Il 15 luglio scorso è uscito MAYDAY, il nuovo brano della cantautrice urban cosmopolita Ellynora. Per l’occasione All Music Italia ha colto l’occasione per intervistarla e farsi raccontare il singolo e altre curiosità sulla sua carriera.
MAYDAY è scritto da Eleonora Sorrentino Paravia (Ellynora) e Matteo Soru e prodotto da Luca D’Angelo. Il brano racconta di una relazione tossica, che può essere con qualcuno o con qualcosa, mettendo a fuoco una dinamica che esiste in tutti gli esseri umani ma che è ancora così misteriosa: Perché siamo attratti da cose o persone che hanno il potere di distruggerci? Perché non riusciamo a liberarci da dinamiche velenose? E soprattutto, perché le desideriamo così visceralmente?
Tutto questo è MAYDAY.
INTERVISTA A ELLYNORA
Ciao Ellynora e bentornata innanzitutto… da qualche giorno è uscito il tuo nuovo singolo Mayday. In questa canzone parli dell’ossessione in amore, un sentimento oscuro che nasce dall’amore ma poi viene deviato in un percorso che, a volte, può diventare anche molto pericoloso. Come mai hai pensato di scrivere una canzone su questa tematica?
Dai miei 18 anni in poi per un periodo anche abbastanza lungo della mia vita ho attratto a me ed ero attratta da individui insani. Ho vissuto relazioni tossiche, malate e spesso anche pericolose, ma la presa di coscienza di tutto ciò è avvenuta più o meno un anno fa quando ho iniziato un percorso di terapia che mi ha portata a riconoscere certi meccanismi inconsci che avevo creato io in giovane età per auto punirmi.
Ho imparato da poco a perdonarmi e faccio ancora fatica. Questo è il motivo per cui è nato questo pezzo, da una consapevolezza: la mia ossessione per ciò che per tempo mi ha logorato e l’ossessione di queste persone nei miei confronti. Nel pericolo trovavo eccitazione.
La cosa che rende un’ossessione così affascinante e potente più dell’amore a parer mio, è il fatto che può avvenire con chiunque o per qualunque cosa. È tutto nella nostra testa. Non entro nel dettaglio delle mie esperienze però credo di aver avuto un angelo custode che mi abbia sempre salvata.
Da qualche tempo le tue canzoni sono accompagnate da un hashtag, #GirlsCanDoAnything, messaggi legati all’Empowerment femminile ma nel caso della tematica affrontata in “Mayday”, l’ossessione, è qualcosa che avviene a volte, anche se ne parla meno, al contrario, ovvero con gli uomini come vittime… pensi che qualcosa nella società stia cambiando e che, nel bene ma anche nel male, stiano crollando alcuni “ruoli”?
La società sta cambiando ma siamo ancora anni luce dal liberarci di certi stereotipi e dall’idea dell’Uomo Macho. È un discorso molto complesso e delicato ma credo che il sessismo sia fortemente radicato all’interno delle menti di sia Uomini che Donne.
Molti non se ne rendono neanche conto. Io stessa ho fatto un enorme lavoro di introspezione che continuo ogni giorno a fare perché è facile cadere all’interno di pensieri dettati da “un’educazione” radicata piena di ruoli e stereotipi. Il mio consiglio è quello di farsi tante, tantissime domande perché è facile puntare il dito verso il prossimo ma la realtà è che possiamo migliorare noi stessi ed avere sempre più le idee chiare. Credo che solo così possiamo veramente aiutare anche gli altri a “diseducarsi” da certi schemi.
Ellynora Mayday avrà anche un videoclip?
Assolutamente si! Sto facendo le ultime modifiche prima di annunciare la data di uscita.
Il brano si ricollega alla tua produzione musicale e unisce l’elettronica, frutto del tuo aver vissuto a lungo in America, con le melodie che affondano nei suoni partenopei.
Come pensi questi due mondi possano sposarsi e come definiresti questo mondo musicale?
Io non ho mai trovato il mio posto nel mondo. Ovunque vada, qualunque cosa faccia, c’è sempre qualcosa che mi manca, se provo ad uniformarmi ad un qualcosa che già esiste tagliando fuori le parti di me che non rispecchiano quel setting, sto male. Credo che dal momento in cui io stessa riesca ad esistere essendo un vortice di realtà, esperienze, personalità e colori diversi, la mia musica è solo la traduzione per il mondo della mia verità e autenticità, che ognuno di noi possiede ma che a volte dimentica pur di sentirsi parte di una comunità.
Voglio che la mia musica sia la comunità per i diversi, per i pesci fuor d’acqua che non trovano un posto nel mondo e a cui sta bene così. Questo è il mio mondo musicale.
Nel tuo percorso musicale ci sono due esperienze che possono essere considerate un po’ agli antipodi. Quella televisiva nel talent show Amici e quella al Concerto del primo Maggio dove hai vinto il contest 1MNEXT. Pro e contro delle due esperienze applicati al tuo essere artista?
Beh diciamo che mi vivo tutto allo stesso modo: un’opportunità per far ascoltare quello che ho da dire con la mia musica. Uno dei contro più grandi per me è la competizione con altri artisti, come se l’arte potesse essere oggettiva.
Faccio sempre l’esempio del museo a chi non fa parte di questo mondo. “Immaginati di andare al museo e scegliere in maniera oggettiva chi “è più bravo” tra Picasso e Van Gogh”. Non è una scelta oggettiva, si può preferire uno stile rispetto ad un altro ma non esiste una vera e propria competizione perché l’arte è unica quando è sincera. Ovviamente con questo non mi sto mettendo alla pari di questi Artisti, serve solo per spiegare un concetto.
Questa è un’estate di ripartenza ricca di canzoni, tormentoni e di tanti brani che però forse stanno creando una sorte di collasso e che faticano a farsi notare. Come mai hai scelto di uscire anche tu in questo periodo con una canzone?
In realtà la scelta di uscire nasce da una mia necessità di tirar fuori quello che ho dentro. Il mio brano infatti rispecchia poco i canoni dei suoni e testi estivi. Ho solo voglia di condividere il mio lavoro dopo questi due anni infernali per il mondo e per la musica.
Noi ci esponiamo spesso con il nostro sito per chiedere che venga dato più spazio agli artisti cosiddetti emergenti. Nelle radio così come nelle manifestazioni live, ora dopo gli effetti della pandemia più che mai. Secondo te cosa dovrebbe cambiare in Italia perché chi è emergente possa avere la possibilità di affermarsi?
Assolutamente sì, è davvero difficile farsi spazio quando sei un artista emergente ed è difficile anche farsi rispettare perché purtroppo il mercato musicale si incentra molto sul “soldo veloce”. La cosa che recrimino al mercato italiano è il fatto che si aspetti che le novità vengano valorizzate prima all’estero per poi ricrearne delle simili qui, piuttosto che puntare sui giovani che escono dagli schemi.
Ellynora ci sono degli artisti italiani che stimi particolarmente in questo periodo musicale?
Mi è capitato di recente di ascoltare Ainé live a Santa Severa e nonostante faccia un genere musicale molto lontano dal mio sono rimasta affascinata dal mondo musicale che ha creato. E ovviamente sono fan da prima che si affermasse di Mahmood.
Quale sarà il tuo prossimo step musicale?
Sono molto emozionata perché sono stata selezionata dal MIL LISBON per suonare al Festival showcase a Lisbona il 15 settembre. Per me è non solo una conferma ma anche una grande opportunità. Oltre a questo, il mio obiettivo è quello di pubblicare un singolo ogni mese e mezzo/ due.
Ovviamente tenendo conto che tornerò a vivere tra Italia e America e quindi riprenderò anche il percorso in lingua Inglese/Spagnola.