La musica è ripartita, ci dicono. Certo è ripartita in tv con Battiti Live e Power Hits Estate, è ripartita con i live degli artisti noti, quelli che hanno un nome e, spesso, anche soldi. Ma i live club cadono come mosche e, chi ancora resiste cadrà presto visto che le attuali norme impediscono esibizioni al chiuso. E a pagarne il prezzo, oltre a loro, chi sarà ancora una volta? Gli artisti emergenti.
L’altra sera mi sono ritrovato a parlare nella mia città, Milano, con uno di quegli audaci che già prima della pandemia dava spazio alla musica dal vivo di artisti non noti, che li pagava regolarmente conscio del fatto che far suonare degli artisti non è far loro un favore, ma dare un servizio in più alla propria clientela.
Parlavo con lui e non sapevo cosa rispondergli quando mi diceva che è reale la possibilità di chiusura, come già avvenuto per tanti altri locali, e che non sa se potrà più permettersi di ospitare e pagare dei musicisti, tanto è grande il danno che ha lasciato questa pandemia sulla sua attività.
Le sue parole sono verità… come sapete gestisco due artisti emergenti e conosco il senso di frustrazione di non avere un posto dove farli suonare. Le aperture dei nomi noti avvengono con artisti delle stesse società di booking o della stessa casa discografica.
I nomi noti hanno abbassato i propri cachet per poter suonare nei posti piccoli. E così non c’è spazio… ci resta la tv, i Talent come Amici e X Factor, o Sanremo. Ma tutto questo è sbagliato perché non tutti gli artisti sono adatti a questi contesti. Perché uno non deve sentirsi costretto a partecipare a questi programmi perché è l’unica scelta. Tutto questo è sbagliato.
Nel frattempo leggo di un’intervista di Orietta Berti che dichiara di aver venduto 9 milioni di copie con Finché la barca va e si “lamenta” di non aver ancora visto un centesimo da Mille. Orietta, mi stai molto simpatica ma ringrazia di essere nata in un’epoca storica che ha permesso agli artisti di suonare, cantare, farsi ascoltare, andare tv e vendere tanti, ma tanti, dischi.
Perché il non vedere un soldo dopo mesi e mesi di lavoro è la normalità per la stragrande maggioranza degli artisti di oggi.
Live club, la musica non è mai ripartita
La musica emergente è morta durante la pandemia, ha contratto il Covid-19 e nessuno si è realmente preoccupato di soccorrerla. Questo sta creando un vuoto artistico in cui comanda lo streaming. Con le sue regole, i suoi editor e le sue playlist. Molti giovani artisti facevano musica come secondo lavoro, in attesa di realizzare il proprio sogno di vivere di musica. Perché che i giovani non hanno volontà e non sono disposti al sacrificio è un luogo comune e, di sicuro, non riguarda chi ha un sogno.
Ora molti di loro stanno abbandonando quel sogno e abbracciando, loro malgrado, il secondo lavoro. Dove sono le istituzioni e il governo di fronte a questa pandemia nella pandemia? Il Ministro della cultura e dei beni culturali cosa sta facendo? Perché anziché dare bonus per i monopattini non si è dato un sostegno ai live club e a chi sostiene gli artisti emergenti?
Serve un intervento e serve ora. Governo, Siae, Nuovo Imaie e tutte le istituzioni e associazioni devono fare qualcosa, ora.
La musica è ripartita, ma non per tutti c’è un intero settore, indipendente, fatto di lavoratori, maestranze, gestori di locali, giovani artisti, che sono immobili, agonizzanti. Quei pochi che, tra Festival e club, provano a sopravvivere, sono costretti a puntare su nomi noti, Tante i loro cachet sono stati abbassati.
Qualche giorno fa sono stato al Festival Estivo di Piombino con i miei artisti. Un Festival che fino a due anni fa era un Contest per artisti emergenti e che, da quest’anno, ha fatto una scelta coraggiosa. Diventare un gala per la musica indipendente. Tre nomi noti e poi via con più di 10 artisti emergenti che hanno avuto la possibilità di tornare sul palco.
Iniziative come queste dovrebbe premiate, sostenute e incentivate nel concreto. E invece…
L’appello del MEI
Anche Giordano Sangiorgi, patron del MEI, nei giorni scorsi ha lanciato un appello. Con delle proposte concrete. Se possano bastare o siano quelle giuste lo lasciamo decidere a voi, ma in ogni caso ve le elenchiamo.
- Formula di accesso agli eventi con il Green Pass con la possibilità di fare il pieno di pubblico in regola con le norme anti-Covid
- Un forte supporto economico per le spese di messa a norma a tutela della sicurezza e salute della comunità per tutti i luoghi legati al circuito indipendente ed emergente in cui si può suonare, fondi che arrivino dai circuiti regionali perché sono costi che un organizzatore medio e piccolo non può sostenere pena la cancellazione di ogni attività.
- Proseguire fino a fine anno con i ristori per le imprese, gli indennizzi per i lavoratori e i bonus per gli autori e artisti, senza discriminazioni verso i più piccoli, e si facilitino gli sgravi per le opere discografiche e i videoclip, rilanciando da subito con nuovi fondi,
- Sostenere chi sta lavorando per gli eventi nelle piazze estive e aprire un nuovo bando per i progetti dell’autunno 2021, in modo che tutta la filiera possa lavorare insieme sui temi dell’innovazione digitale
- I fondi ministeriali per autori ed editori, artisti interpreti ed esecutori, festival e contest, devono arrivare a tutti i protagonisti della scena musicale, senza lasciare indietro nessuno, in particolar modo gli esordienti e gli emergenti
- Maggiori spazi nel servizio pubblico radiotelevisivo, che oggi vede programmato solo il 20% della musica indipendente prodotta.