Ci sono artiste nella musica italiana che sono delle autentiche fenici; quando pensi non se ne parli più, che le loro carriere siano più ciò che han dato che ciò che possono dare ancora, ecco che vieni puntualmente smentito.
Marina Fiordaliso, in arte semplicemente Fiordaliso, arriva in questo 2015 a ricordarci che è proprio così e lo fa con un singolo, La lupa, che ce la rende nuovamente rock, come erano le intenzioni dei suoi debutti, come era quella grinta che le permise trent’anni fa di essere credibile anche nelle vesti blues, pop e persino melodiche. L’uscita di questo nuovo singolo ci permette di incontrarla per una chiacchierata lunga, di quelle senza peli sulla lingua, per ripercorrere una carriera fatta di diversi successi, ma anche di musica che cambia, di colleghi, di curiosità, di momenti in e pure di quelli out. Una chiacchierata fatta di ricordi e di pensieri forse mai raccontati prima…
Cara Marina iniziamo proprio dalle fasce, da quel Castrocaro che ti vide ai nastri di partenza con Zucchero, poi star di prima grandezza, ma anche di Stefano Sani, che ad esempio riscosse grande successo proprio in quel periodo. Che ricordi ne hai?
Furono anni bellissimi c’era anche Eros Ramazzotti con noi..e anche Vasco era della combriccola.
L’anno seguente a Sanremo ci siamo divertiti molto, mi ricordo che dietro le quinte del festival mentre Stefano Sani cantava “Lisa se n’e’ andata viaaa” noi dal back stage gli urlavamo …”brutta str….” per farlo ridere 🙂 come vedi ero un po Mafalda anche allora …
E poi succede che arriva Sanremo! La tua carriera si è tantissimo legata alla manifestazione. Innanzitutto perché e poi cosa ti piaceva dell’esserci e cosa avresti caldamente evitato?
Sanremo e’ come un bel ragazzo che ti fa la corte, non va evitato; e’ arrivato tante volte a corteggiarmi ma non mi ha mai sposata (ride) sono sempre stata vicinissima al podio, premio della critica con Oramai, magari un gradino più su ci stava anche che dici? ( Ride nuovamente )
“Oramai” del 1983 è stato forse il primo faro acceso su quella che diventerà una longeva carriera. Eri una giovane che diventava big all’improvviso. Più facile o più difficile di oggi?
Sicuramente più facile allora, c’erano più possibilità di farsi ascoltare. Dopo quel premio a Sanremo mi chiamo’ Gianni Morandi per fare un tour con lui e quando chiamo’, gli riattaccai il telefono pensando ad uno scherzo. Poi richiamo’ e pensai :”allora sono famosa?” Oggi e’ tutto cosi’ veloce ed è particolarmente difficile promuovere un nuovo progetto; le radio promuovono i prodotti che gli arrivano dalle major, gli artisti indipendenti purtroppo non li ascoltano, figuriamoci inserirli nelle loro programmazioni.
Ma “a parte il fatto che ti voglio ancora bene…” come è che la tua scelta cadde su questo pezzo di chiara valenza interpretativa oggi come allora?
Perché la sentii subito mia, nelle mie corde e perché mi emozionai. Oggi come allora ho inciso La lupa perché mi ha scosso l’anima; Roberta Faccani ha scritto su di me e per me un testo perfetto.
Erano quelli dei Festival in cui c’era la possibilità di cantare in playback, cosa che ti accadde l’anno dopo quando trionfasti, non in gara, ma mediaticamente con “Non voglio mica la luna” . Credi che il fatto che non ci fosse il live abbia tolto o dato a quel tipo di canzone?
Pensa che io nel 1983 fui l’unica o tra le poche a non usare il playback, cantai dal vivo e questa cosa fu notata e apprezzata. L’anno dopo in effetti ci fu obbligo del playback, ma alla fine credo di no, che la canzone non ci abbia perso. Le canzoni poi le canti nei concerti e la gente le apprezza ; quell’anno Non voglio mica la luna la cantai davvero in mezzo mondo.
Molti ti paragonarono ai tempi a Loredana Bertè, forse per la voce roca o per la capigliatura riccia e scura. La cosa ti dava fastidio?
Se e’ per questo anche oggi mi scambiano per strada per Loredana quando metto gli occhialoni scuri e dopo che l’ho imitata a Tale e Quale show, alcuni giornali stanno usando per sbaglio le mie foto in versione Loredana; in realtà io sono una grande fan di Loredana e lei lo sa bene.
Fai impallidire i cantanti di oggi ricordando quanto ha venduto “Non voglio mica la luna”?
Oddio credo che siano più di cinque milioni e mezzo di copie e non solo, ci sono in giro 9/10 cover di cui l’ultima ad opera di Sergio Dalma, il primo maschietto a farla.
Scorrono gli anni e nel 1985 torni al festival con l’intima “Il mio angelo” , un po’ meno fortunata, anche se poi in estate arriva il successo di “Libellula” . Possiamo dirlo che però “Love on the common people” rivisitata l’anno prima Paul Young con lo stesso tipo di arrangiamento grida vendetta?
Attento..Ti confondi perché “Li-Be-llu-la” ( scritta proprio così ) usci’ subito dopo Non voglio mica la luna nel 1984
Ah, pardon… ero piccolino in quegli anni….
Comunque si, in effetti ora che mi ci fai pensare forse un po’ somigliava, ma non credo fosse voluto dagli autori. Il mio Angelo è una canzone che ancora oggi mi emoziona tanto e canto sempre nei miei concerti.
L’edizione del 1986 è intrisa di polemiche che si ricordano ancora oggi. Dalla Bertè con la pancia, alla Rettore che platealmente litigava con Marcella, al ritorno del live che creò non pochi problemi a diversi artisti. Tu zitta zitta ti facevi i fatti tuoi, ehm mh, cantavi “Fatti miei”, con grandissima padronanza blues. Non avevi paura di non esser capita in anni in cui si doveva esser leggerini quasi a tutti i costi?
In effetti fu cosi’. Fatti miei purtroppo fu penalizzata da un arrangiamento non molto efficace e non fu molto capita in quel Sanremo. Paura però no, ci credevo molto ed anzi e’ ancora oggi sul podio delle mie canzoni preferite.
E adesso ti tocca spiegarci perchè nell’edizione del 1987, dopo 6 anni consecutivi non eri in gara!
Oh mamma e chi se lo ricorda! Perchè la mia canzone non fu presa credo, o forse non presentammo nessun pezzo. Non lo so sinceramente, son passati tanti anni …
Arriva poi il periodo che qualcuno definì delle “cutugnate”, ovvero il biennio 88/89. Certo, Toto era un autore molto richiesto all’epoca, ma come avvenne l’avvicinamento tra il tuo mondo più ricercato e la sua tipica melodia?
Mi propose un progetto per Sanremo pensato all’inizio in duetto con Fausto Leali che pero’ non era libero quell’anno. Cercò allora una voce simile perché lui l’aveva pensata così. Con Toto nacque subito una buona alchimia. Lui e’ ancora un mostro sacro e all’estero non si ha idea di quanto sia acclamato; abbiamo fatto un concerto in Azerbaijan assieme lo scorso anno.
Anche se “Se non avessi te” rilanciò andando pure meglio di “Per noi”, non avesti paura che la critica ti massacrasse per due brani così simili?
Beh un po si, ma alla fine avemmo ragione noi.. Me le chiedono ancora oggi se non le faccio nel live…
Finiscono così gli anni 80, di cui sei stata tra le regine. Tanti Festival, tante manifestazioni, tanti backstage suppongo assieme alle colleghe di sempre. Adesso ti chiediamo nuovamente tanta schiettezza per rivelarci di chi di loro eri davvero amica, e con chi invece proprio non ti prendevi?
Ma guarda in certe manifestazioni non si socializzava moltissimo, eravamo tutti di corsa. Ricordo pero’ una volta che io e Mimi’ ( Mia Martini ) avevamo lo stesso camerino e siamo state molte ore a parlare. Ci stimavamo molto anche se non avevamo una frequentazione e quando poi facemmo Europa Europa assieme era bellissimo cantare con lei. Se c’era qualcuno/a che mi stava sulle balle? Non particolarmente. Sono molto tranquilla e poco mondana, ma in genere vado d’accordo con tutti.
Ti faccio i nomi delle tante regine degli anni 80. Stringami un aggettivo per ognuna di loro e magari, se hai qualche aneddoto per giustificarlo.
Loredana Bertè, Marcella, Anna Oxa, Rettore, Rossana Casale, Grazia Di Michele, Angela dei Ricchi e Poveri, Romina Power, Patty Pravo, Viola Valentino, Nada, Giuni Russo, Mia Martini, Antonella Ruggiero, Dori Ghezzi… e se ne ho scordato qualcuna aggiungi pure tu…
Loredana: Rock, Marcella: Verace, Anna: eterea, Rettore: una leonessa, Rossana: raffinata, Grazia: intensa, Angela: la mia compagna di merende a Music Farm. Con lei e Loredana andavamo a schiacciare i cornetti in cucina la notte. ( Ride di gusto ) Romina: mmh… e Albano, Viola: dolcissima, Mimi’: lo sai già. Ah! Lungo st’elenco. non me ne vogliano le altre ma aggiungerei la Pausini: generosità pura, una mia amica nella vita.
Svolta pop nei primissimi 90. “Cosa ti farei” sembrava strappata al repertorio mediterraneo/passionale che fu in primis di Marcella. Come nacque questa evoluzione?
Merito di Ciani & Zanotti e credo sia stato il periodo discograficamente più importante per la mia carriera dopo Non voglio mica la luna
E poi torni a Sanremo mantenendo il genere con “Il mare più grande che c’è” con cui hai sbancato fino anche all’estate. Quanto può esser complicato ricantare la stessa canzone per tutti quei mesi?
Si ciao! Son 31 anni che canto Non voglio mica la luna tutte le volte che mi esibisco, (ride ancora ). E’ faticoso ma gratificante, avere una hit mondiale che cantano tutti, ma proprio tutti, anche i bambini …
Da li il disco “Il portico di Dio”, il tuo album più venduto in cui duettavi anche con Roby Facchinetti per l’intensa “Saprai” . Un disco alto in classifica, un Sanremo andato benissimo, un’estate piena di live ed un duetto con il Pooh dalle note impossibili. Devi per forza raccontarci emozioni, situazioni del periodo, non credi?
Beh un grande rilancio; il mio album più intenso, ed il ricordo di una notte magica, la notte di Natale, quando incidemmo Saprai: un’esperienza indimenticabile
Dopo l’album “Io ci sarò” del 1992 che non ha bissato però il successo del precedente, ti sei presa una lunga pausa. Quanto è stato complicato star lontana dalle scene?
Era il terzo album in meno di 3 anni. La mia casa discografica di allora mi spremette ben bene, poi non rinnovo’ il contratto ed allora mi arrabbiai molto con le major rifiutando un accordo per un nuovo contratto. Cominciai così a fare teatro e per un po’ non ho fatto dischi pur non smettendo mai di far concerti. Il teatro è diventato la mia seconda passione.
Nel 2002 torni a Sanremo; da habituè eri diventata un outsider, tanto che Baudo dovette difenderti durante un Dopofestival da alcuni giornalisti che criticavano la tua presenza tra i big di quell’anno. Cosa avresti voluto dire in quella occasione che invece hai tenuto per te?
Mah sai, uno di loro mi disse che mancavo da 11 anni e che non facevo un concerto a pagamento chissà da quanto. Se si fosse un attimo documentato su di me prima di fare una brutta figura come quella avrebbe scoperto che, anche se non pubblicavo dischi, continuavo a cantare e che per 8 anni consecutivi avevo fatto sold out tutti i venerdi’ con il Fiordalisodiscolive nelle discoteche del triveneto. Duemila persone a settimana. Ecco, quello forse non lo sapeva. Dico solo che in Italia non sempre le persone fanno bene il lavoro che gli fanno fare ( ride ) ma senza polemizzare, fu un successo quel Festival e fu la mia miglior risposta.
In tanti dicono che quella “Accidenti a te” scritta da Bigazzi era un pezzo nel cassetto di Mia Martini: A distanza d’anni puoi dirci se è vero? Come sono andate le cose?
Bigazzi e Falagiani la scrissero pensando ad una artista di pancia, come Mimì, credo che l’avesse provinata anche lei. Me la proposero e io l’accettai subito. Il primo anno non fu accettata, era l’anno di Fazio se non erro, ( era invece l’anno della Carrà Ndr ). L’anno seguente riprovai facendola ascoltare a Pippo Baudo che mi disse: “Non toccarla e’ perfetta e anche se non hai una major alle spalle meriti il palco con un pezzo come questo“.
Ma quando uno manca da così tanto tempo da un evento così grande come un Sanremo, in che modo ci si prepara e si sceglie la canzone?
Forse è l’inverso! Quando ti arriva il pezzo forte allora lo mandi al direttore artistico. Io con La Lupa sarei andata molto volentieri, perché questa canzone è un messaggio di forza, non solo per le donne, ma per tutti quelli che si leccano le ferite e dicono No! Reagiscono agli ipocriti.
E poi torna la tv con MusicFarm, I Fatti Vostri, tra le altre cose e le esperienze teatrali. Cosa ti hanno regalato ed in che modo ti hanno cambiata se lo hanno fatto?
Tutto cio’ che facciamo ci migliora ed un po ci cambia. Il teatro mi ha dato tantissimo, tre musical, tanti successi. Con Menopause abbiamo fatto 5 stagioni sold out nei teatri di tutta Italia ed è stata una esperienza fantastica con le mie colleghe e amiche Fioretta Mari, Marisa Laurito, Emanuela Aureli e Manuela Matri. La tv invece e’ sempre una scuola e ti porta in casa della gente quindi ti da tanta popolarita’.
Marina hai fatto anche da testimonial ai problemi delle donne oltre i 50 anni di età,e a corredo ti sei prodotta pure in un album, “Sponsorizzata”,. anche in questo caso non hai avuto paura di esser criticata?
No assolutamente! Mi sono messa quasi a nudo ma senza volgarità per fare del bene, usando ed urlando la pubblicità che spesso invece è occultata per non far parlare. Io ho fatto l’inverso e abbiamo fatto del bene. Non ho mai paura quando credo in ciò che porto avanti, sempre. E` stato un progetto bellissimo, per festeggiare i miei 30 anni di carriera e per fare informazione e beneficenza.
Disco che poi hai portato in giro in tour…. Oggi che tipo di live ti piace fare e quanto è importante per te la dimensione live, per l’appunto?
Il mio live e’ variabile in base al pubblico che ho davanti che passa dalle discoteche, alle piazze, ai teatri, alle arene. Insomma cerco sempre di far divertire loro, il pubblico, perché e’ il mio lavoro ed il mio scopo quando sono sul palco. In scaletta faccio omaggi e ripercorro tutta la mia carriera. Quest’anno in più canterò 2/3 brani che saranno contenuti nel prossimo disco, su cui sto lavorando, che uscirà a Settembre e che sto registrando nei giorni liberi dagli impegni di promozione .
Arriva l’esperienza di Tale e Quale. Qualcuno, me compreso, ha scritto che faceva sicuramente curriculum per il Sanremo di Conti, ma poi non è andata così. Davvero non ci avevi pensato?
In verità ti dico ( si ride ancora ), ero sicura che Carlo non avrebbe preso nessuno di Tale e Quale show ed infatti non ho presentato nessun brano. Sapeva però che se avesse avuto bisogno di me nel suo cast, La Lupa era pronta a ululare
Quale è stato l’azzardo nella carriera di Fiordaliso?
Uno solo?
E dei pezzi che invece non hai inciso e poi li han presi altre interpreti?
Una miriade, soprattutto quelli che ho inciso ma che per la mia battaglia alle major, in quegli anni in cui avevo deciso di non fare dischi, non ho pubblicato.
Ne ho lasciate parecchie per strada; qualche esempio? Fragile poi pubblicata da Mina, La mosca bianca uscita nella versione di Milva, Ti voglio senz’amore portata a Sanremo da Iva Zanicchi e che in realtà presentai io l’anno prima di lei al Festival, ma stranamente non piacque, Stupida sentimentale incisa invece da Linda, etc etc…
“La lupa” adesso è il pezzo a cui affidi il tuo ritorno musicale… ci racconti il dietro, come sei arrivata a questo nuovo episodio?
Un incontro a cena con Roberta Faccani che mi disse: “Marina se scrivessi un pezzo per te“? E io: “ma anche no, non ci credo più. La discografia vuole altro, non ci da attenzione, ormai io sono come un lupo che guarda solo il suo branco e pensa alla sua famiglia curando i suoi figli“. Ebbene, qualche tempo dopo mi richiamò e mi mandò il provino. Me ne innamorai subito e dopo due anni ed oltre di gestazione, finalmente e’ nata con tutta la sua bellezza. Devo ringraziare Roberta per questo brano cucito a perfezione su di me, e Giordano Tittarelli per aver scritto insieme a Roberta la parte musicale. L’arrangiamento l’ho affidato ai Bare Infinity una rock band di Atene ed in particolare a Tomas Goldney che sta arrangiando 6 dei 10 brani del disco che sto preparando.
A cosa apre questo nuovo singolo? Cosa dobbiamo aspettarci dalla vulcanica Marina?
Frikandò come ti accennavo, il nuovo album che uscirà dopo l’estate. Un disco che sara’ davvero una sorpresa
E` pronto anche un video a supporto del singolo. Che rapporto hai con la “musica girata”, diciamo così? Ti piace dare un’idea anche visiva ad una canzone?
Si, e’ stato bellissimo girare il videoclip. La regia è del mio secondo figlio Paolo Alberto, aiutato anche nelle riprese dal fratello maggiore Sebastiano. E’ stato un lavoro di squadra stupendo: 15 persone in 12 ore di duro lavoro. Devo ringraziare il comune di Calcata, Sindaco, vice sindaco, il direttore del Parco naturale e la protezione civile. Abbiamo girato nel parco e nel borgo di questa splendida cittadina, usando 4 lupi di Massimo Zerboni (gli stessi lupi che erano presenti nel film L’Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores )
A chi deve dire grazie in oltre 30 anni di carriera Marina e chi invece vorrebbe un grazie che invece secondo Marina invecchierà ad aspettare?
Grazie a me stessa soprattutto. Nessuno mi ha regalato nulla, per ciò che ho raggiunto, con tanto sudore e mandando giù parecchi bocconi amari, per il bene dei miei figli.
Se poi devo pensare ad altri, posso dire grazie a chi ha creduto in me Pippo Baudo, Michele Guardì e Gianni Ravera ai miei esordi, ma soprattutto il mio pubblico che dopo quasi 35 anni continua a sostenermi. La Lupa, pensa, e’ arrivata subito al 3 posto della rock chart di iTunes
Fiordaliso compra ancora dischi? Di chi è proprio musicalmente pazza?
Ascolto moltissima radio mentre corro, faccio palestra o in macchina durante i viaggi e quando sento un pezzo che mi piace lo compro subito. Adoro Tina Turner e anche molte altre mie colleghe italiane… Mina, Laura Pausini, Giorgia etc
E l’artista da cui vorrebbe proprio avere un pezzo?
Ivano Fossati
C’è qualcosa che non ti ho chiesto che vorresti aggiungere?
No, si e’ fatto tardi e tu devi andare a scaricare La Lupa da Itunes, se non lo hai ancora fatto ( ride ancora )
Grazie Marina da parte mia per la disponibilità e da parte di tutta All Music Italia per tutte le curiosità che hai regalato ai nostri lettori.
Grazie a voi e sostenetemi sempre.
LA LUPA – OFFICIAL VIDEOCLIP
Photo di Scorza Damiano
Si ringrazia per l’intervista Nando Palazzo dell’ufficio stampa di Fiordaliso
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