Il pretesto per incontrare Mario Lavezzi, per una succosa videointervista, è uno dei suoi ultimi progetti: il CampusBand, concorso per giovani musicisti, cantautori ed interpreti, giunto alla quinta edizione che avrà, fra l’altro, la chiusura con la finalissima il giorno di Ferragosto nella splendida cornice del Castello Sforzesco in Milano.
Partendo così da questo suo progetto che tanto risalto cerca di dare alle speranzose nuove leve della musica italiana ed approfittando per ricordare che il termine d’iscrizione è stato prorogato fino al 15 di Luglio, Mario mi ha permesso di allargarmi fra le curiosità di una carriera cinquantennale, celebrata anche da cofanetto E La Vita Bussò.
E certo è che nella sua carriera di Mario ne ha viste proprio tante: dapprima all’jnterno dei Camaleonti, abbandonati solo per “impegni statali” dal cui ritorno non fu atteso, alle sperimentazioni musicali degli anni 70, passando per la scrittura di quel primo pezzo, famosissimo, scritto per quella band che mise via oltre 1 milione di copie.
E poi quella relazione famosa ma turbolenta che però produsse alcuni dei successi sempreverdi di una delle signore della nostra musica, alla comprensione che forse il pop da classifica non era propriamente nelle corde di quell’altra artista prodotta, per cui era necessario forse guardare a scritture di altri autori. Fino ad arrivare ad un altro miracolo, quella Vita, scritta con Mogol che fu scelta da uno dei più grandi cantautori che, nella sua carriera, non ha mai lesinato di riconoscere il bello fatto dagli altri, tanto da farsi solo interprete per loro.
E non da ultima la sciura milanese della canzone italiana, la grande Ornella Vanoni che si lasciò invece trasportare in un discorso ritmico a cui on era abituata, riaccreditandosi presso il pubblico anche come meravigliosa interprete pop.
Questo ed altro, tanto altro, potrete ascoltare in questa esclusiva videointervista a Mario Lavezzi.