Intervista a Mc Ivanò artista che nell’ambiente partenopeo è già molto noto. E’ stato infatti tra i fondatori de’ La Pankina Krew, assieme a Master Prod e Donix ed adesso, forte di una carriera decennale sulle spalle, affronta la sua prima prova solista con l’album Angeli & Demoni.
Il nuovo album mette in risalto tutte le doti, non solo di rapper e freestyler di notevole abilità, ma anche come autore di testi pregni di significato.
Mc Ivanò nel suo lavoro ha mostrato senza mezzi termini come il bene ed il male possano essere spesso due facce di una stessa medaglia, come, contrapponendosi, smuovano continuamente la nostra anima, che riconosce il bene e cerca di seguirlo, lasciandosi tuttavia affascinare dal male.
Ho occasione d’incontrare Mc Ivanò e permettergli di raccontarsi per voi, farsi conoscere, spiegare se stesso e la sua musica come forse nessuno meglio di lui può fare, partendo proprio da questo dualismo, il bene ed il male…
Io credo che siamo un po’ tutti così; tutti combattiamo con due versioni di noi, scegliendo quale seguire all’occorrenza.
Il disco Angeli & Demoni quindi nasce già con quest’idea alla base da raccontare?
Non esattamente. Lavorandoci mi sono reso conto che c’era questa sorta di comune divisore tra i brani, che li univa in un certo senso. Ci sono arrivato quindi dopo.
E’ stata un’esigenza di racconto vera e propria?
Credo che prima non fossi pronto ad esprimermi così chiaramente, a lasciare venire fuori queste parti di me. MI nascondevo ancora un po’ dietro a quello che poteva essere lecito dire o meno. In Angeli & Demoni invece non ho avuto filtri.
Quanto c’entra in questa evoluzione matura il team di lavoro?
Direi che nel mio caso è stato fondamentale. In particolare con il mio produttore artistico Valerio Nazo, l’arrivo in studio è stato emblematico. Sono arrivato con una serie di canzoni, credendole tutte forti, e ne sono uscito con solo due salvate, ritenute mature.
Valerio mi ha proprio fatto notare come queste si differenziassero dalle altre, che risultavano sempre un po’ “con un piede dentro ed uno fuori”, come se volessi dire cose ma mi facevo vincere dal pensare di non potere dirle.
Quando senti, mentre scrivi, di aver raggiunto un risultato completo?
Proprio quando trovo la fine del testo giusta. Non deve importare che interpretazione ne daranno gli altri, se il testo è concretamente chiuso. La chiusura deve essere nel senso che tu che lo hai scritto gli dai. Sai cosa volevi dire, e se per gli altri è aperto ben venga, arriveranno a loro conclusione e lo faranno proprio.
Momenti è l’ultimo singolo estratto e descrivendo il brano tu hai dichiarato: “In Momenti è come se l’angelo parlasse del demone ed il demone parlasse dell’angelo”. Cosa dicono l’uno dell’altro?
Dicono in pratica la stessa cosa, ma guardandola da punti diversi di vista. Si trovano difetti ma s’invidiano anche un po’. Sono sempre in conflitto e si guardano a distanza. Momenti è comunque il primo angelo di questo disco.
Cosa vuoi dire?
E’ il primo brano che ho scritto per l’album. E’ arrivato dopo un momento abbastanza buio e mi ha permesso d’intravedere la strada per la risalita.
Dove era questo punto basso, punto di crisi?
Non riuscivo proprio a ritrovare fiducia nelle persone, mi sentivo solo anche in mezzo alla gente, mi sentivo al buio anche come artista. La cosa negativa è che ad un certo punto ho iniziato ad abituarmi a questo buio, a starci bene dentro e questa è una cosa sbagliatissima. Non devi trovare vantaggi dalle negatività, ma spingere perché te ne possa liberare.
Quale è stata la molla della liberazione per Mc Ivanò?
Che ho conosciuto una persona che aveva dei problemi molto seri. Emotivamente avrebbe dovuto essere a terra ed invece mi ha mostrato che sostanzialmente la vita è una cosa meravigliosa, la normalità della vita, per chi ha difficoltà a vivere persino quella, è una cosa per cui vale sempre la pena di essere felici.
Rispetto a quella ragazza io non avevo nemmeno il diritto di lamentarmi. Lei sorrideva… e questa cosa mi ha colpito profondamente.
Quanto tempo hai dedicato ad Angeli & Demoni?
Più di un anno, perché è stato cambiato moltissimo in corsa, anche perché sono arrivato con dei pezzi che suonavano ancora molto Pankina Krew. Ed invece chiaramente questo non era un bene, dovevo avere uno stile diverso e quindi ci ho lavorato molto su.
Non fai mistero di venire dalla periferia difficile di Napoli, quella che non facilita certo il bello…
Quando sei delle nostre parti devi da ragazzino essere per forza forte. Se ti vedono diverso, nel senso appassionato di cose diverse che possano essere la musica, lo studio, l’arte, è facile venire puntato.
Personalmente non ho avuto granché di questi problemi, perché ho sempre saputo trovare amici in ogni ambiente, sfruttare il buono che trovavo, perché s’intenda, è vero che si tratta di periferie difficili, ma non è tutto marcio.
Come hai riconosciuto la musica nella tua vita?
E’ partito tutto dal mondo dei graffiti e della break dance. Quando ho scoperto il rap però sono stato completamente rapito. Io già di mio scrivevo in segreto, avevo questa passione che però era segreta, era mia. In quel modo ho capito che potevo scrivere anche meno segretamente.
Perché come canti in Chin E Valore sembri denunciare chi si approccia al rap pensando sia facile e non lo sa fare?
Perché è un problema di testi proprio. Ci sono molti che raccontano cose di cui non sanno, magari proprio di periferie difficili, di vite che non conoscono, difficoltà che non hanno avuto, problematiche che hanno sentito al massimo in tv.
Io credo che bisogna essere sinceri, tanto se sei bravo la gente ti segue, pure se non ti vesti da ragazzo problematico delle periferie.
Tu sei uno che da molta importanza ai grazie in questo settore in cui non tutti se ne ricordano. In particolare e lo abbiamo pure citato, tu dai molta importanza al lavoro fatto con Valerio Nazo. Perché?
Te lo posso dire in napoletano, che rende meglio l’idea?
Certo, devi!
Valerio è stato per questo disco “a chiave e l’acqua”. Mi ha fatto aprire gli occhi e per uno come me, che difficilmente accetta consigli, ha saputo prendermi e convincermi a lavorarci sopra.
Con chi lavoreresti se potessi scegliere in grande?
Potrei anche morire per un piccolo contributo in un pezzo di Method Man. Se invece dovessi scegliere il panorama italiano direi Carmen Consoli, che apprezzo davvero tanto.
Il disco del debutto da solista di Mc Ivanò, Angeli & demoni, è disponibile su tutti gli store digitali e nei negozi di dischi.