Il giovane Kaligola torna sulla scena musicale con il nuovo singolo Girasoli, che arriva a tre anni di distanza dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo, quando vinse il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo con il brano da lui composto Oltre il Giardino.
Il ritorno di Kaligola lo vede accompagnato da un nuovo management e forte di una nuova consapevolezza artistica che è sfociata per l’appunto nel singolo Girasoli in uscita su etichetta Sparo Parole. Una nuova veste e un percorso musicale lontano dal rap, ma vicino a una forma cantautorale più indie e contaminata con altri generi, che mostrano la notevole curiosità musicale del cantautore romano classe 1997.
INTERVISTA A KALIGOLA
Abbiamo contattato telefonicamente Kaligola e con lui abbiamo parlato del recente passato, del presente e del futuro.
Ciao Kaligola. Innanzitutto bentornato su All Music Italia!
Grazie per l’ospitalità, è sempre un piacere parlare con voi di All Music Italia.
Molti ricordano la tua partecipazione a Sanremo 2015 con il brano “Oltre il Giardino” con il quale hai vinto il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Che ricordi hai di quell’esperienza?
Ho dei ricordi bellissimi dell’esperienza di Sanremo Giovani: è stata l’esperienza più bella nella mia carriera da cantautore, insieme ai due live che ho fatto presso lo Juventus Stadium di Torino e lo Stadio Olimpico di Roma nello stesso anno per due importanti edizioni de La Partita del Cuore. Ricordo ancora che per giustificarmi per i numerosi giorni di assenza a scuola, perché in quel periodo frequentavo ancora il liceo, dovetti mettere come causa dell’assenza sul libretto scolastico “presenza al Festival di Sanremo“. Faceva ridere un po’ tutti perché era la giustificazione più strana in assoluto.
Un’esperienza talmente forte che hai voluto riprovare anche successivamente, quando, invece, non ce l’hai fatta a salire sul palco dell’Ariston. In quel caso quali sensazioni hai provato?
Mi sono presentato alle selezioni per il Festival del 2018. Ho provato a partecipare a Sanremo Giovani con una canzone molto ironica dal titolo Iperteso, che trattava con un tono quasi Black Humor della vita dei lavoratori iperstressati dall’era moderna. Ero stato selezionato tra i 60 finalisti quell’anno, ma poi hanno deciso di prendere altre canzoni, come quella di Mudimbi che effettivamente era simile alla mia. Mi è dispiaciuto non poter partecipare, ma di certo non è stato un dramma per me. Non ho mai vissuto l’idea di Sanremo con troppa foga.
Musicalmente il cambio di rotta è evidente. Cosa ti ha spinto a cambiare pelle?
Iperteso è stata l’ultima canzone con un’impronta fortemente “Kaligoliana“, definiamola così. Successivamente mi sono fermato qualche mese nella produzione musicale e ho maturato il pensiero di mettere momentaneamente da parte il rap e di provare a fare qualcosa di diverso. Io ascolto tantissimi generi musicali differenti. Conosco così tanti artisti, soprattutto nell’underground americano e inglese, che posso definirmi un vero appassionato e cultore di musica.
Qualcuno classifica quello che faccio ora come musica indie, ma le influenze che incidono su quello che faccio vengono da molti altri generi, tra cui il rock dei primi del 2000 e la Trap.
La forza dei tuoi brani è da sempre il testo. Oggi quali sono per te le fonti di ispirazioni più forti?
Dicono tutti che la forza dei miei brani è il testo. Si, effettivamente non riesco a buttare parole a caso sopra una canzone nella quale musicalmente ci ho messo tanta anima. Ogni mia canzone parte sempre dalla parte musicale, mai dal testo. Riverso i miei momenti di gioia, di rabbia o di tristezza sulla mia tastiera midi e compongo qualcosa di nuovo. Il testo quindi viene alla fine, per completare qualcosa che in realtà per me già ha un senso, la musica, ma che agli altri ovviamente può dare o meno sensazioni differenti senza un testo che esprima un messaggio concreto.
Per i testi i miei punti di riferimento sono molteplici, ma forse i più ricorrenti provengono dall’ascolto di Lucio Dalla e Concato.
Come ti poni nei confronti della nuova scena musicale italiana?
Mi pongo con determinazione nei confronti della musica italiana di adesso, perché pur essendoci tanta merda e gente incompetente, ci sono anche persone intelligenti, che sanno fare bene il loro lavoro, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione e io devo confrontarmi con loro. Molti riescono a emergere perché in grado di dare forma a dei personaggi che piacciono alla gente. Si sa, la musica ormai è anche questione di immagine. Oltre all’immagine c’è anche però gente brava musicalmente, che riesce ad arrivare ai cuori delle persone con la propria musica e io punto soprattutto a fare questo.
Definisci Kaligola e la sua musica con 5 aggettivi.
Vorrei che fosse la gente a darmi degli aggettivi, io non so definirmi!
A breve uscirà un tuo nuovo progetto musicale. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sicuramente dovrete aspettarvi qualcosa di nuovo, ma di veramente nuovo, perché credo di andare fuori dagli schemi con la mia musica! Per quanto riguarda la diffusione dei miei progetti ora mi stanno aiutando Giuseppe Della Mura di Sparo Parole e Luca Sammartino di 0371 musicpress, le uniche persone che nell’ultimo periodo si sono interessate a me e ai miei progetti.
GIRASOLI – IL VIDEOCLIP
Il brano è accompagnato da un videoclip dal taglio cinematografico, realizzato in collaborazione con Mirko Salcia. Gli attori Elena Ferrantini ed Eugenio Di Fraia provengono dal Centro Sperimentale di Cinematografia.
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