Disponibile in rotazione radiofonica e in tutti i digital store da venerdì 27 ottobre, “Odio” (Virgin Records / Universal Music Italia) è il nuovo singolo di Michele Bravi e anticipa il quarto album in studio del cantautore umbro.
“Con questa canzone ho provato a raccontare il rifiuto, l’avversione e la nausea dell’odio. C’è una canzone omonima che Umberto Bindi pubblicò nel 1960 e che per me è stata un faro di ispirazione. Più che sinteticamente musica, il suo era un manifesto sul male così lucido e spietato da sanguinare quasi. Le sue parole erano ‘Non esiste sentimento per me. Tutto passa. Resta l’odio’”.
“odio”, VIDEOINTERVISTA A michele bravi
“Odio” anticipa il tuo quarto album in studio. Ci puoi dare qualche piccola anticipazione sul tipo di narrazione che porterai avanti e sul sound di questo nuovo disco?
Ogni volta che scrivo e poi presento un disco per me è come se fosse la prima volta. L’unica cosa che ti posso dire è che, come le altre volte, si tratterà di un concept album, perché ho bisogno di una certa omogeneità narrativa.
Non voglio spoilerare troppo, però – rispetto ai precedenti album – questa volta ho optato per uno schema narrativo diverso. Di solito, infatti, quando c’era da scegliere il primo tassello, optavo sempre per la parte più romantica e introspettiva. Questa volta, invece, c’è stata un’inversione strutturale, per cui la narrazione è iniziata dalla parte più ossessiva, frenetica e verbosa, per poi arrivare alla parte più emotiva, intima e fragile.
A partire dal 14 dicembre ti vedremo anche sul grande schermo, tra i protagonisti di “Finalmente l’alba”, il nuovo film di Saverio Costanzo. Cosa ti ha regalato quest’esperienza nel mondo cinematografico?
Innanzitutto, mi ha regalato il privilegio di poter lavorare con uno dei più grandi maestri del cinema italiano di oggi. Di fatto, lavorare con Saverio Costanzo per me è sempre stato un sogno.
Poi, mi ha dato l’opportunità di confrontarmi professionalmente con dei grandissimi professionisti del cinema e mi ha insegnato l’immersività dei grandi attori dentro la storia e dentro il personaggio.
Vedere lavorare Saverio per me è stata una grande lezione. Prendere parte a questo film, invece, è stato un ottimo esercizio di empatia, che spero poi possa continuare nel tempo con altre storie e altri personaggi.
Dopo “Il diario degli errori” e “Inverno dei fiori”, in questi mesi hai mai pensato ad un’ipotetica terza partecipazione al Festival di Sanremo?
La voglia di andare a Sanremo c’è sempre. Per chi fa il mio lavoro Sanremo ti dà l’opportunità di suonare con un’orchestra dal vivo, ma anche di entrare nelle case di centinaia di migliaia italiani e di rappresentare un pezzettino della musica italiana. La bellezza di cantare a Sanremo è innegabile. Quindi sì, mi piacerebbe tornare su quel palco. Per me sarebbe un onore!