Intervista a Ndg.
Oltre sette milioni e mezzo di stream solo su Spotify e quasi cinque milioni di views del video su YouTube. Sono questi i numeri da record di Panamera, nuovo singolo del giovane rapper, NDG.
Numeri cresciuti giorno dopo giorno grazie sopratutto al passaparola e che hanno catapultato Nicolò prima al vertice della Top Viral, quindi nella classifica dei brani più ascoltati sulla nota piattaforma streaming. Numeri così importanti da consentirgli l’accesso nelle più importanti playlist ufficiali di Spotify.
Noi di All Music Italia siamo rimasti incuriositi da questi risultati sorprendenti al punto da andarne a verificare la veridicità (e ve lo confermiamo, sono al 100% reali) ma non solo, a colpirci è stata sopratutto la musica e il flow di questo diciottenne che a differenza di tanti coetanei, almeno fino ad oggi, ha scelto di mettere in secondo piano l’immagine dando spazio solamente alla musica, rimettendola dove deve stare, al centro dell’attenzione.
Proprio per questo motivo gli abbiamo dedicato un articolo (che potete leggere qui) e abbiamo voluto fortemente intervistarlo. Del resto chi ci segue lo sa, fa parte del nostro dna quello di puntare sulle nuove leve.
Abbiamo incontrato a Milano NDG e il suo Manager, Marco Meo (ingegnere del suono già al lavoro su Ragazzi madre, album di Achille Lauro certificato con il disco d’oro, e sul successivo Pour l’amour).
Nicolò ci ha chiesto se possibile di registrare l’audio dell’intervista e pubblicarla in forma scritta. Solitamente non è nel nostro modus operandi, ma questa volta abbiamo accettato volentieri.
Del resto le sue motivazioni ci hanno convinto… nessuna voglia di nascondersi, nessuna maschera, nessuno mistero. Semplicemente la voglia di lasciare al centro per ora solo la musica. Il tempo di farsi vedere arriverà presto, soprattutto sui palchi dove in realtà NDG è già conosciuto e gode di un discreto seguito.
Potete trovare l’intervista a NDG qui a seguire e scoprire qualcosa in più sul mondo musicale di questo giovane artista romano.
NDG PANAMERA INTERVISTA
Buongiorno NDG e benvenuto su All Music Italia.
Ciao! Buongiorno!
Cominciamo dalla fine, ovvero da Panamera che è un grande successo. A quante visualizzazioni e stream siamo arrivati?
Siamo a 7 milioni e mezzo su Spotify e 4 milioni su YouTube. Non so bene sulle altre piattaforme, però siamo sui 10 milioni globali.
Abbiamo superato i 10 milioni! Sembrerà una domanda scontata, ma te lo aspettavi?
Assolutamente no!
La tua musica è difficilmente etichettabile. Ascoltando quello che è uscito finora non è facile trovare un genere di riferimento preciso. Tu come definisci la tua musica?
E’ una bella domanda! Per me la musica è tutto quello che ho dentro di me. Quindi tiro fuori tutte quelle sensazioni che sento.
Spesso i testi descrivono il periodo che ho passato e quindi è sempre qualcosa che viene da dentro. Seguendo la base trovo la melodia, ma non ho un metodo di scrivere. Quindi è una cosa molto personale, non so neanch’io come descriverla.
In maniera tecnica potremmo dire sì che varia dalla Trap, ma che ha anche qualche suono pop. Però ho anche delle canzoni più cupe che ancora non ho tirato fuori, perché a me piace variare con la musica, quindi mostrare me stesso a 360°.
Nella tua musica faccio fatica a trovare dei riferimenti precisi, anche se intuisco qualche suono che mi ricorda la Trap europea. Quali sono i tuoi ascolti che maggiormente ti hanno ispirato? Quanto sei intervenuto in prima persona nella produzione?
Io mi sento molto ispirato da XXXtentacion. Lui è una delle mie fonti di ispirazione. Ho pianto quando è morto. E’ un artista che è entrato dentro di me.
Quindi direi più sulla Wave americana, Chill Americana. Però anche la Trap francese è un qualcosa di unico per me. Mi piace molto insomma. Non mi ispiro molto all’Italia.
Ma c’è qualcosa del rap o della Trap italiana che ti piace o che ti ha fatto scattare la scintilla?
Per iniziare a scrivere sono stato ispirato da Gemitaiz, Madman, Salmo. La vecchia scuola. Soprattutto cercavo dei pezzi che mi descrivessero a pieno, in cui io mi potessi pienamente riconoscere, qualcosa che sentissi mio anche se scritto dagli altri artisti e l’ho trovato. Poi ho voluto iniziare a farlo anch’io a modo mio.
Una scelta sicuramente controcorrente è quella di fare musica senza apparire sui social. Sappiamo che spesso, soprattutto nella trap la componente immagine è importante quasi quanto la musica. Come mai questa decisione?
Io vorrei essere considerato l’anti rapper! Non ho lavorato sull’immagine essendo un po’ insicuro. Non ho paura a dirlo, faccio rap, faccio musica, perché come appena detto, voglio descrivermi a pieno.
Anche l’insicurezza, secondo me, è qualcosa che ispira l’artista. Tramite quella posso trovare tante parti di me e metterle in un testo. Quindi l’idea di non apparire è nata proprio da questo: mostrarmi senza metterci la faccia, ma solamente per quello che scrivo e vedere se questo passa alle persone.
Uno dei pochi tuoi video che si possono trovare in rete è una cover di Billie Jean di Michael Jackson. Una scelta ardita… Non è facile toccare i miti…
Michael Jackson è stato il mio primo idolo musicale, se non quasi l’unico. Ero fissato! Ho fatto hip hop e ballo perché mi ero appassionato alla sua figura, sia per testi che per la musica, ma anche per lui per come era visto nell’immaginario comune.
L’idea di Billie Jean freestyle era quella di creare un freestyle originale, ma non su una base inedita. Cercavo qualcosa che riprendesse il passato. Questo doveva essere il freestyle per annunciare l’album.
Ho ascoltato un po’ di roba, anche funky ’70 e ’80 e poi mi sono imbattuto in Billie Jean che mi descrive a pieno. Michael Jackson ha influito molto nella mia vita. Ho voluto farlo per questo.
Un altro aspetto che mi ha colpito ascoltando i pezzi che sono stati pubblicati su Spotify è la differenza tra un brano e l’altro. Ogni canzone ha un suo mood specifico e un testo non banale. Quanto ti riconosci ancora nei brani che hai pubblicato nel 2018?
Non voglio rinnegare la mia prima parte artistica, però considero Ruggine e Panamera come un nuovo inizio per me.
Da quel momento ho iniziato a prendere tutto ancora più seriamente e soprattutto sono riuscito a trovare un filo logico. Kamasutra, Sei Stata Tu e No Title, che è un pezzo a cui tengo tanto perché descrive quella mia parte più cruda, più rap, underground, hanno creato un po’ di confusione nell’ascoltatore.
Quindi ho cercato di intraprendere un percorso che fosse più attinente. Forse rinnego alcune parti e certe canzoni passate, però allo stesso tempo non voglio eliminarle. Le voglio tenere perché descrivono me a 16 -17 anni.
In quale direzione sta andando la tua musica?
La mia musica sta andando verso una direzione molto introspettiva. L’album, infatti, da Panamera, Ruggine, Corone d’Alloro può sembrare indirizzato verso un certo tipo di sound, invece sarà una cosa molto varia, che passerà da testi più crudi a pezzi dove c’è il ritornello che ti entra più in testa, però sempre direzionato verso un mood introspettivo sempre più grande.
Voglio cercare di crescere da questo punto di vista e trasmettere ancora di più alle persone con la mia musica.
Nei brani parli molto di te stesso. Non credi che sia una contraddizione la tua volontà di non apparire sui social?
No. Perché voglio proprio arrivare alla gente con le canzoni. Voglio parlare di me stesso, ma anche agli altri dando un messaggio di speranza ai giovani che spesso si chiudono e non trovano una via d’uscita.
Secondo me viviamo in un mondo in cui è possibile realizzare i propri sogni o comunque bisogna impegnarsi tanto per farlo. Ma si può fare! E’ questo ciò che voglio trasmettere!
Durante l’intervista hai parlato spesso dell’album. Quindi, secondo te, nel 2019 ha ancora senso pensare a un album? Non sarebbe meglio un progetto singolo dopo singolo?
Secondo me si, ha ancora senso pensare a un album.
Tra l’altro il mio album sarebbe dovuto uscire molto prima, ma poi con lo scoppio di Panamera ho pensato che quell’interesse che si è creato non si poteva buttare, ma bisognava arrivare a più persone possibili. Stanno succedendo tante cose!
La mia idea era quella di far uscire l’album visto che c’è molta aspettativa su di me e volevo che ci si concentrasse su un album e non su un singolo. Ora, invece, credo uscirà qualche singolo prima del disco… lo stiamo decidendo. Per me però l’album è fondamentale per far capire quanto un artista vale.
L’ultima domanda è riguardo i live. So che ad agosto sarai in provincia di Messina e aprirai il concerto della Dark Polo Gang. Cosa dobbiamo aspettarci da questo live?
Voglio sentire tutto il calore del pubblico. Mi sto cimentando in realtà nuove come il concerto a Messina in uno stadio comunale davanti a 5’000 persone.
Voglio dimostrare al massimo le mie capacità e far sentire quello che ho da dire al pubblico e sentire anche il loro calore!