23 Agosto 2022
di Interviste, Recensioni
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23 Agosto 2022

Intervista a Massimiliano Longo – prima parte: “La nascita di All Music Italia dalle ceneri di una delusione. E quella volta che portai via il quadro di Mengoni…”

L'estate è periodo di stop alle interviste. Anche per questo Fabio Fiume ha deciso di intervistare... il direttore di All Music Italia

Massimiliano Longo All Music Italia intervista direttore
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Intervista a Massimiliano Longo

Io direi di partire proprio da All Music Italia. Come ti è venuta questa l’idea di dare vita a tutto ciò otto anni fa?

Era il 2014, venivo da un momento di profonda delusione lavorativa e personale nel mondo della musica. Già in passato avevo lasciato per qualche anno la musica dandomi ad altri lavori, a me piace molto re inventarmi. Quello era per me era un momento decisivo perché ero sul punto di abbandonare di nuovo, forse definitivamente.

In quel momento ho sentito che dovevo trovare un modo per tenere la musica nella mia vita, anche perché è un mondo strano ma una volta che ti “prende” non ne esci più. Da mesi pensavo al fatto che in Italia non ci fosse un sito di sola musica italiana, lo trovavo assurdo. Trovare notizie sugli artisti che mi piacevano era difficile.. quindi pensai di aprire un blog, un semplice blog tra amici, come passatempo.

Coinvolsi subito Alessandro Zanotti, il nostro Webmaster, Cristian Scarpone e Oriana Meo, amica da vent’anni con cui avevo già lavorato ai tempi di Grignani.

Quel che non avevo capito da subito era che l’idea era semplice ma di successo. Parlare solo di musica italiana significava avere il doppio dello spazio rispetto a siti che parlano anche di musica internazionale, e quindi parlare più o meno di tutti. Un po’ come succede per Radio Italia. O meglio, come dovrebbe succedere…

Il sito nacque il 22 febbraio del 2014. Ricordo ancora che la prima notizia che pubblicammo fu quella sulla squalifica di Riccardo Sinigallia da Sanremo. Quel che non sapevo è che il 2014, e ancora di più il 2015, sarebbero stati gli anni della rinascita della musica italiana che riprese spazio andando a occupare quasi totalmente le classifiche. Una cosa che succede ancora oggi.

E il nome?

Guarda, in molti pensavano che fosse una citazione del canale televisivo musicale che c’era nei primi anni 2000. In realtà non ci ho neanche pensato. Il ragionamento fu molto più semplice. Volevo un nome in Italiano ma non c’era nulla che mi suonasse bene in testa. Allo stesso tempo volevo partire subito per non perdere l’entusiasmo.

Siccome il mio punto di riferimento nella creazione di questo sito fu la rivista Tutto musica, ci arrivai semplicemente da lì arrivai. Tutto MusicaAll Music e ci aggiunsi un Italia per far capire da subito di cosa si sarebbe parlato.

Io sono arrivato ad All Music Italia qualche mese dopo la sua nascita. Mi ha colpito il fatto che accennavi poco fa, ovvero che il sito è nato come quasi un ritrovo tra amici, appassionati. Quanto è stato complicato vincere le reticenze che c’erano all’inizio per avere gli artisti, per farsi cercare dagli uffici stampa ed essere presi sul serio?

Sai che io non mi sono mai posto questa domanda? Per me doveva essere un hobby quindi non c’era nella mia testa il pensiero di dover aver a che fare con gli uffici stampa. Per dire le news, come spesso facciamo ancora oggi, le trovavamo noi in giro. Le interviste a quei tempi erano rigorosamente scritte e per cominciare siamo partiti con artisti che io conoscevo personalmente e potevo raggiungere. Ricordo che Emis Killa fu uno dei primi.

Insomma eravamo in tutti i sensi “indipendenti”.

E lo step successivo come è arrivato?

Guarda c’era anche una cosa in realtà, un freno che probabilmente mettevo io stesso.

Vedi io sono uno che ha grande rispetto per le professioni e per le professionalità. A differenza tua, io non ero e non sono un giornalista. Anche oggi che conto migliaia di articoli scritti e letti da milioni di persone, non ho mai avuto interesse a prendere il tesserino. Quel fatto di non essere “nato” giornalista, blogger, “informatore” o come lo vogliamo chiamare, mi portava a svalutarmi, forse a svalutare il mio stesso lavoro.

Col tempo ho capito che, almeno per quel che riguarda il mondo della musica, ci sono casi in cui giornalisti non si è ma in qualche modo lo si diventa. Con il fiuto nel cercare le notizie, il tatto nel darle o nell’approcciarsi agli artisti, la scelta di quali notizie dare e come farlo.

Non credo sia un caso se da alcuni anni diverse realtà importanti come la Rai, Amici, Sanremo, non richiedono più il tesserino. In fondo è una cosa bella, un po’ come succede all’estero. Si va avanti per meritocrazia. È il tuo lavoro e la credibilità conquistata che parla.

Poi ci mancherebbe, consiglio a tutti di studiare per farlo perché la conoscenza è “potere”. Penso però che sia anche bello il messaggio che anche uno “scappato di casa” come me, e di conseguenza tanti altri ragazzi con percorsi non facili, ce la possano fare a realizzarsi.

Ti ricordi qual è stato il primo evento ufficiale a cui All Music Italia ha preso parte?

Certo. Ci chiamò Goigest, l’ufficio stampa di Dalia Gaberscik per partecipare alla conferenza di Parole in circolo di Marco Mengoni nel 2015. Fu una bella soddisfazione. Ora posso scriverlo e ammetterlo tanto è caduto in prescrizione. Mentre tutti si affollavano al Buffet io portai via un piccolo quadretto di Mengoni come ricordo di quel giorno di cambiamento. Ce l’ho ancora in casa… a mia discolpa, pensavo fosse un gadget, mettiamola così.

Diciamo che viste le premesse, grazie alla tua idea e al lavoro delle persone coinvolte, All Music Italia è cresciuto a dismisura rispetto alle premesse. Del resto oggi i numeri parlano chiaro e non dobbiamo nasconderci. Mi chiedo se però c’è stato un episodio che ti ha fatto realizzare che “lottavamo tra i grandi”? 

Iniziai a capire che le cose che dicevamo e che facevamo avevano un peso quando, era il 2015, anticipai i nomi del Sanremo Giovani di Carlo Conti. Rockol, a firma del suo direttore Franco Zanetti, ci fece un articolo che praticamente diceva: “O hanno preso una grande cantonata o è tutto vero e…“.

Io che sono sempre stato uno fumantino in quel momento non pensai a chi aveva scritto quelle parole, Zanetti, uno che per me il padre di un certo tipo di approccio al giornalismo musicale in Italia. In realtà nemmeno oggi penso a chi ho davanti quando devo rispondere a qualcuno ad esser sinceri.

Con questa “ingenuità” risposi a mia volta a Franco con un editoriale che aveva quasi il fare di sfida. In realtà non avevo capito che quello di Zanetti, che poi per me è diventato un amico, non era un attacco ma un complimento. A mia discolpa dico che avevo appena iniziato, conoscevo l’ambiente discografico ma mi mancava una conoscenza su quello dell’informazione e su certi meccanismi.

Poi, diciamocelo, non capita così spesso nel mondo dell’informazione musicale che qualcuno elogi il lavoro altrui pubblicamente.

E gli haters ci sono?

Certo che sì. Ci sono per tutti quelli che si espongono credo. A volte leggi sui social cose tipo: “Parlate sempre di questo…“, “Eh ma cosa ci interessa dei soliti nomi…” cose che poi vanno in contraddizione con il grande spazio che diamo agli emergenti… articoli che però, di solito, quelli che commentano sui social nemmeno leggono e di sicuro non commentano. Eh…

Ecco diciamo che personalmente a me la comunicazione via social ha un po’ stufato, non ho più voglia di farmi il sangue amaro, essendo uno che ci mette tanta passione capitava troppo spesso leggendo i commenti. Ora lascio che lo facciano altri per me e ogni tanto dò una sbirciatina.

Di sicuro il nostro stile può generare hater. Noi, sopratutto io, te e chi cura delle rubriche su All Music Italia, non ci nascondiamo dietro a ipocrisie secondo cui tutti ci piacciono. Non è così, e non lo è per nessun sito. Se qualcuno ci piace lo diciamo apertamente, e se sono cosiddetti emergenti, li sosteniamo apertamente.

Poi ci sono alcune cose su cui, per rispetto e professionalità, non si transige. Un conto sono gli articoli di carattere personale, ma nelle news per noi gli artisti sono tutti uguali e diamo notizie e risultati in modo serio senza favoritismi, celati o meno. Idem nelle interviste. A me non piacciono le interviste trabocchetto dove si fanno apposta le domande tranello per far dire qualcosa all’artista di scomodo che faccia titolo. O dove si critica il suo lavoro.

Davanti abbiamo persone che stanno lavorando, che per fare un disco ci hanno messo mesi, anni di lavoro insieme ad altre persone. E questo va rispettato. Se proprio non ti piace il disco di qualcuno, a mio avviso, non intervistarlo. Le interviste per me devono valorizzare il lavoro di un artista, al di là dei gusti personali.

Ma Massimiliano Longo lo legge All Music Italia?

Certo, leggo tutto. Sai che sono maniacale su questo, ogni cosa la devo leggere. E poi alcune cose, tipo gli articoli della nostra caporedattrice Oriana Meo con dati su dati e tabelle su tabelle, o le analisi di testi del Prof di Latino, sono spesso sorprese anche per me.

Anzi, spieghiamo anche una cosa su una delle nostre punti di diamante, le tue pagelle.

Gli uffici stampa lo sanno, lo ripeto loro sempre, giusto dirlo anche ai lettori. Io non leggo prima le pagelle di Fabio Fiume! Io leggo le pagelle dopo come voi lettori. Quindi voti e valutazioni sono una scoperta anche per me… e a volte mi ci incazzo pure se un pezzo mi piace e lui lo stronca. Ma quel che ne nasce è semplicemente un confronto costruttivo tra due persone che parlano di musica… nulla viene mai cambiato da me. Perché dovrei farlo? Del resto Fabio ci mette la faccia e il nome, e non è poco.

Le pagelle di Fiume, le tue, sono copiate, male, diciamocelo, sono amate, criticate. Ma sfido chiunque a trovare qualcuno che ascolta e recensisce così tanti singoli ogni settimana dando attenzione anche agli artisti emergenti. Certo, c’ha un po’ sta fissa del, come la chiamo io, “Eiaculazione precoce musicale“, non gli piacciono le canzoni troppo brevi. Ma ci piaci anche così.

E meno male, aggiungerei… L’appuntamento con la seconda parte dell’intervista al nostro direttore, Massimiliano Longo, è fissato per i prossimi giorni di questa settimana.

 

 

 

 

 

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