Oggi All Music Italia intervista Cecco e Cipo.
Li abbiamo conosciuti ad X Factor un paio di anni fa, nell’edizione che ha portato al successo di Lorenzo Fragola. Due ragazzi toscani, che entusiasmarono il pubblico con la loro dissacrante Vacca boia, ma furono poi eliminati ai bootcamp da Morgan.
Cecco e Cipo non rimpiangono affatto il percorso nel talent e, anzi, ringraziano sia andata a finire così. L’audizione li ha aiutati a girare l’Italia con il loro tour e ora tornano con un nuovo album, intitolato Flop, e un nuovo tour in partenza!
Partiamo da X Factor. Il talent a cui non avete partecipato eppure vi ha dato la fama, in un certo senso. Un caso più unico che raro. Quel provino vi ha cambiato la vita?
Se non proprio la fama, ci ha aiutato un sacco a farci conoscere.. Inoltre quel provino ci ha aperto anche la strada verso il #vaccaboiatour conclusosi a Settembre del 2015. La nostra vita diciamo che è cambiata molto a livello artistico, in quanto appunto prima della nostra partecipazione al talent per noi era molto difficile suonare in giro coi nostri mezzi, dopo invece il nostro percorso si è trovato in discesa, e tramite un’agenzia di booking che ringraziamo (Musiche Metropolitane) abbiamo messo su un tour che ci ha permesso di toccare grandi città e piccoli borghi del bel paese.
Tornando indietro e potendo cambiare il corso delle cose entrereste nel programma? Gli autori vi hanno ricontattati per le selezione dell’anno successivo?
Credo che se fossimo entrati nel programma le cose non sarebbero andate lisce come l’anno scorso, visto che una volta lì dentro si firmano contratti che ti legano per anni a persone che non ti conoscono e che non sanno ciò che è meglio per l’artista. Noi sapevamo che la cosa migliore per Cecco e Cipo era suonare il più possibile in giro per l’Italia, far conoscere la nostra musica dal vivo, divertirsi e far divertire (speriamo insomma); inoltre la cosa che ha fatto più rumore della nostra partecipazione è stata proprio l’eliminazione che la gente non si aspettava. Ci siamo visti difesi da un sacco di persone, la gente si era affezionata a noi e incuriosita è andata a cercare anche i nostri lavori precedenti. Una cosa davvero inaspettata e fantastica; gli autori ci hanno ricontattato, ma non per partecipare alle selezioni dell’anno successivo, bensì per chiederci di partecipare ad un altro talent della stessa emittente televisiva, ma abbiamo gentilmente declinato l’offerta 🙂
Vacca boia vi ha fatti conoscere al grande pubblico. Un brano su una particolarissima relazione, in cui mettete in mostra la vostra cifra stilistica, che ritroviamo anche nel vostro nuovo lavoro, Flop. C’è un brano, Cita, che mi è sembrato il naturale successore di Vacca boia…
Si, ci viene spesso di usare animali come protagonisti delle storie delle nostre canzoni. Ci piace provare ad immedesimarci nelle loro situazioni, in come ci vedono e in cosa provano, e puntualmente ad ogni pubblicazione di un disco ne troviamo almeno una nuova. Cita è un brano reggae che racconta appunto cosa prova un gorilla quando viene privato del suo amore, in un certo senso si, potrebbe essere considerata come il naturale successore di Vacca boia.
Flop. Un titolo di per sé iconico. Perché lo avete chiamato così e perché la scelta della carta igienica finita?
Il titolo è un omaggio all’ansia di Cipo che prima di ogni concerto del #vaccaboiatour era solito esternare: “Ragazzi è un flop, non c’è nessuno a vederci, è finita“. Il problema è che lo diceva tipo alle 17, quando era normale che non ci fosse nessuno. Abbiamo deciso di chiamarlo così perché in questo modo, se dovesse andare male, abbiamo le mani parate, e forse Cipo sarà più tranquillo. La scelta della carta igienica finita è collegata a questa considerazione, in quanto in copertina il rotolo è finito, se apriamo il cartoncino però vediamo che il disco stesso è un rotolo pieno di carta igienica visto dall’alto, pronto ad usi alternativi nel caso il nostro lavoro non sia piaciuto 🙂
Nella maggior parte delle canzoni del disco si parla d’amore. Siete sotto sotto dei romanticoni, e in Otto e mezzo lo si capisce, però affrontate la musica e la vita con molta arguzia e ironia. Non voglio dire con quei riferimenti chiari al sesso anale non può non strappare grasse risate. Credete che il sorriso possa salvare il mondo?
L’amore è la forza che muove il mondo, e l’odio quello che sta cercando di distruggerlo. Sono entrambi celati nell’essere umano, ma la risata è collegata al sentimento della gioia; quest’ultima va a braccetto con l’amore, e quindi direi di si, crediamo che ridere possa dare un contributo serio a salvare il mondo e noi ce la metteremo tutta per farlo, puntiamo a diventare dei nuovi supereroi. Anche la Marvel sta già pensando a un film su di noi.
In due brani sembra palesarsi con forza lo sguardo malinconico verso il passato. Sia Nostalgia che Rock’n’roll parlano dei bei tempi andati, di quanto si stesse meglio prima rispetto ad oggi. Avete questo approccio anche nella vita di tutti i giorni? Qual è la vostra epoca storica e musicale preferita?
Nei limiti del possibile abbiamo quest’approccio nella vita di tutti i giorni. Conserviamo le cassette della nostra infanzia, e quando vediamo un giradischi nei negozi di antiquariato ci fermiamo per un bel po’ di tempo a contemplarlo e a chiederci come sarebbe stato vivere a quei tempi. Abbiamo nostalgia degli anni ’50/’60 in particolare, quando purtroppo da un lato si veniva da un periodo molto triste, dall’altro si cercava in tutti i modi di rialzarsi, e si ballava lo swing e il rock’n’roll vestiti come nel film di Grease. Che spettacolo.
In un altro brano, Il centro commerciale, parlate invece del materialismo contemporaneo, la corsa all’oggetto in voga. Orde di persone il cui svago sembra essere diventato passeggiare con noia in questi grandi agglomerati di negozi. Il luogo perfetto per “studi sul sociale”, come cantate. Basterebbe solo “saltare tutti dentro, spaccare il pavimento”? Cosa nascondono queste metafore?
Probabilmente sono sensazioni ed immagini che sono trapelate a Cecco durante il suo stage presso Mediaworld. Ha lavorato per 6 mesi in quest’ambiente misterioso, il centro commerciale, ma anche se possono non essere considerati un arco di tempo lunghissimo, tanto gli è bastato per capire quanto alcune persone siano appunto disposte letteralmente a correre per uno sconto piuttosto che su un prato, pronti a farsi ore di fila davanti alla cassa piuttosto che davanti agli Uffizi; il pavimento si spacca da solo, nei giorni di festa sono veramente in tanti a passeggiare lì dentro!
Anche in Io sono incazzato sembra trasparire l’opinione negativa su quanto ha cambiato la nostra società. Ad esempio i social network, che hanno sicuramente aiutato e cambiato il mondo della discografia ma compromesso i rapporti umani. Come vivete il vostro rapporto con i social, in cui siete molto attivi?
Oggi come oggi è importante lavorare così… fa un sacco strano, perché sembra di dare più importanza all’immagine che ai contenuti musicali. Questo magari lo pensavamo all’inizio, ma poi col passare del tempo abbiamo capito anche che è importante farsi conoscere più che per l’immagine per la persona che sei, alla gente piace vedere l’artista al di fuori del palco, e i social riescono molto bene a trasmettere queste cose.
Sta per partire il vostro nuovo tour, ci sarà qualche sorpresa, qualche cover che volete anticipare ai nostri lettori?
In realtà cover per ora non ne abbiamo, possiamo dirvi però che lo spettacolo sarà molto scenografico, abbiamo allestito un bel palco, pieno di luci, colori e anche musicisti, visto che per il #floptour abbiamo inserito un nuovo elemento: Federico Gaspari alla chitarra elettrica, che si aggiunge ai “veterani” Matteo Calugi alle tastiere, Dimitri “Olmo” Romanelli alla batteria e Roberto Bochicchio al basso. Ci saranno nuovi sketch, molte canzoni dal disco nuovo, altre riarrangiate dai lavori vecchi, e tanta voglia di suonare in giro. Noi siamo pronti a portarvi il nostro spettacolo il più vicino a voi possibile, voi non mancate!