deSidera è il nuovo album di Cristina Donà, pubblicato il 3 dicembre 2021. L’uscita del disco è stata anticipata dalla release dei singoli Desiderio e Colpa. Inoltre, durante la tournée dell’estate 2021 l’artista ha presentato dal vivo in anteprima alcuni brani estratti dall’album.
Con deSidera, Cristina Donà torna sulle scene musicali dopo un lungo periodo di assenza, durato sette anni. Il disco, che ha visto la luce grazie ad una fortunata campagna di crowdfunding, racchiude 10 canzoni scritte prima della pandemia ad eccezione del brano Senza fucile né spada. Qui di seguito potete leggere la tracklist dell’album:
01 Distratti
02 Colpa
03 Conto alla rovescia
04 Desiderio
05 Come quando gli alberi si parlano
06 Torna
07 Senza fucile né spada
08 Oltre
09 L’autunno
10 Titoli di coda
In occasione dell’uscita di deSidera, abbiamo raggiunto Cristina Donà per parlare del suo ritorno musicale ma soprattutto del suo nuovo lavoro discografico. Ecco cosa ci ha raccontato: buona lettura!
Intervista a Cristina Donà
Ciao Cristina, bentrovata su All Music Italia.
Il 3 dicembre 2021 è uscito il nuovo album deSidera, che segna il tuo ritorno sulle scene musicali a distanza di 7 anni dal precedente disco di inediti. Come mai questa lunga assenza?
Ho lasciato che il tempo scorresse e mi portasse le risposte alle domande che sono affiorate negli anni lentamente e in modo disordinato. Mi sono presa la libertà di entrare in relazione con progetti di altri artisti che stimo e che cito volentieri perché hanno alimentato il mio vissuto e dunque la mia musica: Isabella Ragonese per “Italia Numbers”, Massimo Cotto per “Rock Bazar”, “Sea Songs” le canzoni dell’acqua di e con Cristiano Calcagnile e un gruppo di musicisti incredibili, “ Amore che vieni, Amore che vai. Fabrizio De Andrè: le donne e altre storie” un concerto sulle figure femminili dell’universo De Andrè insieme alla crème del jazz internazionale.
Un disco e un tour con l’amica e meravigliosa voce Ginevra Di Marco e infine “Perpendicolare” con lo straordinario danzatore coreografo Daniele Ninarello. Oltre al disco del ventennale di Tregua “Tregua 1997-2017 Stelle Buone” uscito nel 2017.
Non sono stata esattamente con le mani in mano, ho continuato a lavorare esprimendomi attraverso strade diverse rispetto a quella più consueta di un disco proprio.
deSidera nasce grazie ad una campagna di crowdfunding. Per essere indipendenti e sentirsi liberi artisticamente, è necessario ricorrere al crowdfunding? Cosa vuol dire fare musica oggi?
Vuol dire riconoscere le novità positive ed essere consapevoli che si devono aprire nuovi varchi in un momento di cambiamenti repentini e continui come questo. Vuol dire contribuire a dare valore e biodiversità alla musica. Vuol dire fare più fatica di prima per proporsi ma anche avere a disposizione mezzi potenti, come la rete. Dovrebbe voler dire potersi esprimere in libertà.
Il crowdfunding è un mezzo straordinario, ormai affermato in ogni settore, che permette all’artista di agire liberamente e alle persone di sostenere un progetto in cui credono. La gestione è articolata e complessa ma ha una grande forza propulsiva.
L’ho conosciuto effettivamente quando abbiamo realizzato il disco con Ginevra, sempre sostenuto da un crowdfunding.
Il disco si apre con Distratti, che è una sorta di denuncia contro il mondo attuale, la distrazione nella quale viviamo perennemente, il consumismo, la noncuranza per il pianeta e per gli altri. Un verso recita: “Questa versione di me non ha futuro”. Quali sono le cose importanti che abbiamo dimenticato o che stiamo trascurando? Secondo te, non c’è speranza di invertire la rotta?
In altri momenti della storia gli esseri umani si sono trovati a dover fare i conti con gli “estremi” negli usi e i consumi di una società, ma mai come in questo momento, a causa di un uso inconsapevole o sconsiderato della tecnologia e al numero altissimo di abitanti sul pianeta, il rischio è quello di soffocare sotto la nostra stessa immondizia, fisica e morale.
Una parte del problema è che non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle comodità. Dobbiamo rivedere le nostre agende, le nostre priorità. Io faccio molta fatica, ma piano piano sto cercando di mettere a fuoco le abitudini di tutti i giorni per portare delle migliorie, anche lievi ma costanti. Non so quali siano le cose importanti che abbiamo trascurato ma so per certo che ne diamo per scontate molte che non lo sono: l’acqua, il gas, la macchina, il riscaldamento, una quantità di vestiti e oggetti inutili.
Forse ci siamo dimenticati che tutto è collegato, che non siamo soli e che ogni nostro gesto determina delle conseguenze. Invertire la rotta o trovare un nuovo modo di vivere è possibile, dobbiamo provarci, lo dobbiamo ai nostri figli.
Conto alla rovescia è liberamente ispirata a un racconto contenuto nel libro “In tutti i sensi come l’amore” della scrittrice Simona Vinci. Come è nata la canzone? Inoltre, siccome il conto alla rovescia è un tempo di attesa prima di qualcosa, c’è qualcosa per cui Cristina Donà sta facendo il conto alla rovescia?
Simona è una scrittrice incredibile. Il suo modo di narrare realtà scomode, difficili, dolorose, è ad alto tasso poetico e questa sua caratteristica mi ha profondamente colpita. Il brano è nato da due suggestioni: una è nel racconto di Simona “Il cortile”, incluso nel libro che hai citato, dove una ragazza, dal balcone, nota un uomo che ogni giorno, a una certa ora, passa e si ferma a guardare nel cortile della casa dove lei abita, come se avesse dimenticato o cercasse qualcosa.
L’altra è legata a una frase annotata da me “ Ogni dieci pensieri c’è lei che ti manca”. Ho voluto esasperare il concetto dell’attesa, della ripetizione, di quel modo di scorrere da cento a zero che sono le nostre vite, o più semplicemente alcune esperienze dell’esistenza, che hanno sempre un inizio e una fine.
Il mio conto alla rovescia? Ho moltissime cose da risolvere in sospeso e dunque un sacco di clessidre girate e altrettante da girare. Se vuoi un esempio: trovare il tempo per ridipingere casa.
C’è poi Desiderio, che richiama il titolo deSidera ed enuncia il tema di tutto l’album. La parola desiderio significa “mancanza di stelle”. C’è qualcosa che oggi manca a Cristina Donà? Che cosa desidera oggi Cristina Donà per sé come donna e come artista?
Desidero essere un buon esempio di essere umano. Mi mancano molto alcune persone a me care che non ci sono più. Spesso mi manca il tempo.
Il quinto brano di deSidera è Come quando gli alberi si parlano. Si tratta di una canzone dal titolo particolare che racconta una storia altrettanto particolare e purtroppo drammatica, realmente accaduta. Vuoi parlarne?
Il brano racconta una storia che mi ha sfiorata quando ero al primo anno dall’Accademia di Belle Arti di Brera e riguarda una studentessa al quarto anno e il suo fidanzato che decisero di togliersi la vita insieme.
Secondo ciò che ci è stato riportato dal nostro professore di allora, molto legato alla studentessa in questione, sembra che la loro storia d’amore fosse ad un bivio e che abbiano preferito farla durare per sempre compiendo un gesto estremo. Non so per quale motivo ma è tornata tra i miei pensieri qualche anno fa e ho deciso di farla entrare.
Il respiro degli alberi è qualcosa che non riusciamo a sentire, ma esiste, come esistono evidentemente delle motivazioni che portano le persone a fare scelte incomprensibili per noi ma che nel loro mondo esistono. Il respiro degli alberi mi serviva ad alleggerire un racconto doloroso.
Senza fucile né spada è l’unico brano scritto durante il primo lockdown nella primavera del 2020. La canzone è una sorta di tua testimonianza della strage causata dal virus. Vuoi parlarci di questo brano? E vuoi raccontarci come hai vissuto il lockdown?
Molto male. La Val Seriana, nell’inverno-primavera 2020, è stato uno dei luoghi più colpiti al mondo dal virus. Sono morte tante persone con modalità terrificanti, lasciate sole, soffocate nei loro letti. Salutate in ospedale attraverso un telefono. La responsabilità non è solo del virus ma della mala gestione della pandemia in una regione dove la sanità pubblica è stata saccheggiata da almeno vent’anni. C’è stata la mancata zona rossa di Alzano e Nembro e molti altri passi falsi. Su tutto questo sono in corso delle indagini.
D’altro canto credo sia sacrosanto ricordare il lavoro straordinario di medici, infermieri, personale sanitario che hanno dato la vita e il loro cuore in un momento di caos apocalittico.
Siamo arrivati alla fine di questa intervista. Prima di salutarci, c’è qualcosa d’altro che vorresti assolutamente dire sul tuo nuovo album deSidera?
Si, voglio assolutamente sottolineare il lavoro straordinario di Saverio Lanza, che ha arrangiato, suonato e prodotto questo album. E’ il terzo che facciamo insieme e suonano tutti e tre profondamente diversi e ciò mette in luce la sua enorme versatilità e preparazione. E ci tengo anche a ricordare quanto sia importante avere vicino un entourage incredibile come il mio a partire dal mio manager Gianni Cicchi.
Grazie per quest’intervista e alla prossima, sempre su All Music Italia.
Foto di Francesca Sara Cauli