nuovi talenti e per far capire che il loro lavoro, il loro studio e le nottate a piangere e disperarsi sono servite davvero a qualcosa. Fatelo per voi in primis, perché non fa mai male restare aggiornati specialmente se è gratis ma, soprattutto, per loro.

E a voi, cantanti che vi fate il culo in studio e sui palchi sgangherati di tutta Italia dico solo una cosa: non mollate e date sempre l’anima su ogni superficie dove salirete con il microfono tra le mani, anche se il vostro compito è quello di riscaldare l’ambiente per il Vasco Rossi di turno, perché chi la dura la vince, sempre.

P.S.: per tutti voi che avete letto e non siete stati ai concerti che ho citato, andate ad ascoltare i nuovi singoli di Joseph e Paulo.