Oggi iniziamo, ma in realtà lo abbiamo già fatto in passato, a realizzare interviste anche agli addetti ai lavori, coloro che lavorano nel cosiddetto Backstage… si comincia con Andrea Vittori.
Andrea nasce a Monza nel 1975. Dopo gli studi in giurisprudenza, a maggio 2004 fonda, insieme a Maryon Pessina, Ma9 Promotion, un’agenzia di comunicazione e management che ha sede a Milano e che opera nel mondo della musica e dello spettacolo rivolgendo la sua attenzione verso la comunicazione stampa, radio, televisione e web.
Ma9 Promotion cura la comunicazione di diversi artisti italiani e internazionali e si occupa attualmente del management di Francesco Gabbani (in collaborazione con 432 srl e Irama (in collaborazione con 432 srl) e Siberia (in collaborazione con Maciste Dischi).
Lo abbiamo intervistato per farci spiegare il suo lavoro e conoscere alcuni aneddoti sugli artisti che nel tempo ha seguito.
INTERVISTA AD ANDREA VITTORI
Ciao Simone e ciao All Music Italia.
Quando hai iniziato ad ascoltare musica?
Quando ho iniziato ad ascoltare musica? Direi da sempre! I miei genitori mi raccontano che, quando avevo un anno e mezzo, ascoltavo in modo ossessivo La tartaruga di Bruno Lauzi e che la cantavo di continuo.
Da piccolo ascoltavo gli artisti che piacevano ai miei genitori, ossia cantautori italiani e, in particolare, Battisti, Guccini e Gaber.
Intorno ai 12/13 anni ho iniziato invece ad ascoltare musica di testa mia e intorno ai 15 anni ho cominciato a suonare.
C’è stato un episodio che ti ha fatto pensare a un futuro nella musica come addetto ai lavori?
Ho suonato per anni in una band e ho sempre avuto una certa predisposizione nel comunicare con gli addetti ai lavori che ho incontrato lungo il nostro percorso.
Questo ha fatto si che, in modo del tutto naturale, quando ho deciso di smettere di fare musica in prima persona, ho cercato di sfruttare quelle che erano le mie capacità e conoscenze musicali, per avviare una nuova avventura nella quale la musica fosse sempre al centro.
Maryon, che al tempo era la mia compagna e ora mia moglie, lavorava in discografia e, quando chiuse la casa discografica dove lavorava (Nun Entertainment), ci siamo buttati in questa avventura ed abbiamo creato Ma9 Promotion.
Che ricordo hai del Festival di Sanremo del 2016?
Ho un ricordo molto bello, anche se un ricordo che porta con sé anche una settimana fatta di tanta fatica e tensione. Quell’anno ci occupavamo della comunicazione di due artisti in gara tra i giovani, ossia Francesco Gabbani ed Irama.
Se devo ricordare un momento preciso il mio pensiero va alla serata in cui Francesco venne eliminato per un errore tecnico in sala stampa nella sfida con Miele e poi ne uscì vincitore in seguito alla ripetizione delle votazioni.
Quella sera abbiamo fatto il possibile perché fosse fatta giustizia e credo sia stato un momento chiave nella carriera di Francesco, che poi risultò vincitore la sera successiva e fu per lui il trampolino di lancio.
Nel 2017 Francesco Gabbani ha sbaragliato la concorrenza e a sorpresa ha vinto il Festival di Sanremo. Come hai vissuto quel momento?
Con estrema gioia, felicità ed anche commozione, perché è stata una vittoria che era impossibile prevedere prima del festival, ma che, visto il grande successo che ha ottenuto poi Occidentali’s Karma, credo abbia dimostrato quanto fosse anche meritata.
Oltre a portare un brano molto forte abbiamo portato tante idee, e quando dico abbiamo intendo in primis Francesco e poi la squadra che lavorava con lui a quel festival. Idee che poi sono poi risultate in qualche modo vincenti ed azzeccate.
Per Gabbani il 2017 è stato un anno molto impegnativo. Qual è stato il tuo ruolo?
Nel 2017, con MA9, ci siamo occupati della comunicazione di Francesco con il ruolo di ufficio stampa e ufficio promozione radio/TV. In particolare io mi occupo di promozione radio.
Con Bmg e con Dorina Gelmi, che era la manager di Francesco ai tempi, abbiamo sempre lavorato in sinergia come una vera squadra con grande coinvolgimento nel progetto.
C’è stato qualche momento ostico nel tuo rapporto professionale con Gabbani?
Ci sono stati due momenti non facili, non nel mio rapporto con Francesco, ma a livello professionale. Il primo penso sia stato il cercare una chiave per comunicare che Francesco fosse anche altro rispetto ad Occidentali’s Karma e all’idea della scimmia.
Un’idea molto bella e risultata talmente forte da portare con sé la difficoltà di riuscire a distaccarsene, cosa che si può fare solo con il lavoro. Credo che ora, con Viceversa, vi sia stato il compimento finale di questo percorso.
Il secondo è stato la scorsa estate con il mio cambio di ruolo dopo la pubblicazione del brano E’ un’altra cosa, quando abbiamo tutti insieme messo in piedi un nuovo piano per costruire un nuovo cammino insieme.
Ci tengo a dire che Francesco è un artista davvero importante, con un universo dentro, e che, dal giorno in cui ho iniziato a lavorare in qualità di manager, mi sono posto come obiettivo primario, il mettermi al suo servizio per cercare di aiutarlo ad esprimersi al meglio, per riuscire a fare emergere tutto il talento che ha e il suo grande potenziale umano.
Un altro artista che sicuramente ti ha dato tanto è Motta. Come si è sviluppato il vostro rapporto professionale?
Mi fa molto piacere che citi Motta. Con lui siamo entrati in contatto tramite Sugar, perchè io al momento ricopro il ruolo di plugger radio per la label (Negramaro, Malika, Gualazzi … etc etc).
In particolare con Motta, oltre alla promozione radio, abbiamo ricoperto anche il ruolo di ufficio stampa.
Parliamo di un artista con la a maiuscola. Lui inizialmente lo devi conquistare, lo devi convincere, ma, se riesci a farlo, si apre con grande umanità. La cosa che mi piace di Francesco (vero nome di Motta .Ndr), tra le tante qualità artistiche che ha, è che vive la sua arte senza troppi compromessi, fa quello che piace a lui e cura tutto in modo maniacale, dalla produzione in studio a quella live, alla fase di scrittura che per lui risulta una fatica (come spesso ha dichiarato), al modo in cui vuole comunicare all’esterno.
Sintetizzando, e per risponderti, direi che si è sviluppato un bellissimo rapporto cresciuto nel tempo, che lo stimo molto e che gli voglio anche molto bene.
Quali aggettivi scegli per descrivere il tuo lavoro oggi?
Passione, professionalità, incoscienza
Come si è evoluto il tuo lavoro dal 2016 a oggi?
Mi fa piacere che individui il 2016 come anno chiave perché, sotto certi aspetti, lo è stato.
Ma9 è nata nel lontano 2004 e, da allora, di cambiamenti ne ho visti tanti sotto diversi aspetti e, in particolare, con il passaggio dal fisico al digitale e la nascita dei social media.
Dal 2016 sto sviluppando un cambiamento mio a livello personale e sto ampliando le mie competenze anche sul fronte management.
Recentemente sei tornato a collaborare con Irama. Quale pensi sia il suo valore aggiunto?
Si, sono tornato a collaborare con Irama. Oltre ad occuparmi della promozione, curo anche il suo management insieme a 432 srl, il che conferisce un ruolo differente rispetto a passato.
Se dovessi dire un solo valore aggiunto oltre al talento, direi la determinazione, la fame.
Come hai vissuto il Festival 2020?
Con grandissima tensione, forse anche troppa. Con MA9 seguivamo la promo radio di Le Vibrazioni (per Artist First) e di Raphael Gualazzi (per Sugar), poi l’ufficio stampa e promo radio di Paolo Jannacci (per Alabianca) e, in particolare, io seguivo personalmente Francesco Gabbani.
Parlo di grande tensione perché era la prima volta che mi approcciavo ad un festival con un ruolo manageriale e poi perchè Sanremo è arrivato, per Gabbani, alla fine di alcuni mesi di lavoro importanti.
Non era facile tornare al festival dopo Occidentali’s Karma perché il termine di paragone era gigantesco, inoltre si arrivava da un momento non semplicissimo per cui sapevamo che poteva anche diventare una sorta di spada di Damocle.
A convincerci è stata la canzone! Canzone che mi ha emozionato subito, anche quando l’ho sentita la prima volta in cui la strofa era in un finto inglese e il ritornello in italiano. Ricordo anche quando Francesco mi ha suonato lo special al telefono!
Durante la settimana del festival, quando il mercoledì è uscita la classifica generale delle prime due serate, noi eravamo a Radio Italia, erano le 2 del mattino e Francesco doveva fare uno show case a porte chiuse.
In quel momento, quando abbiamo visto che eravamo al primo posto, ho capito che non avevamo sbagliato e che Viceversa meritava davvero di essere li.
Come riesci a coniugare il lavoro con MA9 e quello con 432?
Riesco a coniugare la cosa perché riesco a differenziare i due ambiti di lavoro e, soprattutto, perché non sono solo ma ho una squadra di lavoro.
Da una parte ho Ma9, società che si occupa di promozione, dove lavoro con Maryon e Viviana. Dall’altra c’è 432 società creata da Claudio Ferrante ed Alessandro Fabozzi, sono stati loro a darmi la spinta finale e a convincermi ad occuparmi di management, hanno creduto in me e per questo li ringrazierò sempre.
Devo dire che nel mio lavoro promo, ho sempre avuto una predisposizione all’occuparmi di aspetti che non fossero puramente promozionali, perché in tanti anni ho sviluppato delle competenze su vari aspetti del mondo musicale.
Negli ultimi mesi queste competenze mi hanno permesso di assumere un ruolo ufficiale e mi hanno portato ad occuparmi di un tipo di lavoro che sviluppo insieme a Claudio ed Alessandro.
C’è molta differenza tra il lavoro di ufficio stampa e quello di manager?
Come dicevo sopra, nel bene e nel male ho sempre interpretato la promozione in modo più ampio per cui mi è sempre capitato di esprimere opinioni a 360° sui progetti per cui lavoro. Però differenze ce ne sono tante.
In primis il rapporto con l’artista che diventa molto stretto e che porta alla condivisione di ogni decisione, ogni aspetto della sua vita artistica. Il rapporto diventa sinergico e, oltre al lato artistico, un manager deve anche occuparsi di questioni burocratiche ed economiche.
Quando credi che il mercato discografico si normalizzerà dopo l’emergenza?
Credo richiederà tempo, sopratutto per il live e per tutte quelle attività promozionali che prevedono aggregazione di persone come, ad esempio, show case, firmacopie, conferenze etc etc.
Non sappiamo quanto durerà realmente l’emergenza ma resto fiducioso che la ricerca medica trovi in tempi non troppo lunghi una soluzione definitiva con una cura o con un vaccino. Finché il virus non sarà azzerato, temo che le persone vivranno con paura gli eventi live che comportano aggregazione.
Spero ci siano aiuti per le attività culturali e le aziende che investono su un settore che al momento è grave sofferenza.