Sfido chiunque, anche chi nel 1992 non era nemmeno in calendario nel cervello dei propri genitori, a non conoscere il brano easypop, ed a suo modo iconico, Brutta, grazie al quale un allora sconosciuto Alessandro Canino, fiorentino di appena 19 anni, raggiunse l’improvvisa notorietà, di quelle che per strada davvero non puoi camminare.
Dopo quell’esperienza che lo portò al sesto posto trai giovani del primo di un “lustro baudiano” di Festival di Sanremo, lo stesso megaconduttore plutonico ed organizzatore artistico, lo scelse per altre due edizioni tra i big, anche se queste non ebbero la medesima fortuna. Con Tu, tu, tu… del 1993 il nostro fu eliminato al primo turno e con Crescerai, con annesso cambio look, nel 1994 arrivò solo quattordicesimo su 20, senza però lasciare granché traccia dopo.
Rimase così ancorato a quel grande successo del 1992, fino a scivolare piano piano fuori dall’immaginario collettivo degli artisti in voga per entrare in quello mai piacevole delle meteore. Eppure Alessandro ha continuato a fare la sua musica ed ha provato diverse volte in questi 25 anni a tornare sulla scena, ma il pubblico si è sempre più dimostrato a seguirlo sulle orme della nostalgia di quel che fu, di quella Brutta, che in nuovi progetti.
Oggi Alessandro Canino è però tornato nello show di Rai Uno Ora O Mai Più dove è tra le mani della maestra Loredana Bertè che sta provando ad aiutarlo a trovare una nuova strada in attesa dell’inedito che il nostro, come gli altri, potrà proporre il prossimo Venerdi, e capire che effetto fa esserci di nuovo adesso ed esserci ora… mettendo da parte per un po’ lo spaventoso mai più…
Quando me lo hanno proposto il programma non aveva ancora questo titolo emblematico. A me è arrivata l’idea e l’interesse per me da parte della produzione.
Cosa ti piaceva dell’idea, a parte provare a tornare?
Non solo l’idea di rimettermi in gioco, ma quella di farlo cantando e facendo solo quello. L’idea arrivava proprio dal voler proporre in tv, parte del nostro panorama musicale immenso, che passa anche attraverso chi, come noi, c’è stato solo per qualche stagione. L’idea quindi mi accattivava non poco.
Cosa ti ha fatto decidere per davvero di esserci comunque?
Potrà sembrare strano, ma il fatto che a condurre ci fosse Amadeus, che è uno che la musica l’ha sempre masticata e che quindi avrebbe sicuramente saputo come trattare l’argomento. Anche questo ha avuto la sua bella rilevanza.
Vi hanno scelti in virtù di un brano iperfamoso eppure tutti voi avete fatto diverse altre cose. Non è un po’ pesante essere bollati ad una canzone sola?
E’ vero che ho fatto anche tante altre cose, però oggettivamente quel successo così grande io, ad esempio, non l’ho più riavuto. Alla fine è come se si fosse voluto dare un inizio ed una fine che è invece rappresentata dall’inedito che faremo all’ultima puntata. Nel mezzo tanta grande musica. Diciamo che probabilmente il programma avrebbe potuto svilupparsi in più puntate.
Non credi che se lo avessero allungato sarebbe scattato l’antipatico regolamento delle eliminazioni e quindi alcuni di voi non sarebbero potuti arrivare alla fine…
Si, probabilmente hai ragione. La cosa importante è che hanno formato un cast che non poteva non funzionare; non solo per noi in gara, ma anche per i maestri.
Quanto tempo è intercorso tra i provini e la conferma che ti avevano preso?
Circa un paio di mesi buoni. La scelta per la produzione non è stata facile tra chi metter dentro. Non si trattava secondo me solo del successo avuto e poi smarrito ma anche delle personalità, artisti che avevano qualcosa da dire.
Tra i tuoi compagni di viaggio chi è stato per te la sorpresa, il compagno di merende?
Stefano Sani che è il mio vicino di stanza. E’ quello con cui ho legato più di tutti anche se devo dire che il clima è molto bello con tutti.
Ma sai che è ciò che rispondono tutti?
Evidentemente è davvero così.
Quando ti sei ritrovato Loredana Bertè come maestra, cosa ti è balenato per la mente?
Inizialmente niente, il vuoto! Poi dopo questa paresi iniziale ho capito che ero fortunato perché il suo percorso è talmente pieno di cose che è solo un onore capire che lavorandoci assieme puoi conoscere delle cose che tutti vorrebbero conoscere. Poi lei mi sta apprezzando sempre di più, si è creato un bel clima anche tra noi. E’ istinto puro ed io la seguo perché so che è un’artista unica e c’è tutto da prendere da una come lei. Ci hanno poi definiti il diavolo e l’acqua santa, proprio perché come accoppiata…
C’è uno dei suoi pezzi in particolare che vorresti proprio cantare?
Tanti davvero, ma il problema è che le sue canzoni non sono facilmente pensabili come duetto. In più hanno testi molto femminili, passionali che spesso non sono adatti ad essere poi abiti per un uomo. Le scelte in queste puntate sono andate soprattutto verso brani che non stonassero addosso a me.
Ci puoi anticipare qualcosa dell’inedito che presenterai Venerdi?
Purtroppo no! C’è il veto assoluto. L’unica cosa che posso anticipare è che farà ballare. Non è proprio dance ma ci si avvicina tanto.
Alessandro ma quanto ti penti per quella pettinatura che portavi a Sanremo 92?
No, non mi pento ( ride di gusto ndr ). Quelle pettinature me le imbastiva un mio amico parrucchiere che cercava di individuare la tendenza del momento. Quel carré a suo modo aiutò a farmi restare impresso, quindi nessun pentimento.