Tra i 12 finalisti di Sanremo giovani c’è Littamè, artista scelta da Amadeus tra i 21 vincitori di Area Sanremo 2021. In occasione del lancio del suo singolo, Cazzo avete da guardare, fuori per Matilde Dischi/Artist First da lunedì 13 dicembre, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la ragazza.
Angelica Littamè, in arte Littamè, nasce nel 1996 a Monselice (PD) e fin da piccola si avvicina al mondo della musica, ascoltando grandi artisti pop internazionali e nazionali come Coldplay, Florence + the Machine, Levante, Elisa e Negramaro tra gli altri.
A 16 anni inizia a prendere lezioni di canto e da quel momento si esibisce in serate ed eventi della sua zona. Laureata in Storia e Tutela dei Beni Culturali, alla passione per la musica affianca anche quella per la pallavolo, giocando a livello agonistico nel Conselve.
Nel 2020 sente l’esigenza di raccontare la sua vita e le sue emozioni in musica, e inizia a scrivere le proprie canzoni.
Cazzo avete da guardare è un brano incisivo dal sound pop con venature elettroniche scritto dalla stessa Littamè insieme a Stefano Paviani e Laguna che ne hanno curato anche la produzione.
Nel singolo l’artista canta con energia un inno alla libertà di essere sé stessi, al di là di tutti i giudizi e i preconcetti: un messaggio forte, che invita a non avere paura di mostrare anche le proprie fragilità al mondo esterno. Ecco come lo racconta…
Cazzo avete da guardare parla di un’esperienza realmente vissuta sulla pelle di persone a me vicine. Il messaggio che voglio trasmettere con questo brano è che le parole possono ferire, non vanno usate con leggerezza.
Spesso non sappiamo la storia di chi abbiamo di fronte, quindi facciamo attenzione a quello che diciamo, perché a volte il loro mondo è già a pezzi.
Cinque domande a Littamè…
Ciao Angelica, complimenti per questo traguardo raggiunto. Cosa significa per te salire sul palco di Sanremo giovani?
Grazie infinite. Salire su quel palco è per me un punto di partenza, è sinonimo che se non molli mai e ci credi prima o poi arriva il momento in cui il tuo sogno inizia a prendere forma. Significa paura, adrenalina, carica, emozione.
Come definiresti la tua musica e come ti definiresti tu come artista?
La mia musica è un mezzo per esprimere quello che non riesco a dire, la definirei un pezzo di vita. Io non saprei come definirmi al meglio, direi che sono tenace e determinata, ma a volte anche fragile e insicura.
La canzone che presenterai in gara si chiama “Cazzo avete da guardare”, cosa ci puoi raccontare sul significato e sul mood di questo brano?
Vuole essere un brano con un messaggio forte, fin dal titolo. Con “Cazzo avete da guardare” voglio dire di stare attenti a come si usano le parole, i giudizi possono ferire e fare male. Tutti abbiamo una sola vita e tutti dobbiamo avere la possibilità di viverla al meglio dei nostri desideri, con la libertà di essere noi stessi.
Prova a pensare a Sanremo e a visualizzare un ricordo… una canzone, un artista… cosa ti viene in mente legato al Festival?
La prima immagine legata al Festival di Sanremo è quella di me e mamma sedute sul divano ad ascoltare con attenzione i brani e gli artisti in gara, lo seguiamo tutti gli anni!
Per arrivare al festival hai scelto il percorso di Area Sanremo. Come è nata la decisione e che esperienza è stata, quali sono stati i pro e i contro?
Area Sanremo è stata un’esperienza bellissima, che dà a tutti una possibilità di arrivare a Sanremo Giovani. È un percorso ben costruito, ben organizzato, ben svolto, e per me è stata un’occasione per acquisire maggiore sicurezza in me stessa, per crescere sia come persona che come artista.
Poi poterlo vivere proprio a Sanremo, quasi respirando già un po’ il clima del Festival, della gara, ha reso il tutto ancora più speciale. Un contro? Le code in autostrada da Genova in poi!