Con la conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma nella sede Rai di Viale Mazzini, il Direttore Artistico Massimo Bonelli ha presentato la nuova edizione del Concerto del Primo Maggio (Qui il nostro articolo con il cast completo e i presentatori).
Martedì 30 aprile in Piazza San Giovanni si terrà una nuova conferenza stampa nella quale, crediamo, verranno svelate alcune sorprese che ancora non sono state annunciate ma nel frattempo All Music Italia lo ha raggiunto per un’intervista prima del grande evento.
INTERVISTA A MASSIMO BONELLI
Buongiorno Massimo. Io parto con la stessa domanda che ti posi lo scorso anno. Cosa dobbiamo aspettarci da questa edizione del Concerto del Primo Maggio?
Ciao, l’idea su cui abbiamo lavorato per l’organizzazione dell’edizione 2019 del Concertone è molto simile a quella dello scorso anno e rinnova il nostro obiettivo che è preciso e ambizioso: raccontare la musica attuale, la scena e il momento positivo che sta vivendo la musica italiana mettendole a disposizione un palco importante e storico e un primo approdo nazional popolare come quello che offre la diretta di Rai3.
Lo scorso anno il Concertone ha avuto ottimi riscontri e ha avvicinato un pubblico che in passato si era sempre dimostrato distante da questa proposta artistica. Qual è stato il tuo merito del quale sei più orgoglioso?
Non penso di avere particolari meriti, se non quello di aver avuto il coraggio di imboccare l’unica strada che mi sembrava sensata in quel momento e quindi di rischiare il tutto per tutto anche a costo di sbatterci la testa e farmi del male.
Di certo non è stata una scelta facile e indolore, specialmente all’inizio. Ecco, se c’è una cosa che mi rende un po’ orgoglioso di me stesso, è il modo in cui sono riuscito emotivamente a gestire tutto quello che è successo da quando organizzo il Concerto del Primo Maggio, mantenendo la barra sempre dritta, con la pazienza e la voglia di argomentare, ovunque e con chiunque, il significato e il motivo delle scelte che sono state fatte in questi anni.
Molti artisti che lo scorso anno hanno partecipato al Concertone quest’anno sono saliti sul Palco del Festival di Sanremo. Secondo te qual è oggi il filo immaginario che lega il Primo Maggio a Sanremo?
Credo che l’ampia presenza al Festival di Sanremo di artisti che si sono già esibiti al Primo Maggio sia un po’ il risultato plastico di un lavoro che è stato portato avanti in questi anni anche attraverso il palco di Piazza San Giovanni.
Il filo immaginario che lega il Concertone e Sanremo è semplicemente la musica italiana, ed io in questo filo diretto non ci vedo nulla di male. Dal mio punto di vista non c’è differenza tra musica mainstream e indie, l’unica differenza che conta è quella tra canzoni belle e canzoni brutte.
Avete rinnovato la fiducia ai conduttori Lodo Guenzi e Ambra. Cosa vi ha colpito lo scorso anno della loro conduzione? Quale sarà il loro ruolo in questa edizione?
Mi è piaciuta molto la spontaneità, la cognizione di causa e la capacità di gestire la giornata in modo rigoroso eppure spensierato. Non confermarli dopo il successo dell’edizione 2018 sarebbe stato un errore secondo me.
Il nome di punta quest’anno non è italiano. Come mai?
Perché nonostante l’epoca di grande rivalutazione della musica made in Italy, siamo ancora un popolo esterofilo ed un nome altisonante come quello di Noel Gallagher era ciò che ci voleva per accendere i riflettori su un Concertone che ha 29 anni e ancora tanta voglia di crescere.
Elio e Le Storie Tese nel 2013 incisero il singolo “Il Complesso del Primo Maggio”. Esiste ancora il concetto di “band da Primo Maggio”?
Probabilmente nell’immaginario collettivo esiste ancora. E per certi versi è anche giusto e sano che sia così.
Il cast è stato annunciato come completo. Siamo certi che non ci saranno sorprese?
La certezza è degli stolti!
Foto dai Social di Primo Maggio Roma