Nessuno è immune alla Mosca Tze Tze, figuriamoci se potevo perdermi l’occasione di intervistare il #mioamicodirettorediallmusicitalia dopo che si è pure messo a scrivere un libro, la biografia di Gianluca Grignani Rockstar a metà, uscita due o tre settimane fa (noi mosche non abbiamo il senso del tempo) e che vi consiglio come regalo di Natale per qualche amante della musica.
Ecco l’intervista a Massimiliano Longo fatta dalla Mosca Tze Tze, cioè io che ora a fare le interviste ci sto trovando gusto.
Buongiorno #ilmioamicodirettorediallmusicitalia
Un uccellino mi ha detto che lei avrebbe scritto un libro su quella testa calda del sig.r Grignani Gianluca, professione cantautore, quello coi capelli lunghi che da giovane cantava Destinazione Paradiso. È vero?
Confermo tutto. e non è stato nemmeno un errore di gioventù, ma una scelta precisa da giovane uomo. E pare che stia andando molto bene, su ibs.it abbiamo raggiunto la quarta posizione e mi sono “battuto” con Antonacci ed il mio amico Emis Killa che se li sono scritti da se i libri (il secondo ve lo consiglio tra l’altro).
Come le è venuto in mente di scrivere un tale libro? Pensa ce ne fosse bisogno?
Mi è stato proposto in realtà dal mio editore… quindi come è venuto in mente a lui che è un pazzo furioso, semmai!!!
Comunque tutto aveva una logica, sono fan di Grignani dalla sua prima canzone, ho gestito il suo fan club, sono stato suo assistente personale… diciamo che sette dei vent’anni di carriera di Grignani li ho vissuti sulla mia pelle e al suo fianco.
Se ce ne era bisogno? penso assolutamente di sì… Grignani può piacere o no, ma è uno che ha lasciato un segno nella musica italiana… con la sua musica (i primi quattro album sono da manuale) e con il suo essere l’unico vero ribelle della musica italiana. Quando ho scritto questo libro ho pensato che sì, sicuramente stavo scrivendo un libro che avrebbero letto tanti fan che ci avrebbero ritrovato episodi che già conoscono, ma ho pensato soprattutto allo scrivere un libro rivolto a chi magari non ha mai approfondito la musica e la vita dell’artista Grignani che, vi assicuro, vale la pena di conoscere… musicisti, aspiranti artisti, ascoltatori di musica… per tutti loro è una lettura interessante e fa capire molte cose sul music business… e poi non avete la curiosità di sapere come è nata L’Aiuola?!?
Lei lo leggerebbe un libro scritto dal #ilmioamicodirettorediallmusicitalia?
Se ha un correttore di bozze sì ah ah ah… perchè lui è abituato a scrivere di getto, d’istinto… non è metodico, entra come in trance e scrive di getto… quindi qualcuno poi deve arginargli i pensieri e mettergli le virgole che si è dimenticato… però è uno che scrive di pancia, petto e cuore… raramente di testa… quindi lo comprerei… anzi no che dico, l’ho comprato!!!!!!
Perché questo titolo Rockstar a metà ( dopo il Falco e Marce)? Anche lei è un po’… a metà? Ci racconti.
In effetti io avevo pensato con Federico (il mio editore) il titolo con in mente “falco a metà”, mi ero dimenticato che anche Marce era a metà (nda altra canzone di Grignani)… in effetti Grignani è spesso a metà in bilico tra tante situazioni, generi musicali e scelte ed io sono un anima a metà come lui, altrimenti, soprattutto ad inizio carriera non avrei sentito questo trasporto verso la sua musica… del resto in quegli anni in cui io ero un ragazzino non ci stavano le vie di mezzo, le metà… o ti buttavi sul sorridente Di Cataldo e i suo amori tormentati o su Masini ma ascoltavi Il niente e dopo ti ritrovavi a pensare che non c’era più nulla da fare.. che la terra sarebbe stata invasa e polverizzata il giorno dopo, che il buco dell’ozono ti avrebbe inghiottito e che il lei o il lui della situazione ti avrebbe non solo lasciato, ma spezzato il cuore, sparpagliandolo per strada e, per sicurezza ti ci sarebbe pure passato sopra con un autobus di linea… tanto per essere sicuro di non lasciare nulla incompiuto.
Ecco Grignani era nel mezzo… incompleto… ed io quello stato d’animo sentivo e, spesso, sento ancora.
Mi dica una cosa: quale è stato il momento del libro più difficile da scrivere a livello emotivo e quale quello che ha ricordato con maggiore piacere?
Il momento più difficile è stato sicuramente quello della ricostruzione del casino mediatico che Gianluca ha combinato la scorsa estate. Ne avrei fatto a meno, ma quando scrivi un libro su artista così controverso non puoi permetterti di soprassedere ad eventi che hanno fatto il giro di tutti i giornali. andava fatto ma questo non vuol dire che lo abbia fatto con piacere… Grignani è un essere umano come tutti… lasciate perdere quella maschera (sbagliata) che si mette per sembrare forte e duro, non lo è per la maggior parte dei casi… quella maschera è il suo punto debole che lo rende irascibile e capace di gesti non propriamente di bontà estrema… ma oltre quella maschera c’è un uomo che ha bisogno di riconoscimenti che troppo spesso non arrivano e che sarebbero anche dovuti in molti casi… ma siamo in una situazione di stallo in cui la gente non riesce più a scindere artista e uomo… e l’artista paga spesso per l’uomo… Gianluca avrebbe bisogno di un ottimo consigliere, sincero e disinteressato per uscire da questo stallo… di circondarsi di professionisti della musica e della comunicazione ma non solo… il lavoro è lavoro, in qualsiasi campo e circondarsi di amici mentre si lavora non sempre è un’ottima scelta.
In ogni caso ora andrà a Sanremo con il brano Sogni infranti ed io ne sono contento perché questa è una grande occasione e deve saperla sfruttare al meglio sotto ogni punto di vista per riconquistare la fiducia del pubblico.
Sicuramente uno dei capitoli a cui sono più legato è il quattordicesimo. Quello che spiega come un ragazzino senza nessun contatto, senza nessun legame col mondo della musica usa la sua passione e una faccia tosta invidiabile per arrivare dove vuole… ovvero a collaborare con il suo idolo. E poi sono molto legato a questo capitolo perché parlo dei fans… io nasco fan, rimarrò fan di molti artisti a vita… odio che si debba pensare che quando entri in questo mondo devi vedere tutto solo come un lavoro e non avere più una passione autentica. No, questo capita solo a quelli che pensano che la musica sia una macchina da soldi (in realtà al momento è come una slot machine… i soldi se ci lavori te li mangia lei!!!).
Il mio ricordo più bello è legato ai fan di Grignani, alle Teste sulla Luna… ricordo molti di loro, i loro nomi, degli episodi specifici… e alcuni di loro ricordano con affetto me anche sette anni dopo che ho smesso di lavorare con Gianluca. Questa cosa è una medaglia da appuntarsi al petto per quello che mi riguarda.
I fan sono la parte essenziale dei risultati che un’artista raggiunge… ed io ho sempre preferito dopo i concerti fermarmi a parlare con loro e raccogliere i loro stati d’animo piuttosto che andare a qualche festa.
Gusto personale a parte, quale pensa sia il prodotto peggio riuscito della discografia di Grignani? E il “prodotto ben confezionato” (cit. La Fabbrica di Plastica).
E come fai a scindere il gusto personale ed essere oggettivo??? nella musica c’è ben poco di oggettivo… posso dirti che a me Natura umana, il penultimo disco salvo 2 0 3 brani non ha convinto e che Succo di vita fu un episodio (non voluto inizialmente dallo stesso Grignani) che non serviva… arriva a due dischi da una raccolta precedente… e in più la nuova masterizzazione aveva dato un tocco in più a brani come Il giorno perfetto ma aveva snaturato parecchio per esempio il sound dei pezzi di Fabbrica di Plastica.
Meglio confezionati… io sono legato a Campi di pop corn perché è il disco più incoerente e folle di Grignani secondo me… ma se dovessi vedere la “confezione” intesa come vicino ai gusti del pubblico allora la scelta cadrebbe su Destinazione Paradiso o Uguali e Diversi. Sono stato oggettivo in questo caso perché non ho citato il mio disco preferito, quello più poetico e introspettivo, Sdraiato su una nuvola.
Settima domanda… perché il 7 è il numero di Grignani, ma l’uccellino mi ha detto anche che è il suo numero fortunato. Scriviamo insieme la mia biografia?
No. ma non per altro… prima di tutto devi raggiungere almeno 10.000 follower su Twitter perché io ormai devo darmi un tono… e comunque nutro qualche dubbio… le mosche non sono viste di buon occhio, sono fastidiose… poi una tze tze ancora peggio… quindi ti suggerisco prima di creare una ventina di polemiche con artisti vari (ma su quello so che sei già sulla buona strada)… poi nei possiamo riparlare 😉
Ok, mi darò da fare allora, intanto per chi volesse acquistare il libro de #ilmioamicodirettorediallmusicitalia lo può fare velocemente a questo link: Rockstar (a metà)… io ovviamente onde evitare licenziamento in tronco e senza liquidazione (noi mosche non abbiamo un sindacato!) l’ho fatto subito.
Sto attraversando il grande fumo
La Mosca Tze Tze