Oggi intervistiamo Giusy Ferreri fresca della sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, dell’uscita del suo nuovo album, Girotondo, e, sopratutto, dell’annuncio di una grande gioia personale: l’imminente maternità.
Giusy è la prima artista ad aver avuto successo dopo la partecipazione ad un talent show in Italia, sono infatti quasi due milioni le copie vendute certificate dalla FIMI tra singoli (25) ed album (5) pubblicati in poco meno di dieci anni di carriera.
La Ferreri può vantare inoltre collaborazioni internazionali (Linda Perry e Yoad Nevo), quattro partecipazioni al Festival di Sanremo. Giusy Ferreri è la “Gigantessa” (scoprirete perché nel corso dell’intervista) tra le nuove donne del pop italiano.
Ma veniamo all”intervista…
Il grande ritorno di Giusy Ferreri passa per Sanremo 2017 senza un buon piazzamento. Cosa non ha funzionato? Credi che il brano fosse davvero giusto per il Festival?
Istintivamente si. Appena abbiamo registrato il provino di Fa talmente male siamo letteralmente saltati su dalle sedie. E’ un brano con un potenziale radiofonico molto alto, stilisticamente molto vicino alle mie hits del passato come Non ti scordar mai di me, Novembre, Roma-Bangkok e la più recente Volevo te quindi in tutta sincerità abbiamo pensato che potesse essere un buon pezzo da presentare alle radio più che al Festival in se. Con il senno di poi, visto come è andata, magari avremmo fatto meglio a scegliere un brano dall’album più adatto al palco del festival con più melodia e profondità nel testo… ma non è detto nemmeno che sarebbe andato bene comunque.
Del resto la classifica di Sanremo spesso non corrisponde ai risultati…
La mia storia insegna che non c’è un vero e proprio pezzo giusto da portare a Sanremo: nel 2011 mi presentai con Il mare immenso, un brano dal gusto rock ed insolito per la mia produzione sino ad allora da cui mi aspettavo delle sorprese ma non andò così; la volta successiva con Ti porto a cena con me, che al contrario era una canzone molto melodica e tradizionale, comunque non successe niente di che. Evidentemente la mia personalità ed i miei pezzi sul palco del Festival di Sanremo non hanno lo stesso appeal che nelle radio poi, piuttosto che nei gusti del pubblico che per fortuna invece mi ha sempre voluto bene e premiata in seguito.
Il nuovo singolo “Partiti adesso” prosegue la scia up tempo dei tuoi ultimi successi radiofonici. E’ questa la nuova Giusy?
Non necessariamente. Non è stata una scelta ruffiana e basta: negli ultimi anni, soprattutto dopo aver visto i risultati di Roma-Bangkok ho riflettuto parecchio su questa cosa e capito che probabilmente è il pubblico che ha bisogno di più leggerezza; questo non significa che d’ora in poi scriveremo soltanto pezzi orecchiabili da radio, ma è importante cercare di assecondare lungo il proprio percorso il gusto generale del pubblico cercando di interpretarlo. In questo disco ci sono molte tracce più melodiche ed introspettive che amo tantissimo però molto spesso quando è ora di tirare fuori un singolo bisogna fare i conti con diversi fattori come la tendenza delle radio, l’apprezzamento del pubblico o la nostra stessa necessità: in realtà anche io come interprete avevo voglia di uscire con un motivo più spensierato rispetto a quelli del passato..
Tra tutti i figli dei talent sei quella che più si è staccata da quell’immaginario sia per i numeri sia per una cosa molto più importante, la credibilità. A dieci anni da X Factor 2008 che percorso ti sembra di aver fatto?
Non sono l’unica. E’ vero che le mie vendite hanno superato di gran lunga quelle di tutti gli altri, però artisticamente trovo che siano nate anche tante belle realtà per la musica italiana; se devo fare dei nomi sono Marco Mengoni, Francesca Michielin, una ragazza che promette molto bene, Emma, Alessandra Amoroso che stanno tutti facendo dei percorsi molto importanti soprattutto live ed hanno un seguito bellissimo. Poi penso che ogni percorso vale: io sono sempre stata un’appassionata di tante band che in classifica non ci sono finite quasi mai, non riempivano gli stadi ma arrivavano al mio cuore e per questo mi bastava lo stesso.
Facciamo un passo indietro e ripercorriamo la tua carriera discografica…
Ho cercato di vivere la musica, come sempre nella vita, assecondando le mie esigenze e la mia anima; se mi guardo indietro credo di aver registrato dei dischi molto diversi tra loro cercando di far convivere, laddove possibile, diversi temi e stili musicali che mi appassionavano senza l’ansia di dover piacere a tutti i costi: Gaetana, il mio primo album ad esempio è un concentrato di tantissime cose e parole che in quel periodo volevo dire; Tiziano Ferro che ha prodotto l’album scelse, oltre ad i brani scritti da lui ed altri fantastici autori, tra cui Roberto Casalino e Linda Perry, anche quattro brani scritti da me, nonostante la mia scrittura fosse più aggressiva e carnale rispetto al senso generale dell’album, ma ha funzionato. Lo stesso Tiziano insieme a Michele Canova mi ha accompagnata poi anche nella realizzazione del mio secondo album che era Fotografie: un disco di cover anomalo che abbiamo deciso di realizzare assecondando innanzitutto il nostro gusto personale tentando così di fare qualcosa di diverso rispetto al solito ed inserendo tra gli autori Nick Drake, Luigi Tenco, Rino Gaetano e Vinicio Capossela. Con Il Mio universo avevo l’esigenza di voler far conoscere il lato più aggressivo ed oscuro della mia scrittura, qualcosa che fa parte di me ed aveva fatto parte soprattutto del mio passato, così l’album prese una direzione del tutto inaspettata rispetto a quanto tutti si aspettavano da me ed io ho rischiato tutto andando addirittura al Festival con Il mare immenso per manifestare questo mio cambiamento. Infine c’è stato L’attesa, l’album che sento più vicino a me, forse quello che mi assomiglia di più: con la produzione di Yoad Nevo, un talentuoso producer israeliano abbiamo messo in fila una tracklist a cui sono molto legata fatta di brani che mi rispecchiano ed a cui ho lavorato insieme a Linda Perry esplorando in lungo ed in largo un po tutto il mio bagaglio musicale che mi porto dietro: dal rock alla melodia passando per il punk e la new wave (qui la nostra recensione .Ndr).
Nel nuovo disco c’è un inaspettato e bellissimo featuring con Federico Zampaglione dei Tiromancino in uno dei brani più intensi dell’album: L’amore mi perseguita. Chi ha cercato chi?
Io sono una grande fan dai tempi dell’adolescenza dei Tiromancino! Sono una delle band che più ho stimato tra quelle italiane non solo dopo il loro grande ritorno pop degli ultimi anni, ma anche quando erano un po più di nicchia e ricercati nelle sonorità. Ci siamo sempre incrociati nei vari festival radiofonici, spesso dimostrati stima reciproca ed alla fine lo scorso autunno ho aperto una mail che conteneva questo fantastico brano. Federico mi aveva proposto di cantarlo da sola, così ho inciso il provino e qualche giorno dopo è arrivata un’altra bellissima sorpresa: la sua voce in duetto che ha completato il quadro e dato quel gran tocco in più.
Tra i brani che da subito sono entrati in alto gradimento da parte del tuo pubblico c’è la traccia che chiude l’album. Chi è la Gigantessa?
Quando ho scelto La gigantessa tra il materiale proposto sono stata da subito rapita dallo stile particolare ed introspettivo con cui era stata concepita quella canzone. Forse è il brano che più si avvicina al mio modo di scrivere per questo l’ho sentita da subito mia. E’ una canzone di classe scritta da Diego Mancino e Dario Faini che senza sapere che sarei stata io ad inciderlo hanno immaginato di dedicarla idealmente alla Gigantessa di Baudelaire. Il caso ha voluto che me ne innamorassi ed è paradossale come il titolo sia inversamente proporzionale alla mia immagine da donnina con una voce tanto ingombrante. Sono molto orgogliosa di questo pezzo anche dal punto di vista dell’arrangiamento a cura di Ferraguzzo che ha voluto contaminare la base con dell’elettronica nonostante il mondo di partenza del brano si originasse dal rock, rock progressivo, quindi trasformarla radicalmente senza snaturare la sua anima profonda. Il fatto che molte persone la scelgono come preferita dell’album è qualcosa che mi rende immensamente felice, vuol dire che il mio pubblico ha imparato a seguirmi nei miei esperimenti, anche quando le canzoni sono diverse, o più complesse.
Arriverà il momento di un disco da cantautrice e basta?
E’ qualcosa che deve rispondere a molte variabili, purtroppo non dipende soltanto dalla mia volontà. Se accadrà, se arriverà il tempo della maggiore verità e la possibilità di fare un album scritto tutto da me, sarò pronta ad assumermi le mie “responsabilità” e restituire con un’intera raccolta di canzoni tutto quello che vorrei. Per il resto devo dire che a questo disco hanno preso parte dei grandi autori, alcuni molto giovani ma che già da anni hanno una consolidata carriera da parolieri, ed altri cantautori di razza come Diego Mancino, che stimo in particolar modo, ed insieme hanno scritto delle cose davvero meravigliose per me. L’importante è fare musica, comunicare messaggi; negli anni ho constatato che mi piace esprimermi in diversi modi, mi appaga ugualmente e alle volte riscopro delle novità sulla mia personalità, c’è del valore aggiunto. Sono convinta che l’importante è non limitarsi e non rassegnarsi; non è stato un caso se sono riuscita ad esordire alla non tenerissima età di 28 anni; ero molto intestardita e pensavo di potermi fare strada in questa mondo, scrivere tutto quello che volevo scrivere e cantare come lo volevo io. Ci sono riuscita, ma nel percorso mi sono accorta che il lavoro vero è quello di gruppo e molte volte è importante analizzare le cose sotto altri punti di vista.
Qual è il messaggio di Girotondo?
Ho scelto come titolo del disco la parola Girotondo innanzitutto per la traccia che porta lo stesso nome che è tra quelle a cui sono più legata. E’ un’incoraggiamento alla vita, al fatto che non bisogna mai aver paura di affrontarla ma concedersi ad essa senza risparmiarsi. Credo che questo sia un messaggio bellissimo soprattutto per i bambini che stanno crescendo in questi anni caotici e spaventosi che nemmeno noi, gli adulti siamo in grado di spiegare.
Cosa succederà nel tuo futuro?
Per il momento abbiamo sospeso l’attività live che sarebbe dovuta partire in questi giorni visto che io sono entrata al quarto mese di gravidanza e insieme all’estate arriverà anche un pancione enorme. Nei prossimi mesi mi godrò il palco come lo sto facendo in questo periodo con altri appuntamenti promozionali radio e tv in cui mi esibirò con due o tre pezzi.
A dieci anni dalla tua partecipazione se ti proponessero un talent come giurata cosa risponderesti?
Ho sempre pensato che per questo ruolo fossero necessari almeno dieci anni di produzione musicale se non altro per considerare e poter comprendere tutte le varie dinamiche che si creano. Al di la dei format che seguo con passione senza distinzioni credo che sia una figura importante, fondamentale e di grandissima responsabilità se fatto con onestà. Per quanto mi riguarda se me lo chiedessero sarebbe una bellissima occasione e la prenderei volentieri in considerazione…