Torno ad occuparmi di “nuovi” autori della musica italiana, incontrando Andrea Bonomo, che, tra le altre cose, proprio in questo periodo è stato al centro mediatico per aver composto tra gli altri Sincero, il brano portato al Festival di Sanremo e che tanta polvere ha alzato e non solo per situazioni strettamente artistiche. Da li proprio partiamo con la nostra chiacchierata
…Grazie per aver avuto pazienza, è un momento particolare. Sono in studio proprio con Bugo lavorando a quello che sarà il suo live.
Non preoccuparti, stai tranquillo. Parli con un napoletano e sai, noi siamo molto rilassati, soprattutto quando siamo davanti ad un buon caffè. Ecco fai conto che stiamo così..
Ti dirò, nemmeno a farlo a posta, ho appena finito di prendere un buon caffè.
Partiamo proprio dal tuo lavoro con Bugo, che ti ha visto impegnato nella lavorazione non solo del brano poi scelto per il festival, ma di tutto il suo album…
In realtà lui è un amico. Ho sempre pensato che avremmo prima o poi lavorato assieme. Conoscevo la sua produzione e mi è sempre piaciuta molto. Quando si è presentata l’occasione ho subito accettato di lavorare con lui.
Che effetto fa per un autore/compositore, che un tuo pezzo venga scelto non solo in un album, non solo come singolo, ma anche come brano da portare al festival, che non è cosa di tutti i giorni?
Non è che quando è nata Sincero si pensava a Sanremo a dire il vero. Il lavorarci però ci ha fatto capire che il pezzo meritava un palco importante.
Un palco tra l’altro, non ne ha fatto mistero, molto desiderato da Bugo…
Noi lo avevamo sfiorato l’anno scorso con un’altra canzone che piacque molto in commissione; Bugo però non fu ritenuto abbastanza popolare.
Nonostante non fu presa la canzone i lavori ad un album completo non si fermarono, tanto che in realtà poteva uscire già nel corso del 2019. Poi è arrivata l’idea di proporre Sincero a Morgan, molto amico di Bugo ai tempi, e da lì è arrivato tutto.
Non so quanti ricordano che tu hai un passato da artista. Era il 2008 infatti quando tra le nuove proposte del Festival c’eri anche tu con un brano intitolato Anna, su cui io, al primo anno da giornalista e critico, non fui molto buono. Ce ne racconti?
Non fosti l’unico. Io credo che Anna, brano che avevo dedicato a mia madre, semplicemente non fu capita. Tutti parlarono di un nuovo polpettone melenso sulla figura di una madre…
Ed invece? Hai occasione di spiegarla meglio, di vendicarti anche di me…
No, vendicarmi no! Anche perché di te io ho un altro ricordo decisamente positivo.
Davvero, quale?
Hai scritto a suo tempo una recensione del pezzo Off-Line, scritto per Paola Turci, bellissima. E’ un brano a cui sono legatissimo e tu ne hai colto esattamente il senso, l’hai spiegata in tre righe benissimo.
E le ho dato otto?
Forse anche otto e mezzo. Ora non ricordo.
Torniamo alla tua “Anna”…
Il pezzo era un vero e proprio abbraccio a mia madre che, al contrario di quel che si disse, non ha per nulla un figlio mammone. Sono il peggior figlio possibile in questo senso. Pensa che passano settimane a volte passano settimane senza vederla.
Dopo quella sfortunata partecipazione però non ci hai più provato?
No, e non perché non potessi, ma perché ho capito che stare li sul palco non è esattamente quel che voglio io dalla musica.
Io vivo di musica, ne ho bisogno, ma non di quella componente li, non dell’essere riconosciuto a tutti i costi.
Quindi non c’è cosa migliore che le tue cose arrivino al successo per voce d’altri?
Si, non soffro assolutamente. Ma lo dico senza nessuna paura di tradire il mio pensiero, sto dicendo assolutamente la verità, anche perché, vedi, io poi ho il difetto di non ricordarmi ciò che dico, quindi… e poi io musicalmente non sono uno che ama essere incastonato in uno stile o in un genere, amo ed ascolto diversi tipi di musica, quindi il fatto di lavorare e scrivere per artisti diversi mi permette di essere altrettanto sempre diverso…
Ti senti rappresentato quindi da ciò che componi?
Sono io quello che: “voleva fare il cantante delle canzoni inglesi, così nessuno capiva che dicevo”…
Questa è “Sincero”?
Esattamente ( ride …ndr )
Il lavoro con Bugo, durato poi tutto un album, è stato piacevole?
Assolutamente. Durato poi oltre l’album perché, come ti dicevo, stiamo preparando anche il live, quindi mi ha molto assorbito. Il clima è quello che c’è tra amici, anche con tutto il resto del team.
Non m’interessa cavalcare la polemica nata in quel di Sanremo tra Morgan e Bugo, la produzione, la Mescal, il direttore d’orchestra e tutti gli altri.
Ti chiedo a riguardo solo: “non era possibile prevedere, dato il carattere non facile di Morgan, che poteva verificarsi un fatto del genere”?
No, data l’amicizia. Ma vedi, quando in Mescal si è pensato di proporre il pezzo a Sanremo e la canzone richiama un duetto, erano circolati due nomi: Ermal Meta e Morgan.
Per Ermal, che poi nel disco comunque c’è, non era possibile, dato il lavoro che stava facendo per sé ed anche per non tornare a Sanremo ancora un’altra volta, essendoci stato in tutte le vesti praticamente negli ultimi 5 anni.
Così essendo Marco/Morgan molto amico di Cristian/Bugo…
Nell’album “Cristian Bugatti”, di cui ti sei occupato anche degli arrangiamenti, c’è un pezzo, Mi Manca, che sta già camminando per fatti suoi e che vede la partecipazione dell’amatissimo Ermal Meta. Sarà il nuovo singolo?
Ancora non ci si è ragionato sopra. Non so se si propenderà per un altro duetto. Tra l’altro l’album è una tale fucina di potenziali singoli che veramente potrebbe esserci l’imbarazzo della scelta.
Anzi ti dirò, secondo me per l’estate non è propriamente adatto. Sceglierei un pezzo magari più easy in previsione della bella stagione.
Subito dopo il tuo Sanremo da artista è iniziato il tuo percorso da autore con Se Ne Dicon Di Parole portata al successo da Giuliano Palma…
Si, praticamente subito e non ho più smesso. Ho avuto anche la fortuna che molti artisti importanti o in rampa di lancio abbiano scelto pezzi miei, da Eros Ramazzotti, a Loredana Bertè passando per Paola Turci, Emma, Nek, Annalisa, Lorenzo Fragola, Marco Mengoni etc etc
Oltre che Bugo, che è un amico, con chi altro di loro hai provato particolare piacere di lavorare?
Direi un po’ con tutti, senza essere finto. Con qualcuno chiaramente ho lavorato giusto per un pezzo, magari pure a distanza, magari con qualcun altro invece no, il lavoro è stato più gomito a gomito, diciamo così.
Non essere “democristiano”, la domanda è precisa. Fuori il nome!
Mmmm, Filippo! Nek, si Nek.
Cosa ci racconti di lui e del lavoro con lui?
Di lui che è esattamente la bravissima persona che appare. Del lavoro con lui che è stato speciale.
Quando è venuta fuori Fatti Avanti Amore lui era proprio eccitatissimo. Pensa che nessuno del team aveva individuato in quel pezzo, quello giusto per Sanremo. Fu lui a dare l’out-out. “O vado con Fatti Avanti Amore, o piuttosto non vado” . Aveva assolutamente ragione.
Puoi dire di aver trovato un altro amico con Filippo?
Si. E’ uno di quelli che tra l’altro non manca mai del messaggino, del “come stai”, degli auguri. Ci si sente insomma. Spero anche artisticamente di avere altri momenti assieme.
Qualcuno invece con cui lavorare ti ha gratificato meno?
Gratificato meno no a livello artistico no. Diciamo che ad esempio per Voglio portata al successo da Marco Mengoni il lavoro è stato più a distanza. Messaggi, correzioni. Lui è un grandissimo, però lavorare assieme davvero all’artista è di certo più appagante.
Questa domanda la faccio a tutti gli autori e compositori che intervisto: ti suona il telefono e la voce dall’altra parte ti dice “Ciao Andrea, hai una canzone per me”? Chi è quella voce?
Quella voce è senz’altro Jovanotti. Lavorare con Lorenzo mi piacerebbe davvero molto. Anche se devo dire che posso ritenermi decisamente soddisfatto già così. Lavoro con grande libertà.
Ecco infatti probabilmente il sogno è Jovanotti perché la sua musica mi comunica proprio il modo che piace di lavorare a me, il gran senso di libertà.
Delle Canzoni che hai scritto tu, quale ha dato risultati superiori a quello che ti aspettavi e di quale magari ti aspettavi un risultato migliore?
Mi aspettavo che andasse bene, ma non così come è andata, proprio Fatti Avanti Amore, di Nek.
Ma dai! Non è possibile che non ritenessi vincente un pezzo del genere…
Guarda che era una scommessa proprio. Nek non aveva mai esplorato simili sonorità e quando si cambia non puoi mai sapere come la prende il pubblico che ti segue.
E il pezzo andato meno?
Rispetto a ciò che mi aspettavo? C’è, ma preferisco non dirlo. ( ride ndr )
Concludiamo con la mia solita domanda “marzulliana” con cui si concludono tutte le mie interviste. C’è qualche cosa che vorresti che il pubblico sapesse di te e che io non ti ho chiesto?
No, forse chiedermelo proprio non l’hai fatto, però hai parlato in tutta l’intervista con la consapevolezza che io non faccio l’autore di testi, come spesso si dice, ma scrivo anche le musiche, arrangio, compongo in todo una canzone.
Ti ringrazio per questo, nulla contro chi fa solo il paroliere, ce ne sono di eccelsi e la storia ce lo insegna, ma non essere riconosciuto per quel che fai veramente, ecco quello è antipatico.
Quindi ribadiamolo: Andrea Bonomo è autore, compositore, musicista ed arrangiatore!
Si, perfetto.