Ormai ci siamo quasi, venerdì 11 marzo arriverà nei negozi il nuovo album di Mondo Marcio, La Freschezza del Marcio, un disco che arriva a due anni dal sorprendente concept album di duetti con Mina, Nella Bocca della tigre.
La notizia principale è che Marcio è cresciuto… non che questo non fosse già anagraficamente successo ma la stampa sembrava l’avesse quasi incastrato nel ruolo di eterno enfant prodige del rap italiano… semplicemente in questo disco il rapper toglie la maschera, pensa meno (si fa meno para insomma…), scrive, collabora, canta e torna a mettersi a nudo.
All Music Italia lo ha incontrato per parlare direttamente con lui di questo nuovo album, del boom iniziale, delle collaborazioni di questo disco e non solo…
“Perchè vedi un pò di anni fa
vedevo mamma e papà
dentro una scatola
dietro due psichiatri ed ero solo un bambino…un bambino!!”
Sono passati dieci anni da quando Marcio cantava queste parole in Dentro ad una scatola; parole forti, di vita vera, di quella vita che spesso nelle canzoni non ti raccontano… parole talmente forti che la canzone stazionò per quattro mesi ai vertici delle classifiche e trainò il disco del rapper al disco di platino.
Le novità di questo disco sono tante… è un album molto suonato, ci sono un sacco di featuring da Fabri Fibra a J-Ax, ma sopratutto è l’album che segna una riapertura di Marcio, una nuova voglia di sorprendere.
La Freschezza del Marcio è un album dove, esattamente dieci anni dopo Dentro una scatola, Marcio ritrova il coraggio e la voglia di mettersi a nudo in musica scavando profondamente nelle sue fragilità…
Di seguito trovate una parte dell’intervista a Mondo Marcio, nel video in fondo all’articolo potete vedere la versione integrale dell’intervista.
Buona lettura.
Hai definito La Freschezza del Marcio un disco che “cala la maschera”, libero da cliché… però nel primo singolo ti sei tolto un sassolino affermando di essere stato il primo artista rap a raggiungere il disco di platino in Italia… fino a quel momento la musica rap era considerata un genere di nicchia, secondo te quando sei uscito con Dentro una scatola e Solo un uomo hai smosso qualcosa? cos’è successo?
Si sono smosse molto cose quando è uscito quell’album, ovviamente sono molto contento di essere stato io ad averlo fatto, però sai capitano in certi momenti della “storia” determinati allineamenti dei pianeti che creano una serie di conseguenze, piacevoli in questo caso. Nel mio caso era un genere musicale che si era perso nel tempo e quell’album in quel momento ha creato due conseguenze, una artistica, ovvero che c’era una nuova voce che parlava anche per determinati ragazzi che fino a quel momento non avevano un loro riscontro, nel senso che la canzone classica italiana non parla per i ragazzi di periferia e quindi quella musica parla per loro… e poi ha avuto un riscontro commerciale ed economico, nel senso che fino a quel momento delle multinazionali non avrebbero mai messo 10.000 euro su un disco rap, figuriamoci 100.000 euro, 200.000 euro quindi hanno investito su quel disco e hanno guadagnato tanto, è stato come trovare il petrolio e quindi quello ha creato una serie di conseguenze tutte positive per gli artisti che sono arrivati dopo perché c’era un precedente che aveva fatto platino e questa cosa qua ha messo fondamentalmente i soldi nella scelta rap italiana.
La Freschezza del Marcio è il tuo settimo disco, nel comunicato stampa hai affermato che sei partito con alcuni obbiettivi: divertire, divertirti tu in primis e cercare di fare qualcosa di non sentito. Cosa ha di diverso dai tuoi precedenti lavori questo disco?
Sono uscite fuori tante parti di me in questo album che precedentemente per paura o per un fattore fisiologico di età non riuscivo a far uscire… o forse non volevo far uscire. Per esempio in pezzi come Questo cuore, queste stelle o Piatti rotti faccio uscire la parte più vulnerabile di me, parlo delle mie insicurezze, dei miei sogni che non riesco ad avverare, parlo di certe delusioni avute con delle ragazze… tutte parti che mi rendono molto vulnerabile, non ne ho mai parlato perché magari quando hai 20/25 anni pensi che è più figo parlare di quello dove ti trovi più a tuo agio, delle situazioni dove hai il controllo, invece qui ho cercato di mostrare più parti di me perché penso che siano le parti con le quali chi ascolta si può identificare di più, anche perché non siamo tutti i giorni in formissima…
Ma anche la parte delle influenze musicali, io ho sempre ascoltato musica di tutti i generi ma fino a questo momento questa cosa non era mai uscita… il fatto di riscoprire la musica suonata, riscoprire una serie di band, andare a cercare i musicisti con le palle questa è stata una bella ricerca, un bello stimolo per me per primo al di là del prodotto commerciale… per avere un disco che fosse divertente per me.
In molti dicono che i rapper siano i nuovi cantautori, sei d’accordo con questa affermazione?
E´una cosa un po’ vera, un po’ modo di dire che suona bene… io penso che il rap sia la nuova canzone italiana, per esempio il Festival di Sanremo secondo me quest’anno c’erano pochi rapper… a molti ha fatto strano che Clemente e Rocco siano andati in un contesto del genere ma per me erano pochi perché se quello è il Festival della canzone italiana, la canzone italiana del 2016 è rappata.
Una delle tracce più attese del disco è Scoppia la bomba dove canti con quello che alcuni pensavano fosse un tuo rivale, l’altro rapper che ha portato la musica rap nel “mainstream”, ovvero Fabri Fibra. Come è nata questa collaborazione?
In tutti i featuring del disco alla base c’è un rapporto, quindi è nata da quello. Tra me e Fabri c’è un rapporto di quasi 12 anni dove non siamo sempre stati in contatto necessariamente stretto e continuo, però ci siamo conosciuti veramente quando il rap mainstream non esisteva assolutamente, eravamo sotto la stessa etichetta indipendente, lui aveva fatto Mr Simpatia io avevo fatto Mondo Marcio e già li avevamo iniziato a fare i primi confronti musicali a parlare di musica e non solo, ci siamo incontrati più volte, solo che non avevamo trovato il giusto “allineamenti dei pianeti”, sai tutto quanto deve essere sullo stesso livello, Fabri sta facendo un nuovo percorso artistico, sta distruggendo qualcosa che aveva creato prima e creando qualcosa di nuovo, io sto tirando una parte che non era mai uscita, in questo preciso momento i “pianeti sono allineati” e abbiamo trovato il giusto allineamento musicale che ha prodotto Bassi Maestro per buttar fuori quello che abbiamo adesso… le canzoni sono come delle polaroid, in quel momento la foto giusta deve matchare bene con l’altra foto giusta per finire nello stesso album fotografico.
I pezzi che mi hanno colpito di più del disco sono Piatti rotti e soprattutto Questo cuore, queste stelle, due brani dove tiri fuori la parte più intima di te che è una cosa che negli ultimi dischi avevi un po’ perso… sei partito con un pezzo molto viscerale e intimo, Dentro a una scatola, poi ti sei un po’ richiuso dentro te stesso. Come mai sono passati dieci anni tra questi brani, perché ti eri richiuso?
Bella domanda… probabilmente nel 2006 ho buttato fuori di tutto senza preoccuparmi delle conseguenze e mi sono trovato sotto lo scrutinio pubblico, in certi casi anche molto pesante, e questa cosa mi ha un po’ scottato e per un po’ di anni mi sono richiuso a riccio facendo vedere la parte solo spaccona che poi però diventa un po’ fine a se stessa e quindi mi ci sono voluti un po’ di anni per riprendere quella confidenza e quella maturità per mettermi a nudo in una canzone.
Nel precedente disco hai duettato con la cantante più importante in Italia, Mina… se dovessi scegliere una voce che ti emoziona per un duetto chi sceglieresti?
Ma sai dopo Mina è un poi come se mi fai guidare una Ferrari e poi mi porti in un negozio di auto… ci sono tante cantanti che mi piacciono molto però direi Giorgia, lei ha qualcosa in più, ha sempre avuto qualcosa in più.
La cosa bella con Mina è che due anni fa è nato un rapporto che poi è sfociato in un disco secondo me molto onesto, però prima di questo è nato un rapporto e questa è la cosa che mi rende più felice, più orgoglioso e non ti nascondo che in futuro potrebbe ripetersi.
Se tu dovessi prendere una canzone di questo disco, seppellirla nella famosa “scatola del tempo” per farla arrivare un giorno a qualcuno, quale sceglieresti?
Forse Lost in the world perch parla del viaggio. Ci sono tante canzoni che parlano di un sentimento specifico, questa parla del viaggio, della fame di nuovo e della curiosità e probabilmente quello è il sentimento che rappresenta meglio il disco e che vorrei far rimanere nel tempo.
Ecco qui invece la versione integrale con tutte le domande fatte a Marcio.
Buona visione.