Emiliano Rudolf Giambelli, in arte Emis Killa, è nato il 14 novembre del 1989.
Questo significa che questo ragazzo, che da ormai due anni macina un successo dietro l’altro senza fermarsi per un solo istante, ha solo 25 anni ed ha raggiunto il grande successo a 23.
Fare la lista delle conquiste raggiunte dopo anni di lavoro, spinto da un’innegabile tenacia e perseveranza, è quasi impossibile… basta fare un giro nel web per constatare che su YouTube i suoi video hanno milioni di visualizzazioni, che oltre un milione di persone lo segue su Facebook e sono quasi 400.000 i suoi follower su Twitter.
Molti lo amano e altrettanti sono gli haters che lo denigrano. Questo è l’altro volto del successo: più sali la vetta e maggiori sono quelli che ti vorrebbero vedere cadere. Questa è una delle regole del gioco che porta al successo.
Una delle critiche che gli viene rivolta più spesso è quella di apparire arrogante e presuntuoso…
Chi scrive questo articolo, e ha realizzato questa intervista, ha avuto modo di conoscere Emis Killa per caso, qualche anno fa subito, dopo l’uscita de L’erba cattiva e, guardandolo dall’esterno, ha visto un ragazzo con gli occhi colmi di stupore per tutto quello che gli stava accadendo, un ragazzo fiero di quello che aveva conquistato, e che non voleva altro che godersi il momento, come qualsiasi ragazzo della sua età.
Nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere anche Emiliano, che è sì Emis Killa, ma allo stesso tempo, un po’ come succede nei fumetti dei supereroi Marvel, è anche l’alter ego di Killa… con delle differenze.
Emiliano è un ragazzo sorridente, Killa è a tratti tenebroso. Emiliano ama parlare di ogni argomento e confrontarsi anche su realtà molto distanti dalle sue, Killa parla molto meno perché ha imparato che spesso una parola di troppo detta da chi ha successo può essere fraintesa e strumentalizzata. Emiliano ama rifugiarsi a casa davanti ad un film o ad un libro. Killa vive come un nomade assaporando le strade delle città in cui la sua musica lo porta.
Questa intervista lampo fatta tra uno spostamento e l’altro, in questo periodo fortunato e ricco di impegni promozionali di ogni tipo, è sì un’intervista ad Emis Killa… ma dietro alcune risposte, anche le più brevi, a chi vorrà concedersi il lusso di leggere oltre le righe senza pregiudizi, sono certo che Emiliano farà capolino…
Buona lettura.
Ciao Emi, partiamo da un dato di fatto: il 2014 è senza ombra di dubbio il tuo anno d’oro. Hai superato la prova del secondo disco, dopo il successo de L’erba cattiva, infatti, Mercurio ha debuttato al primo posto della classifica FIMI dei dischi più venduti e raggiunto in circa un mese il disco di platino e la riedizione del disco, Mercurio 5 stars edition, è recentemente ritornata nelle prime posizioni della classifica con un singolo di lancio, Maracana, che sta riscuotendo un enorme successo radiofonico ed ha già guadagnato il disco d’oro digitale… tutto questo senza contare i sold out dei tuoi concerti. Quando la sera va a dormire, cosa pensa Emiliano di tutto quello che gli sta capitando?
Ciao, sì, sono molto contento di quello che sta succedendo. Maracanã è diventato un successo di questa estate e ne sono fiero. Ma io non voglio essere etichettato solo come un teen idol, che piace solo ai ragazzini. Voglio crescere e poter avere un pubblico più ampio che possa apprezzare me e la mia musica.
Sei sicuramente uno dei rapper di maggior successo del nostro paese ma se oggi non fossi un rapper, cosa saresti?
Probabilmente lavorerei comunque nella musica, non vedo altra soluzione, da piccolo volevo fare meccanico ma avrei dovuto studiare.
Per molte persone quello del musicista appare come il lavoro più bello del mondo. Si pensa alla fama, ai soldi, ai privilegi. Ma quali sono i reali contro di questo mestiere?
Tantissimi, a partire dagli orari assurdi, agli spostamenti continui, ai continui problemi di stress causati dalla responsabilità che si hanno. Ma i problemi reali si riversano sulla vita privata, zero privacy. Concludo comunque dicendo che nonostante questi problemi amo il mio lavoro, mi sento fortunatissimo a fare ciò che amo, ma sicuro non è roba per tutti, molti non riuscirebbero a condurre uno stile di vita tanto sballato.
E se fossi ancora un “semplice fruitore di musica”, chi sarebbe il tuo rapper preferito in Italia?
Ce ne sono parecchi, Jake La Furia penso sia quello che ho ascoltato di più, da sbarbato lo copiavo anche (ride).
Con Lettera dall’inferno hai scritto sicuramente uno degli episodi più intensi e controversi del tuo album, Mercurio. Come è nato quel pezzo e che sensazioni provavi nel momento in cui l’hai scritto?
È un brano sincero, non provo particolari emozioni quando scrivo pezzi, succede più mentre li riascolto, il pezzo è nato su una base diversa, poi è stato registrato su un’altra base, e infine riarrangiato nuovamente da Marco Zangirolami. Abbiamo tenuto la sua versione perché era la più bella.
In Va bene canti “va bene cercare un amico in momenti di noia ma quell’amico poi lo cerchi in momenti di gioia”. Quanto conta l’amicizia per Emiliano? L’arrivo di Emis Killa ha cambiato qualcosa da questo punto di vista? Senti che alcuni amici cercano Emis e non Emiliano?
Gli amici cercano Emiliano, i conoscenti Emis, ma non è un problema così grosso. Basta essere sgamati e non dare troppa confidenza a chi prova a “grattare” qualcosa.
In Essere umano duetti con la splendida voce di Skin. Con chi ti piacerebbe duettare in futuro?
Con un rapper francese.
Hai una schiera di fan tra le più numerose e attive del panorama musicale. Senti addosso la pressione di essere un esempio per molti di loro?
Non corro il rischio di essere emulato dalle ragazze, più dai ragazzi. Le ragazze, purtroppo, spesso si focalizzano sul mio aspetto più che sulla musica, desiderano me, non “essere come me”.
Quanto è difficile per un artista giovane e, indubbiamente bello, arrivare a farsi apprezzare dal proprio pubblico con un “sei bravo” prima che con un “sei bello”?
Ecco, appunto (ride), diciamo che se scrivi belle canzoni pensano tu sia bravo, ma se sono attratte da te per via del tuo aspetto c’è poco da fare, parliamoci chiaro, io sono fan di Jennifer Lopez ma se la incontrassi non penserei certo a come canta.
Parliamo ora del tuo tour, sold out in quasi tutte le tappe finora raggiunte. Quale momento preferisci del tuo show?
Blocco boyz! Una vera e propria dose di ignoranza, in 20 sul palco a volte facciamo il Bis!
Il tuo nuovo singolo, Maracanà, sta spopolando in rete (ha superato 10 milioni di visualizzazioni su YouTube!) e su iTunes. Noi di All Music Italia lo abbiamo già eletto tormentone dell’estate e sembra che il pubblico sui social sia d’accordo con noi. Qual è secondo te la forza di questa canzone?
Quest’anno è il Mondiale dei Mondiali, si gioca in Brasile, patria del calcio, e i Mondiali sono un bell’evento da vivere in sé, sono un momento di aggregazione, divertimento e gioia. Con Maracanã ho voluto trasmettere questo entusiasmo di festa che si respira pensando al Brasile, ma anche la realtà locale. “Questa sera c’è il delirio al Maracanã” perché mi immagino questa grande festa alla finale di Rio. Sono contento del successo di Maracanã. Ho pensato che per l’occasione servisse un bel tormentone estivo che trasmettesse entusiasmo a chiunque l’ascoltasse.
Ultimamente ti sei cimentato, oltre che come deejay radiofonico su Radio Deejay, anche come presentatore tv su Sky Sport. Come ti senti in questo ruolo? Al di là della tua passione per il calcio ti piacerebbe cimentarti nella conduzione di un altro tipo di programma tv?
Mi piace e mi diverte molto condurre Goal deejay, ma la dimensione che preferisco è sicuramente quella in radio. Dopo aver condotto One two one two su Deejay, ho capito che è il mondo della radio fa sicuramente per me.
L’ultima domanda te la pone una tua fan, @federik97 tramite Twitter: Quale singolo ti rispecchia di più del nuovo album?
Sicuramente Mercurio.
Grazie Emi, a presto.
Grazie a te. Ci si becca in giro!
Un ringraziamento a Federica Moretti dell’ufficio stampa di Carosello Records per la disponibilità.
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