18 Giugno 2024
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18 Giugno 2024

LOST: “Le playlist di Spotify hanno reso meno importante l’ascolto del disco intero”

Dopo anni di silenzio, i Lost sono usciti con l'album "Sbagliare Sognare": la nuove sonorità e il confronto con il passato discografico

Lost Sbagliare Sognare
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I Lost sono stati una delle band più influenti degli anni 2000, ottenendo nel tempo numerosi successi e riconoscimenti, tra cui un MTV Europe Music Award nel 2009, un DVD di Platino, dischi d’oro e molti altri premi.

Oggi, i Lost sono tornati con il nuovo album Sbagliare Sognare, uscito lo scorso 24 Maggio per Indiebox Music / ADA music Italy. Una produzione dal sound potente e incisivo, che si avvicina sempre più alle sonorità pop punk e punk rock americane. Testi concreti e diretti e suoni dirompenti, per 12 tracce che includono anche 3 featuring rispettivamente con Jack Out, Millefiori e Dari.

“SBAGLIARE SOGNARE”, INTERVISTA AI LOST

Sbagliare Sognare, che significato si nasconde dietro questo titolo?

Walter: Diciamo che è un po’ la filosofia che ci ha sempre accompagnato. Per poter andare avanti bisogna sbagliare, sognare in grande, e non temere di mettersi in gioco, imparando dai nostri errori. Con questo disco, abbiamo dato inizio al nostro futuro percorso.

In questo album ci sono temi di smarrimento e paura, ma anche di speranza e forza per realizzare i propri sogni. Quale di questi stati d’animo vi rappresenta di più in questo momento?

Walter: Tutto il disco è incentrato su queste tematiche, conseguenza degli ultimi anni che abbiamo vissuto, comprese le pandemie. Ci hanno costretto a confrontarci con le nostre paure e fragilità, ma anche a non ritirarci e a cercare un modo per continuare a perseguire i nostri sogni. Ora più che mai, dobbiamo puntare sui nostri sogni, altrimenti la vita perderebbe senso.

Oltre all’aspetto testuale dell’album c’è anche tutto un aspetto legato alla parte musicale: ci sono influenze pop rock che magari vi appartenevano anche prima ma anche punk rock: che tipo di evoluzione avete fatto in questi anni?

Roberto: Circa un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a scrivere questo disco. Io e Walter ci siamo confrontati e abbiamo deciso di seguire ciò che ci diverte e ci fa stare bene, piuttosto che ripetere il passato. Abbiamo ripescato gli artisti che amavamo e osservato la loro evoluzione, ascoltato nuove band e ci siamo orientati verso il punk rock degli anni ’90 e 2000, il nu metal e il metalcore attuale. A noi faceva star bene e siamo andati in questa direzione.

Il vostro grande successo è arrivato nei primi anni 2000 anche con premi importanti. Cos’è successo fra il 2010 e il 2024? Cosa avete fatto? Dove siete stati?

Walter: Abbiamo fatto tante cose, abbiamo continuato a fare musica, abbiamo portato avanti altri progetti. Roberto ha aperto uno studio di registrazione che gli ha permesso negli anni di contribuire in maniera significativa al sound del nuovo album. Per me sono stati anni di riscoperta di me stesso. Avevo bisogno di ritornare un po’ alle origini per capire effettivamente dove stavo andando ed è stata tutta un’opera di ricostruzione.

Arrivando proprio da quegli anni, chi più di voi può sapere che differenze notate fra l’industria musicale di oggi e quella degli inizi del 2000?

Roberto: La vera domanda è: cosa è rimasto della vecchia discografia? Ci sono tanti cambiamenti nella produzione, nella preparazione e diffusione della musica. Oggi tutto è molto veloce, sincero e diretto, mentre prima c’era più tempo. Non significa che tutto fosse meglio prima e peggio adesso, anzi oggi abbiamo accesso a un catalogo musicale infinito, che per noi, che ascoltiamo musica continuamente, è fantastico. Però la magia che c’era in quegli anni del comprarsi il disco, ascoltarlo in loop, quella purtroppo non c’è più.

Walter: Infatti, oggi la gente tende ad affezionarsi meno ai progetti musicali, tutto è “one shot”. Le difficoltà di emergere c’erano prima e ci sono anche oggi. Si pensa che sia più semplice grazie a Spotify e ai social, ma la difficoltà rimane. Prima si cercava di far sentire la propria musica andando dalle case discografiche, facendo concerti nei posti più piccoli o cercando di arrivare in radio. Oggi non ci sono molti posti dove suonare, tranne per le band di medio o grande calibro. Le playlist di Spotify hanno un po’ sostituito le radio di una volta, rendendo spesso meno importante il disco intero. Però per una band come noi, ma in generale per qualsiasi artista, avere un disco fuori è un altro tipo di sensazione e permette anche di far capire alla gente chi sei realmente.

Alla luce di questo, secondo voi il fatto di avere tanti follower e tanti streaming ha lo stesso peso sulla bilancia rispetto a quando si parlava del numero di copie fisiche vendute?

Roberto: Questa è una domanda trabocchetto, vero? Sicuramente c’è anche il fattore della conversione: spesso i numeri enormi e giganteschi che si vedono su Spotify non si traducono nell’affezionamento delle persone al tuo progetto, né tantomeno nella partecipazione ai concerti. D’altra parte, c’è sempre il risultato concreto che una band piccola come la nostra, che combatte contro i titani della musica, riesce ad ottenere. Noi facciamo i conti con le migliaia di ascoltatori mensili ma per me è cambiato completamente tutto ciò che riguarda l’emotività e l’atmosfera che c’è dietro l’ascolto del disco.

Quando siete esplosi avevate un immenso numero di fan. Dove sono questi fan oggi? Vi hanno sempre seguito in questi anni? Vi stanno supportando in questo nuovo progetto?

Walter: Alcuni fan hanno messo su famiglia e avuto figli, quindi li abbiamo visti crescere. Il nostro pubblico si sta evolvendo: abbiamo mantenuto i fan degli anni passati e stiamo attirando una nuova fascia di mercato, prevalentemente maschile, che prima non partecipava ai concerti. Con il nuovo sound e approccio, ora vengono ai concerti e si divertono. L’età del nostro pubblico varia dai 24 ai 40 anni, quindi stiamo ancora cercando di capire bene quale sia il nostro pubblico oggi.

Quali sono i progetti per quest’estate?

Roberto: L’evento più importante sarà il BayFest il 14 agosto, un festival punk e punk rock con molti artisti internazionali. La nostra serata sarà il 14 agosto, con Naska, noi e un’altra band americana. È una data importante per noi, un banco di prova significativo, poiché ci esibiremo accanto a band punk e punk rock internazionali. Inoltre siamo già tornati in studio per lavorare al nuovo disco e prevediamo di rilasciare qualcosa a metà estate.

Qualcosa fuori da questo album?

Roberto: Sì, sì… quindi seguici! Seguiteci!