Nino D’Angelo – Il concerto sogno, l’emozione verace, la festa dei sessant’anni con quindicimila amici.
Felice ed emozionato come un bambino che sa che ci sono mamma e papà a guardarlo il giorno della sua prima recita; felice ed emozionato come un bambino la notte di Natale, che non riesce a dormire per la speranza che Babbo Natale lo abbia accontentato e portatogli il suo regalo preferito.
Così appare Nino D’Angelo alla conferenza stampa di Nino D’Angelo 6.0, serata evento dall’esclusivo palcoscenico allestito nel mai facile da ottenere Stadio San Paolo di Napoli, dove avrà occasione di festeggiare non solo la sua quarantennale carriera, ma anche un compleanno importante, quello di un traguardo a cifra tonda: i sessant’anni! E Babbo Natale è per l’occasione il sindaco della vecchia Partenope, Luigi De Magistris, che come quel nonnetto buono e dispensatore di felicità e magia, l’anno scorso ha proposto all’ex caschetto della canzone e del cinema di festeggiare in una location così esclusiva questo importantissimo compleanno, location che Nino ha sempre sognato sin da quando intonò Il Ragazzo Della Curva B, che a lungo ha accompagnato le gesta di quella squadra che faceva sognare non solo la città, ma l’Italia intera grazie alle prodezze del riccioluto campione, Diego Armando Maradona.
Credetemi, sono emozionato come forse mai nella mia vita. – ci racconta Nino – Eppure ho affrontato palchi importantissimi; ho suonato al Madison Square Garden, Olimpià di Parigi, Brooklyn Academy of Music, ma ammetto che come sono emozionato adesso non lo sono mai stato. Non è solo perché questa è una mia particolare festa, ma proprio perché ho avuto modo di vedere quanto sia difficile persino per il sindaco, che dovrebbe avere le chiavi della città, riuscire burocraticamente a sciogliere dei nodi. E qui ce n’ erano, a partire dal fatto che lo stadio non è solo del comune ma anche della società sportiva Calcio Napoli, che giustamente teme per il campo, visti anche i preliminari di Champions che dovrà presto affrontare. Figurati, il primo tifoso del Napoli sono io, lungi da me rovinare il campo.
Gli fa eco il sindaco De Magistris Nino D’Angelo è Napoli ed è giusto che avesse possibilità di festeggiare in un luogo simbolo della città. E sono contento perché mi piace, è una persona semplice, uno del popolo, che piace a tutti, dai piccolini agli anziani ed incarna il sentimento diffuso della città che egli stesso ama e che lo ricambia. Nino è cultura e la cultura è di tutti, deve arrivare a tutti, anche al popolo e Napoli sta vivendo in questo periodo un’effervescenza culturale che non si vedeva da tempo e che si ha il dovere di sostenere, assieme agli artisti che la rappresentano.
E continua Nino…
Cadono inoltre i 30 anni dal primo storico scudetto del Napoli, in quello stadio, dalla mia famosa canzone alla squadra dedicata. Io sono più napoletano di un napoletano anche se vivo a Roma; entrando a casa mia è come se si entrasse in una casa napoletana. Ho persino una governante straniera che sta imparando a tradurre nella sua mente le richieste non solo dall’italiano, ma dal napoletano direttamente.
E’ stato complicato da organizzare?
Dicevo prima che ci è voluto quasi un anno da quando il sindaco me l’ha proposto, quasi casualmente. Sono stato supportato da due sponsor poi miei amici, Il Caffè Del Professore e Tufano che mi hanno continuato a ripetere di andare, di buttarmi, anche quando ci stavo ripensando, perché l’organizzazione burocratica non era facile e recenti fatti come quello di Manchester, l’hanno resa ancor più complicata. Grazie anche a loro avremo un palco enorme, bellissimo. E non mi aspettavo ad essere sincero, perché è come se improvvisamente Napoli mi volesse bene tutta quanta. Una volta la Napoli non popolare mi detestava per principio; oggi non è più così ed è un nuovo attestato che la città è unita e se Napoli è unita è più forte.
Parliamo del palco?
E’ enorme come dicevo prima. Doveva essere molto più al centro del campo, ma la questione dei preliminari ed il non potere rovinare il manto erboso per ragioni di tempo poi per ripristinarlo, ci siamo spostati più sotto la curva… quasi canto sulla curva! ( Risata generale ndr ). Sarà una bella serata stabilita con una capienza massima di 15.000 posti, per favorire ogni regola burocratica, d’ordine pubblico, il rispetto del campo e del luogo ed anche perché mi han sempre dato del popolare, e se un errore arriva da uno del popolo è la fine, non viene tollerato. Quindi tutto sarà rispettato.
Che concerto sarà?
Sarà il concerto dei 100 Nino D’Angelo che sono stato, perché sono stato cento artisti diversi. Si parte dall’emblema del caschetto degli anni 80, perché quello è iconico; anche quando mi fanno le imitazioni, riprendono sempre quel Nino li. Ci saranno tanti amici ospiti da Raiz ad Enzo Gragnianiello, da Clementino a Rocco Hunt, da Maria Nazionale a Sal Da Vinci, da Gigi Finizio a Brunella Selo, da Franco Ricciardi a James Senese e non è ancora chiuso qui. Con tutti questi ospiti canterò le canzoni degli ultimi 20 anni, quelle che i critici definiscono del Nino D’Angelo intellettuale, come mi hanno etichettato a Sanremo le ultime volte, dandomi il pass d’elite. I pezzi invece dei primi 20 anni, quelli legati anche ai film, li ho voluti lasciare solo per me stesso, io ed il pubblico, tanto sarà impossibile cantarli da solo, lo so. L’ospite in quel caso sarà il pubblico che duetterà con me.
Tutti artisti napoletani…
E’ stata una cosa voluta. C’era anche qualche mio amico non napoletano che voleva partecipare, qualche altro me lo hanno proposto, ma ho invece trovato talmente tanta amicizia qui, talmente tanta voglia inaspettata di stare assieme qui, che alla fine ho deciso di fare proprio squadra e voluto solo i grandi cantanti napoletani di oggi. Certo mancherà comunque qualcuno, ma è risaputo: a Napoli ci sono più cantanti che disoccupati e mi diventava davvero impossibile invitare tutti! Ne mancherà però uno che sicuramente ci sarebbe stato, ma purtroppo li, amici miei, non ho potuto fare niente per averlo. Lo omaggeremo lo stesso, troveremo il modo di far essere presente anche lui alla festa. Parlo ovviamente di Pino Daniele.
Sarà il tutto tradotto in un disco?
Non solo. In Settembre/Ottobre uscirà un cofanetto contenente il dvd della serata, un cd di inediti e un altro cd con 12 brani che ho voluto intitolare I Miei Grandissimi Insuccessi. Il tutto s’intitolerà ovviamente Nino D’Angelo 6.0
Gli ospiti hanno scelto loro cosa cantare?
No. Devo dire che ho trovato amici che hanno accettato quel che gli ho proposto io. Nessuno ha imposto nulla. Anche per questo dicevo che ho trovato una grande amicizia finanche inaspettata. Con Gigi Finizio canterò Bella che è un brano dedicato proprio alla nostra città, che pensate ho scritto la sera che il Napoli finì in serie C, mentre con Maria Nazionale faremo la già sanremese Jamme Ja’ e poi anche Lolita che sapevo lei amava particolarmente. Con Clementino e Rocco Hunt faremo Jesce Sole e con Franco Ricciardi e Luchè invece eseguiremo Brava Gente. Inutile dire che Brunella Selo era, è, e resta la voce di Senza Giacca e Cravatta anzi, resta lo strumento di quella canzone, il mio strumento preferito, perché per me Brunella è un’aggiunta proprio alla base della canzone. E poi con Gragnianiello e Senese proprio ieri abbiamo provato Je te crer che se riusciamo a farla come nelle prove, ed Enzo non si scorda le parole ( risata generale ndr ) viene una cosa proprio bella. E poi verrà ospite anche Fortunato Cerlino, uno dei protagonisti di Gomorra, che farà con me A Storia ‘e Nisciuno che è il brano che a Sanremo 2003 interpretai nel doppio registro, perché è un dialogo tra il boss e la sua coscienza. Se ho scordato qualcuno mi perdoni, gli farò cantare una canzone in più Sabato!
Dalla sala chiedono come sia possibile che dopo Il Ragazzo Della Curva B del 1987, il Napoli non abbia ancora un nuovo inno?
Forse aspettano che ne scriva un altro io? Credo però, scherzi a parte, che quella canzone è emblematica perché il Napoli che oggi è una squadra meravigliosa non è comunque quella di quegli anni li. Chiunque scriva il nuovo inno, avrà sempre il fantasma di quella canzone dietro le spalle.
La Canterai al concerto?
Una sola volta? ( Ride ndr )
Sempre dalla sala chiedono come viva il fatto che oggi la critica gli vuole bene e quale sia la volta che, per uno scritto su di lui, s’è arrabbiato di più e quando è stato invece felice…
La critica negli anni 80 mi ha fatto molto crescere. All’inizio ci restavo male, soprattutto perché spesso scrivevano cose che non riuscivo nemmeno a capire. Non mi vergogno di dire che avevo poca cultura, non mi vergogno certo di quello che sono stato. Non è colpa mia se non ho avuto una gran cultura, per quello dovrebbe intervenire la società, perché è un diritto. Però ad un certo punto mi sono reso conto che spesso era proprio uno sfogo; non potevi parlare male di questo o di quello? Ecco arriva Nino D’Angelo, mi sfogo! Quando mi sono accorto di questo, ho iniziato a crescere anche in base a ciò che mi dicevano. Poi la crescita è cominciata anche grazie ai miei figli, che ascoltavano altra musica, non la mia. Peggio era invece il razzismo, perché guardate che io so davvero cosa significa subire il razzismo; capisco le persone di colore e quelle che hanno altre situazioni per cui subiscono questo tipo di violenza. Io al nord tra gli anni 70 ed 80, non potevo entrare in alcuni ristoranti. Mi davano subito del terrone. Ma io ho avuto la fortuna di diventare Nino D’Angelo; parlo sempre “ ‘na chiavica”, ma comunque un po’ meglio di allora. Immaginate chi non ha la fortuna di diventare un Nino D’Angelo e resta in quei posti a vivere. Bisogna che li arrivi la società, la cultura. Dobbiamo sempre combattere per questo. Ci vuole ‘a capa, ci vuole testa.
Ed il complimento più bello?
Il complimento più bello è invece quello che mi fece Miles Davis quando disse che ascoltava i miei dischi.