13 Settembre 2017
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13 Settembre 2017

INTERVISTA a MOSTRO: il rapper che ha conquistato il primo posto della classifica FIMI

Ha debuttato con il suo nuovo album, "Ogni maledetto giorno", al primo posto della classifica degli album più venduti. Intervista a Mostro

Mostro
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Lo scorso venerdì quando è stata resa nota la classifica FIMI degli album più venduti in Italia la sorpresa è stata notevole. L’album più venduto nel nostro paese è risultato Ogni maledetto giorno del rapper Mostro che, con un balzo di ben 87 posizioni, ha raggiunto la vetta.

Il singolo apripista del progetto è già disponibile da tempo, mentre più recentemente è stato pubblicato Poison che altro non è che il brano che apre l’album e il primo composto da Mostro per questo lavoro.
Abbiamo incontrato Mostro in un momento di pausa tra i numerosi impegni promozionali che lo hanno visto protagonista nelle ultime settimane.

So che sei impegnatissimo con firmacopie e appuntamenti promozionali…

Sì, è vero, anche se siamo quasi arrivati a fine corsa di questa fase di instore tour. Questo periodo è stato costellato da molti eventi. Stiamo girando tutta l’Italia e ciò mi da la possibilità di incontrare molte persone e tanti fans. E’ tutto molto figo!

“Ogni maledetto giorno” è da una settimana l’album che guida la classifica FIMI dei dischi più venduti in Italia. E’ un qualcosa di incredibile anche solo a pronunciarlo…

Si, hai detto bene: è proprio incredibile. Non me lo aspettavo. Ero pronto ad un secondo o un terzo posto, a ingoiare il boccone amaro e mettermi nuovamente a lavorare. Finalmente anche noi abbiamo raggiunto un risultato visibile a tutti confermato e certificato. E’ una cosa proprio fortissima!

In alcune interviste dei mesi scorsi avevi definito questo lavoro come il migliore della tua carriera. Avevi intenzione di creare qualcosa che potesse fare la differenza. Soddisfatto?

Il mio obiettivo era quello di proporre un’alternativa rispetto a tutta la musica che si sente adesso in giro. Ci sono cose troppo simili, mentre io volevo proporre qualcosa che potesse essere diverso. Il rap può essere usato anche in tutt’altra maniera e se il progetto è piaciuto così tanto significa che la gente lo ha capito e questa è la più grande soddisfazione.

Anche la scelta del singolo “Poison” è in linea con ciò che dici, visto che il brano rappresenta molto bene te, il tuo mondo e il tuo universo musicale. Sei d’accordo?

Si, sono d’accordo. Poi abbiamo anche scelto di posizionare Poison come brano d’apertura del disco, come introduzione proprio per il suo approccio così crudo e aggressivo. Volevo che il primo brano del disco definisse tutto quanto. Doveva essere quello e così è stato. Anche il video è venuto molto bene e ringrazio Emanuele Pisano che supporta da sempre il nostro lavoro.

Più volte hai dichiarato che con questo album hai voluto alzare l’asticella. Cosa intendi?

Cercare di fare le cose in maniera più complicata rispetto agli altri, in modo tale che chi viene dopo di me deve rimboccarsi le maniche e fare un lavoro più figo perchè il pubblico ne ha appena sentito uno meglio. Quindi… ora tocca a voi! Impegnatevi!

Cosa intendi quando dici che hai finalmente trovato un tuo posto nel mondo? Diventando adulto hai perso un po’ di naturalezza dal punto di vista dell’approccio musicale o sei semplicemente più disilluso?

Entrambe le cose. Credo che crescere significa trovare la via di mezzo tra le due cose. Disilludersi, ma allo stesso tempo diventare più oggettivi. Smettere di essere un ragazzino che sogna e che spera che tutto andrà bene solo perchè c’è magia. No. Dopo un po’ perdi questo approccio e ti rendo conto che determinate cose succedono perchè sei tu che vuoi farle accadere. Crescendo prendi coscienza di questo, quindi smetti un po’ di sognare, ma acquisisci più fiducia in te e di quelle che sono le tue potenzialità umane e punti tutto su quelle.

Nel tuo percorso quanto ha contato la scena rap romana?

Ha contato, anche se non solo quella. Io sono sempre stato influenzato da tutta la scena rap. Ho sentito tantissimo rap italiano e venendo da Roma ho sicuramente ascoltato prima di tutto i gruppi della mia città, ma non solo quello. Sono sempre stato un fan del rap e ho sempre trovato interessante ciò che si fa a Milano.

Come definiresti “Ogni maledetto giorno”?

Direi… un album potente ed energico. Un viaggio all’inferno dove si entra all’inizio e si esce alla fine però provando moltissime emozioni.

L’album ha un filo conduttore comune. Ce ne puoi parlare?

Questo è un concept album. Ogni brano è legato all’altro. Ascoltandolo si riesce a capire qual è il filo conduttore.

Ora dopo questa fase promozionale dove ti porterà la musica?

Non lo so… Speriamo a suonare il più possibile in giro. Questo è il mio goal come artista. A me interessa solo suonare live. Questa è la massima espressione di un artista. Noi siamo qua per questo. Vogliamo portare i nostri brani davanti a un pubblico che può cantare con noi e divertirsi con noi. Ora come ora ho in testa soltanto i live. Voglio farne il più possibile e spero che questo album me lo permetta.