Dopo aver parlato di lui in diversi articoli oggi vi presentiamo un’intervista ad un rapper che sta iniziando a far parlare di sé, oltre che per la musica e i messaggi che attraverso di essa lancia, per il suo lavoro. Uno Sbirro Qualunque infatti, come fa intuire il nome, è realmente un poliziotto.
Il rapper è reduce dal lancio del brano, Occhi fissi sul traguardo, che ne anticipa un altro, in uscita sempre a novembre, in cui “Lo Sbirro” affronta un argomento che gli sta molto a cuore. Ma torniamo a lui…
Un lavoro “normale” che non pensa minimamente di lasciare, nonostante la sua carriera da rapper sia in rampa di lancio.
Un nome d’arte che è una provocazione, prendendo in prestito il termine che solitamente è usato come dispregiativo del suo essere prima di tutto un poliziotto.
Una costante che è quasi missione: il cercare di combattere con le parole delle sue canzoni, tutti quelli che vivono la figura del poliziotto in maniera contraddittoria, come un nemico anziché quel che realmente è, cioè uno che rischia anche la vita per l’incolumità altrui ed il tutto per uno stipendio per cui altri non rischierebbero nemmeno un’unghia.
Lui è Uno Sbirro Qualunque e il sottoscritto lo ha incontrato per provare a curiosare dietro il passamontagna che chiaramente deve usare per non essere riconoscibile, altrimenti la sua vita da normale poliziotto sarebbe un tantino complicato portarla avanti in maniera normale.
Vi invito ad ascoltare le sue parole, grazie alle quali emerge la bellezza della persona più che dell’artista, la forza e la spinta che lo hanno portato a non mettere da parte il suo sogno di fare musica.
Video intervista a Uno sbirro qualunque